MATURITA' 2001 - La prima prova

La prova di italiano è presentata in quattro diverse tipologie, una delle quali - il saggio o articolo - è a sua volta divisa in quattro tracce. Ecco di seguito la prova di quest'anno.

TEMA DI ARGOMENTO STORICO


TEMA DI ORDINE GENERALE

ANALISI DEL TESTO


SAGGIO BREVE O ARTICOLO DI GIORNALE




TEMA DI ARGOMENTO STORICO


Uno dei fenomeni più significativi del Novecento è la presa di coscienza dei propri diritti da parte delle donne, prima nei paesi più avanzati come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna e poi negli altri paesi occidentali. Dalle rivendicazioni del diritto di voto agli appelli sempre più chiari e vigorosi per l'uguaglianza con gli uominiin tutti i settori della vita economica e civile. Il principio delle "pari opportunità" è stato il vessillo delle lotte femminili.

Illustra le fasi e i fatti salienti che hanno segnato il processo di emancipazione femminile nel nostro paese facendo possibilmente anche riferimento a canzoni, film, pubblicazioni e a qualunque altro documento ritenuto significativo.

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TEMA DI ORDINE GENERALE


La Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo approvata il 10 dicembre 1948 dalle Nazioni Unite proclama solennemente il valore e la dignità della persona umana e sancisce al tempo stesso la inalienabilità degli universali diritti etico-civile.

La storia dell'ultimo cinquantennio è tuttavia segnata da non poche violazioni di questi principi rimaste impunite.
Quali a tuo avviso le ragioni?
Affronta criticamente l'argomento soffermandoti anche sulla recente creazione del primo tribunale internazionale dei crimini contro l'umanità ed esprimendo la tua opinione sulla possibilità che questo neonato organismo internazionale possa rappresentare una nuova garanzia in favore di un mondo più giusto".

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ANALISI DEL TESTO


Cesare Pavese (La luna e i Falò)

"C'è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c'è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch'io possa dire "ecco cos'ero prima di nascere". Non so se vengo dalla collina o dalla valle, dai boschi o da una casa di balconi. La ragazza che mi ha lasciato sugli scalini del duomo di Alba, magari non veniva neanche dalla campagna, magari era la figlia dei padroni di un palazzo, oppure mi ci hanno portato in un cavagno da vendemmia due povere donne da Monticello, da Neive o perché no da Cravanzana. Chi può dire di che carne sono fatto? Ho girato abbastanza il mondo da sapere che tutte le carni sono buone e si equivalgono, ma è per questo che uno si stanca e cerca di mettere radici, di farsi terra e paese, perché la sua carne valga e duri qualcoisa di più che un comune giro di stagione.

Se sono cresciuto in questo paese, devo dir grazie alla Virgilia, a Padrino, tutta gente che non c'è più, anche se loro mi hanno preso e allevato soltanto perché l'ospedale di Alessandria vi passsava la mesata. Su questa collina,m quarant'anni fa, c'erano dei dannati che per vedere uno scudo d'argento si caricavano un bastardo dell'ospedale, oltre ai figli che avevano già. C'era chi prendeva una bambina per averci poi la servetta e comandarla meglio; la Virgilia volle me perché di figli ne aveva già due e quando fossi un pò cresciuto speravano di aggiustarsi in una grossa cascina e lavorare tutti quanti e star bene. Padrino aveva allora il casotto di Gaminella - due stanze e una stalla -, la capra e quella riva dei noccioli. Io veni su con le ragazze, ci rubavamo la polenta, dormivamo sullo stesso saccone, Angiolina la maggiore, aveva un anno più di me; e soltanto a dieci anni, nell'inverno quando morì la Virgilia seppi per caso che non ero suo fratello. Da quell'inverno Angiolina giudiziosa dovette smettere di girare con noi per la riva e per i boschi; accudiva alla casa, faceva il pane e le robiole, andava lei a ritirare in municipio il mio scudo; io mi vantavo con Giulia di valere cinque lire, le dicevo che lei non fruttava niente e chiedevo a Padrino perché non prendevamo altri bastardi.

Adesso sapevo che erano dei miserabili perché soltanto i miserabili allevano i bastardi dell'ospedale. Prima, quando correndo a scuola, gli altri mi dicevano bastardo, io credevo che fosse un nome come vigliacco o vagabondo e rispondevo per le rime. Ma ero già un ragazzo fatto e il municipio non ci pagava più lo scudo, che io ancora non avevo ben capito che non essere figlio di Padrino e della Virgilia voleva dire non essere nato in Gaminella, non essere sbucato da sotto i noccioli o dall'orecchio della nostra capra come le ragazze."

