La prova di
italiano è presentata in quattro diverse tipologie, una delle quali
- il saggio o articolo - è a sua volta divisa in quattro tracce.
Ecco di seguito la prova di quest'anno.
TEMA DI ARGOMENTO STORICO
TEMA DI ORDINE GENERALE
ANALISI DEL TESTO
SAGGIO BREVE O ARTICOLO DI GIORNALE
TEMA DI ARGOMENTO
STORICO
Uno dei fenomeni più significativi del
Novecento è la presa di coscienza dei propri diritti da parte delle
donne, prima nei paesi più avanzati come gli Stati Uniti e la Gran
Bretagna e poi negli altri paesi occidentali. Dalle rivendicazioni
del diritto di voto agli appelli sempre più chiari e vigorosi per
l'uguaglianza con gli uominiin tutti i settori della vita economica
e civile. Il principio delle "pari opportunità" è stato
il vessillo delle lotte femminili.
Illustra le fasi e i fatti salienti che hanno segnato il processo di
emancipazione femminile nel nostro paese facendo possibilmente anche
riferimento a canzoni, film, pubblicazioni e a qualunque altro
documento ritenuto significativo.
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TEMA DI ORDINE GENERALE
La Dichiarazione Universale dei diritti
dell'uomo approvata il 10 dicembre 1948 dalle Nazioni Unite proclama
solennemente il valore e la dignità della persona umana e sancisce
al tempo stesso la inalienabilità degli universali diritti
etico-civile.
La storia dell'ultimo cinquantennio è tuttavia segnata da non poche
violazioni di questi principi rimaste impunite.
Quali a tuo avviso le ragioni?
Affronta criticamente l'argomento soffermandoti anche sulla recente
creazione del primo tribunale internazionale dei crimini contro
l'umanità ed esprimendo la tua opinione sulla possibilità che
questo neonato organismo internazionale possa rappresentare una
nuova garanzia in favore di un mondo più giusto".
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ANALISI DEL TESTO
Cesare Pavese (La luna e i Falò)
"C'è una ragione perché sono tornato
in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba.
Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non
c'è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa
ch'io possa dire "ecco cos'ero prima di nascere". Non so
se vengo dalla collina o dalla valle, dai boschi o da una casa di
balconi. La ragazza che mi ha lasciato sugli scalini del duomo di
Alba, magari non veniva neanche dalla campagna, magari era la figlia
dei padroni di un palazzo, oppure mi ci hanno portato in un cavagno
da vendemmia due povere donne da Monticello, da Neive o perché no
da Cravanzana. Chi può dire di che carne sono fatto? Ho girato
abbastanza il mondo da sapere che tutte le carni sono buone e si
equivalgono, ma è per questo che uno si stanca e cerca di mettere
radici, di farsi terra e paese, perché la sua carne valga e duri
qualcoisa di più che un comune giro di stagione.
Se sono cresciuto in questo paese, devo dir grazie alla Virgilia, a
Padrino, tutta gente che non c'è più, anche se loro mi hanno preso
e allevato soltanto perché l'ospedale di Alessandria vi passsava la
mesata. Su questa collina,m quarant'anni fa, c'erano dei dannati che
per vedere uno scudo d'argento si caricavano un bastardo
dell'ospedale, oltre ai figli che avevano già. C'era chi prendeva
una bambina per averci poi la servetta e comandarla meglio; la
Virgilia volle me perché di figli ne aveva già due e quando fossi
un pò cresciuto speravano di aggiustarsi in una grossa cascina e
lavorare tutti quanti e star bene. Padrino aveva allora il casotto
di Gaminella - due stanze e una stalla -, la capra e quella riva dei
noccioli. Io veni su con le ragazze, ci rubavamo la polenta,
dormivamo sullo stesso saccone, Angiolina la maggiore, aveva un anno
più di me; e soltanto a dieci anni, nell'inverno quando morì la
Virgilia seppi per caso che non ero suo fratello. Da quell'inverno
Angiolina giudiziosa dovette smettere di girare con noi per la riva
e per i boschi; accudiva alla casa, faceva il pane e le robiole,
andava lei a ritirare in municipio il mio scudo; io mi vantavo con
Giulia di valere cinque lire, le dicevo che lei non fruttava niente
e chiedevo a Padrino perché non prendevamo altri bastardi.
Adesso sapevo che erano dei miserabili perché soltanto i miserabili
allevano i bastardi dell'ospedale. Prima, quando correndo a scuola,
gli altri mi dicevano bastardo, io credevo che fosse un nome come
vigliacco o vagabondo e rispondevo per le rime. Ma ero già un
ragazzo fatto e il municipio non ci pagava più lo scudo, che io
ancora non avevo ben capito che non essere figlio di Padrino e della
Virgilia voleva dire non essere nato in Gaminella, non essere
sbucato da sotto i noccioli o dall'orecchio della nostra capra come
le ragazze."
Cesare Pavese è nato nel 1908 a Santo Stefano Belbo, piccolo centro
del Piemonte meridionale, nella zona collinare delle Langhe ed è
morto a Torino nel 1950. Ha esordito come poeta e traduttore di
romanzi americani, per poi affermarsi come narratore. Il brano è
tratto dal romanzo La luna e i falò, pubblicato nel 1950. La
vicenda è raccontata in prima persona dal protagonista, Anguilla,
un trovatello allevato da poveri contadini delle Langhe, il quale,
dopo aver fatto fortuna in America ritorna alle colline della
propria infanzia.
- 1. Comprensione del testo:
Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo
in non più di 10 righe.