Cesare Pavese è nato nel 1908 a Santo Stefano Belbo, piccolo centro del Piemonte meridionale, nella zona collinare delle Langhe ed è morto a Torino nel 1950. Ha esordito come poeta e traduttore di romanzi americani, per poi affermarsi come narratore. Il brano è tratto dal romanzo La luna e i falò, pubblicato nel 1950. La vicenda è raccontata in prima persona dal protagonista, Anguilla, un trovatello allevato da poveri contadini delle Langhe, il quale, dopo aver fatto fortuna in America ritorna alle colline della propria infanzia.


- 1. Comprensione del testo:
Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di 10 righe.

- 2. Analisi del testo:

a. "C'è una ragione..." Individua nel testo la ragione del ritorno del protagonista.

b. I paesi e i luoghi della propria infanzia sono indicati dal protagonista con i loro nomi propri e con insistenza. Spiegane il senso e la ragione.

c. Spiega il significato dell'espressione: "Non c'è da queste parti una casa né un pezzo di terra, né delle ossa" e chiarisci il senso della ricerca di se stesso "prima di nascere".

d. la parola 'carne' ritorna nel testo tre volte. Spiega il significato di questa parola e della sua iterazione.

e. Spiega come poter conciliare l'affermazione "tutte le carni sono buone e si equivalgono" con il desiderio che uno ha "di farsi terra e paese" per durare oltre l'esistenza individuale ed effimera.

f. La parola 'bastardo' ricorre con insistenza nel testo. Spiegane il significato rispetto alla situazione specifica in cui il termine viene di volta in volta collocato.

- 3. Interpretazione complessiva e approfondimenti
Sulla base dell'analisi condotta, proponi la tua interpretazione complessiva del brano ed approfondiscila collegando questa pagina iniziale della Luna e i falò con altre prose e poesie di Pavese eventualmente lette. In mancanza di questa lettura, confrontala con testi di altri scrittori contemporanei e non, nei quali ricorre lo stesso tema del ritorno alle origini. Puoi anche riferirti alla situazione storico-politica dell'epoca o ad altri aspetti o componenti culturali di tua conoscenza.
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SAGGIO BREVE O ARTICOLO DI GIORNALE


Sviluppa l'argomento scelto in forma di "saggio breve" o di "articolo di giornale" utilizzando i documenti e i dati che lo corredano.
Se scegli la forma del saggio breve, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione anche se con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Dà al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se lo ritieni organizza la trattazione suddividendola in paragrafi, cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo.
Se scegli la forme dell'articolo di giornale, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo "pezzo".
Dà all'articolo un titolo appropriato e indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro).
Per attualizzare l'argomento puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilevo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le 4-5 colonne di metà foglio protocollo.

1)
Ambito artistico letterario

2)
Ambito socio-economico

3)
Ambito storico-politico

4)
Ambito tecnico-scientifico


Ambito artistico letterario

La piazza luogo dell'incontro e della memoria.

Documenti
"Ero appena tornato in un viaggio nel Messico, dove ero rimasto molto colpito dall'intensa vita del Cuore nei villaggi messicani. Ognuno di essi possiede una piazza piuttosto grande con portici tutto intorno, e la gente è sempre lì a comprar nelle botteghe, a pettegolare, mentre i giovani fanno la corte alle ragazze. Questo è il vero centro nella vita del villaggio. Provai a spiegare ai miei studenti che valeva la pena di studiare questo elemento e che dovrebbe essere possibile creare anche negli Stati Uniti cuori di questo genere. Ma gli studenti rifiutarono la mia proposta perchè pensavano che l'idea di una piazza circondata da portici appartenesse troppo al passato e che non fosse adatta alla vita di oggi. Così io mi domandai se l'aver suggerito un tale argomento non era dovuto al fatto che io avevo una mentalità d'altri tempi. Ora però so che rifiutarono la mia proposta perchè non sapevano di che cosa si trattava: non avevano mai visto una cosa simile, non l'avevano mai sperimentata, perciò non potevano capirla. Non molto tempo dopo ricevetti una lettera da uno di essi, un ragazzo molto dotato, che era stato dotato ed aveva visto piazza San Marco. Ne era rimasto così impressionato che mi scrisse ricordando la nostra discussione".
Walter Gropius, Discussione sulle piazze italiane, Milano 1954

"Ecco le piazze romane, dove le persone, giunte in mezzo, scompaiono in profonda vasca, emergono gli orli e le vedi, a distanza, salire la scalinata di San Pietro come se andassero in Paradiso".
Vincenzo Cardarelli, Il cielo sulle città, 1949

La veneta piazzetta
antica e mesta, accoglie
odor di mare.E voli
di colombi. Ma resta
nella memoria - e incanta
di sé la luce - il volo
del giovane ciclista
volto all'amico: un soffio
melodico: "Vai solo?"
Sandro Penna, Poesie, 1939

Milano
Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio
villeggiatura. Mi riposo in Piazza
del Duomo. Invece
di stelle
ogni sera s'accendono parole.
Nulla riposa della vita come
la vita
Umberto Saba Il Canzoniere, Torino 1961

Piazza Grande
Santi che pagano il mio pranzo non ce n'è
sulle panchine in Piazza Grande
ma quando ho fame di mercanti come me
qui non ce n'è.
(...) Lenzuola bianche per coprirci non ne ho,
sotto le stelle in piazza Grande
e se la vita non ha sogni, io li ho e te li do.
E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in piazza Grande
tra i gatti che non han padrone come me,
attorno a me.
A modo mio quel che sono l'ho voluto io...
(testo di G. Baldazzi-S. Bardotti, 1972, in Casa Ricordi, 1995)

"La piazza ospita le attività non programmate, spontanee e in questo senso diventa una propaggine del laboratorio culturale; ne interpreta e ne rafforza la vocazione popolare, prospettandosi come una trasposizione fantastica del vecchio Hyde Park Corner".
Come immagini sono riportate:
Il centro culturale George Pompidou di Piano e Rogers; un disegno di Steimberg, piazza San Marco; Piazzola Sabato del Villaggio di Recanati: I fanciulli gridando/ sulla piazzuola in frotta,/ e qua e là saltando,/ fanno un lieto romore./ G. Leopardi, Il sabato del villaggio.
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Ambito socio-economico

Musica per tutti, tra arte e industria

Oscar della musica, Eminem come Madonna
"Stoccolma - Doppio trionfo per Madonna agli MTV Europe Music Awards ieri sera al Globen della capitale svedese e in diretta tv per un bacino di telefan. Madonna conquista i titoli di miglior artista femminile e dance e si ritrova a condividere il palco del mega-show con Ritche, il suo compagno 31enne, il regista inglese di "Snatch", che l'ha resa madre due mesi fa. Canta, "Music", in scena con due ballerini e tre musicisti, e sullo sfondo le istantanee più importanti della sua carriera. Doppio trionfo anche per Eminem, rapper bianco americano, con più di una grana con la giustizia per violenze: è lui che vince il premio per il miglior artista hip hop...Tutti gli artisti si esibiscono dal vivo. La scenografia ricorda i film di fantascienza degli anni 50: lame d'acciaio, stalattiti argentee, sfere color latte, alcune ripiene di acqua, e c'è pure una sorta di igloo...Richy Martin, dio in terra del pop latino, vince come miglior artista maschile e propone "She bangs" con più di 40 ballerini trasferendo l'atmosfera acquatica del video sul palco proprio in quelle bolle piene d'acqua".
dal Corriere della Sera 17 novembre 2000

Umano troppo umano: si celebra l'innocuo rito della sintonia nazionale
"Del resto Sanremo svolge una funzione determinante nella vita del Paese che, in segno di rispetto, si ferma, si sintonizza, si interroga sui massimi sistemi. Il Festival infatti è una sorta di pratica divinatoria coatta per leggere la nostra società; anche qui a fasi alterne. Un anno Sanremo è lo specchio del Paese, l'anno dopo è lo specchio di se stesso, di ciò che rappresenta, di tutto il baraccone televisivo; insomma è un Censis tradotto in canzoni, un Istat in rima baciata, un osservatorio di dati orecchiabili. Bisogna guardare Sanremo perchè sugli altri canali, inspiegabilmente, non c'è mai nulla da guardare".
Aldo Grasso, dal Corriere della Sera, 27 febbraio 2001

L'evento: con le star della lirica un viaggio nella vita di Verdi
"L'anniversario di Verdi ha imposto uno scatto in più. I cantanti sfileranno uno dopo l'altro ma reciteranno anche: mantenendo un tono di conversazione leggeranno appunti di vita verdiana ricollocando la scheggia d'opera che cantano nel contesto storico, sociale, psicologico in cui nacque. Poi ci saranno le emozioni e forse qualche ricordo personale dei protagonisti a tu per tu con gli eroi e i ribaldi inventati da Verdi.
Sarà un viaggio nella vita di Verdi - dice il celebre direttore Zubin Mehta - Il galà viene consegnato al Festival, chiavi in mano, da un noto agente musicale e sarà ripreso da 80 televisioni. Ci sarà anche un dvd (ma non un cd), un homevideo e una distribuzione via Internet"
dal Corriere della Sera 11 marzo 2001

I due volti di Internet, pericoli e opportunità
"Molto rumore per nulla? Il caso Napster - o se volete il caso della musica digitale che viaggia lungo le arterie del Web compressa con il formato Mp3 - ha scatenato una battaglia legale di proporzioni enormi. La sentenza finale dei giudici federali è alle porte e gli uomini di Napster, proprio ieri, hanno detto di essere pronti ad introdurre un filtro elettronico per la protezione del copyright, che ha prontamente fatto arricciare il naso alla Riia, l'associazione delle case discografiche...Fermare Napster non significa fermare lo scambio illegale di musica; nel breve o nel medio periodo, non c'è da attendersi che il mercato legale della musica on line decolli vertiginosamente. Secondo le stime di Forrester Research, nel 2003 la musica acquistata digitalmente dovrebbe valere 220 miliardi di lire su scala globale, quindi solo una modesta fetta del totale. Ma siamo sicuri che Napster & friends danneggino il mercato? A parte l'Italia (dove le vendite ristagnano da anni) su scala globale i consumi non hanno mostrato sensibili segni di cedimento. Anzi, a detta di alcuni, la musica digitale può avere effetti positivi sul mercato: ascolto un brano via Napster, e se mi piace vado a comprare l'intero disco".
da Il Sole 24 Ore" 4 marzo 2001
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Ambito storico politico

L'Unità europea: un cammino di idee e di realizzazioni

Documenti
"Uno Stato europeo stabilito sulla base del governo rappresentativo, che garantisca la libertà politica e il suffragio universale, fornirebbe il meccanismo in grado di portare a quella libertà politica ed economia desiderata da tutti i popoli d'Europa. Vi prenderebbero inoltre, parte paesi in numero sufficiente da assicurare stabilità per la democrazia, in modo tale che, nel caso in cui in una parte della Federazione si manifestassero tendenze a sopraffare le sue basi democratiche, la stabilità degli altri membri sarebbe sufficiente per resistere all'attacco".
R. W. Mackay, Federal Europe, London, 1940.

"Il problema che in primo luogo va risolto e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in Stati nazionali sovrani. Il crollo della maggior parte degli Stati nel continente sotto il rullo compressore tedesco ha già accomunato la sorte dei popoli europei, che o tutti insieme soggiaceranno al dominio hitleriano, o tutti insieme entreranno con la caduta di questo, in una crisi rivoluzionaria in cui non si troveranno irrigiditi e distinti in solide strutture statali".
Altiero Spinelli, Il manifesto di Ventotene 1941.

"Per me e per coloro che condividono le mie opinioni, l'idea dell'unità europea fu sempre cara e preziosa; essa rappresentava qualcosa di naturale per il nostro pensiero e per la nostra volontà. (...) La vera Europa sarà creata da voi con l'aiuto delle potenze libere. Sarà una federazione di liberi Stati con eguali diritti, capaci di far fiorire la loro indipendenza spirituale e la loro cultura tradizionale sottomessi contemporaneamente alla comune legge della ragione e della moralità".
Thomas Mann, Messaggio pronunciato alla radio di New York il 29 gennaio 1943

"Questo senso dell'Europa come portatrice di civiltà e di una civiltà comune si precisa e si definisce in senso unitario nel periodo fra le due guerre e prima della tremenda devastazione hitleriana. Ma è un culto che rifiorisce soprattutto dopo la grande delusione e dopo le terribili esperienze della Seconda Guerra Mondiale"
Giovanni Spadolini, Prefazione a Storia dell'Europa come nazione, di R. Ugolini, Firenze, 1979

"La fine della seconda guerra mondiale segnò anche per l'Italia il ritorno a una concezione europeista non subordinata ai rapporti di potenza. La guerra di Liberazione aveva fatto sentire l'importanza della collaborazione internazionale e su questa base l'Italia sviluppò tutta una serie di iniziative volte a dare risvolti concreti all'ideale comunitario. Queste iniziative vennero a frutto nel 1957, con la creazione del Mercato Comune, il Mec ed il fatto che il trattato istitutore fosse firmato a Roma, dimostra il ruolo non certo secondario che il nostro paese aveva avuto (e che del resto continuerà ad avere) sul piano dell'ideale europeista"
R. Ugolini,Storia dell'Europa come nazione, Firenze, 1979.

"Non sarà possibile conseguire una integrazione economica e monetaria senza procedere al tempo stesso ad un'integrazione democratica e politica...Come si può concepire la creazione di una forte banca centrale indipendente che controlli una moneta usata da 340 milioni di cittadini, senza paralleli sviluppi politici e democratici e una identità politica europea?"
Jacques Delors, in Dal mercato unico all'Unione Europea, documentazione europea, Lussemburgo, 1992.
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Ambito Tecnico-scientifico

La scienza: dubbi e paure dello scienziato

Documenti
"Il supremo passo della ragione sta nel riconoscere che c'è un'infinità di cose che la sorpassano. E' ben debole, se non giunge a riconoscerlo.
Se le cose naturali la trascendono, che dire di quelle soprannaturali?".
B. Pascal Pensieri, n. 139, trad. it. di P. Scrini, Torino, 1962.

"E tuttavia il ventesimo secolo non si trova a suo agio con la scienza che è il suo risultato più straordinario e da cui esso dipende. Il progresso delle scienze naturali è avvenuto sullo sfondo di un bagliore di sospetti e paure, che di quando in quando si è acceso in vampate di odio e di rifiuto della ragione e di tutti i suoi prodotti. (...) I sospetti e la paura verso la scienza sono stati alimentati da quattro sentimenti: che la scienza è incomprensibile; che le sue conseguenze pratiche e morali sono imprevedibili e forse catastrofiche, che essa sottolinea la debolezza dell'individuo e mina l'autorità. Nè infine dobbiamo trascurare il sentimento che, nella misura in cui la scienza interferisce con l'ordine naturale delle cose, essa risulta intrinsecamente pericolosa".
E. Hobsbawm, Il Secolo breve trad. it. Milano, 1995.


"Mi ricordo un colloquio che ebbi dopo la Guerra con Enrico Fermi, poco prima che venisse sperimentata la prima bomba all'idrogeno nel Pacifico. Discutemmo di questo progetto, ed io lasciai capire che, considerate le conseguenze biologiche e politiche si doveva abbandonare un simile esperimento. Fermi replicò: "Eppure è un così bello esperimento". Questo è probabilmente il motivo più profondo che sta alla base dell'interesse per l'applicazione pratica della scienza; lo scienziato ha bisogno di sentirsi confermare da un giudice imparziale, dalla natura stessa, di aver compreso la sua struttura. E vorrebbe verificare direttamente l'effetto dei suoi sforzi".
W. Heisenberg, La tradizione nella scienza, trad. it. Milano, 1982.

"La politicizzazione della scienza toccò il suo culmine nella seconda guerra mondiale (...). Tragicamente la stessa guerra nucleare fu figlia dell'antifascismo. Una normale guerra fra diversi stati nazionali non avrebbe quasi certamente spinto i fisici d'avanguardia, per lo più profughi dai paesi fascisti, a premere sui governi inglese e americano perchè costruissero una bomba atomica. E proprio l'orrore di questi scienziati dinnanzi al risultato ottenuto, i loro sforzi disperati
all'ultimo minuto, per impedire ai politici e ai generali di usare effettivamente la bomba e, in seguito, i loro sforzi per opporsi alla costruzione della bomba all'idrogeno testimoniano della forza delle passioni politiche".
E. Hobsbawm, Il secolo breve, trad. it. Milano 1995

"Galileo: Se gli uomini di scienza non reagiscono all'intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, ed ogni nuova macchina non sarà fonte che di nuovi triboli per l'uomo. (...) Per alcuni anni ebbi la forza di una pubblica autorità; e misi la mia sapienza a disposizione dei sapienti perchè la usassero, o non la usassero o ne abusassero, a seconda dei loro fini. Ho tradito la mia professione; e quando un uomo ha fatto ciò che ho fatto io, la sua presenza non può essere tollerata nei ranghi della scienza".
B. Brecht, Vita di Galileo, Torino, 1961

"Ho speso tutta la mia vita per la libertà della scienza e non posso accettare che vengano messi dei chiavistelli al cervello. L'ingegno e la libertà di ricerca è quello che distingue l'Homo sapiens da tutte le altre specie...Solo in tempi bui la scienza è stata bloccata. Oggi più che mai bisogna affermare il principio che gli scienziati hanno il diritto di partecipare alle decisioni politiche piuttosto che essere vittima di movimenti oscurantisti ed anti-scientisti"
Rita Levi Montalcini, dal discorso tenuto il 13 febbraio 2001 nella sala della biblioteca di Montecitorio.

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