- 2. Analisi del testo:
a. "C'è una ragione..." Individua nel testo la ragione
del ritorno del protagonista.
b. I paesi e i luoghi della propria infanzia sono indicati dal
protagonista con i loro nomi propri e con insistenza. Spiegane il
senso e la ragione.
c. Spiega il significato dell'espressione: "Non c'è da queste
parti una casa né un pezzo di terra, né delle ossa" e
chiarisci il senso della ricerca di se stesso "prima di
nascere".
d. la parola 'carne' ritorna nel testo tre volte. Spiega il
significato di questa parola e della sua iterazione.
e. Spiega come poter conciliare l'affermazione "tutte le carni
sono buone e si equivalgono" con il desiderio che uno ha
"di farsi terra e paese" per durare oltre l'esistenza
individuale ed effimera.
f. La parola 'bastardo' ricorre con insistenza nel testo. Spiegane
il significato rispetto alla situazione specifica in cui il termine
viene di volta in volta collocato.
- 3. Interpretazione complessiva e approfondimenti
Sulla base dell'analisi condotta, proponi la tua interpretazione
complessiva del brano ed approfondiscila collegando questa pagina
iniziale della Luna e i falò con altre prose e poesie di Pavese
eventualmente lette. In mancanza di questa lettura, confrontala con
testi di altri scrittori contemporanei e non, nei quali ricorre lo
stesso tema del ritorno alle origini. Puoi anche riferirti alla
situazione storico-politica dell'epoca o ad altri aspetti o
componenti culturali di tua conoscenza.
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SAGGIO BREVE O ARTICOLO DI GIORNALE
Sviluppa l'argomento scelto in forma di "saggio breve" o
di "articolo di giornale" utilizzando i documenti e i dati
che lo corredano.
Se scegli la forma del saggio breve, interpreta e confronta i
documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola,
la tua trattazione anche se con opportuni riferimenti alle tue
conoscenze ed esperienze di studio.
Dà al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane
una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo
scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento
culturale, altro).
Se lo ritieni organizza la trattazione suddividendola in paragrafi,
cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo.
Se scegli la forme dell'articolo di giornale, individua nei
documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano
rilevanti e costruisci su di essi il tuo "pezzo".
Dà all'articolo un titolo appropriato e indica il tipo di giornale
sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista
divulgativa, giornale scolastico, altro).
Per attualizzare l'argomento puoi riferirti a circostanze
immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di
rilevo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le 4-5 colonne di
metà foglio protocollo.
1) Ambito
artistico letterario
2) Ambito
socio-economico
3) Ambito
storico-politico
4) Ambito
tecnico-scientifico
Ambito
artistico letterario
La piazza luogo dell'incontro e della memoria.
Documenti
"Ero appena tornato in un viaggio nel Messico, dove ero rimasto
molto colpito dall'intensa vita del Cuore nei villaggi messicani.
Ognuno di essi possiede una piazza piuttosto grande con portici
tutto intorno, e la gente è sempre lì a comprar nelle botteghe, a
pettegolare, mentre i giovani fanno la corte alle ragazze. Questo è
il vero centro nella vita del villaggio. Provai a spiegare ai miei
studenti che valeva la pena di studiare questo elemento e che
dovrebbe essere possibile creare anche negli Stati Uniti cuori di
questo genere. Ma gli studenti rifiutarono la mia proposta perchè
pensavano che l'idea di una piazza circondata da portici
appartenesse troppo al passato e che non fosse adatta alla vita di
oggi. Così io mi domandai se l'aver suggerito un tale argomento non
era dovuto al fatto che io avevo una mentalità d'altri tempi. Ora
però so che rifiutarono la mia proposta perchè non sapevano di che
cosa si trattava: non avevano mai visto una cosa simile, non
l'avevano mai sperimentata, perciò non potevano capirla. Non molto
tempo dopo ricevetti una lettera da uno di essi, un ragazzo molto
dotato, che era stato dotato ed aveva visto piazza San Marco. Ne era
rimasto così impressionato che mi scrisse ricordando la nostra
discussione".
Walter Gropius, Discussione sulle piazze italiane, Milano 1954
"Ecco le piazze romane, dove le persone, giunte in mezzo,
scompaiono in profonda vasca, emergono gli orli e le vedi, a
distanza, salire la scalinata di San Pietro come se andassero in
Paradiso".
Vincenzo Cardarelli, Il cielo sulle città, 1949
La veneta piazzetta
antica e mesta, accoglie
odor di mare.E voli
di colombi. Ma resta
nella memoria - e incanta
di sé la luce - il volo
del giovane ciclista
volto all'amico: un soffio
melodico: "Vai solo?"
Sandro Penna, Poesie, 1939
Milano
Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio
villeggiatura. Mi riposo in Piazza
del Duomo. Invece
di stelle
ogni sera s'accendono parole.
Nulla riposa della vita come
la vita
Umberto Saba Il Canzoniere, Torino 1961
Piazza Grande
Santi che pagano il mio pranzo non ce n'è
sulle panchine in Piazza Grande
ma quando ho fame di mercanti come me
qui non ce n'è.
(...) Lenzuola bianche per coprirci non ne ho,
sotto le stelle in piazza Grande
e se la vita non ha sogni, io li ho e te li do.
E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in piazza Grande
tra i gatti che non han padrone come me,
attorno a me.
A modo mio quel che sono l'ho voluto io...
(testo di G. Baldazzi-S. Bardotti, 1972, in Casa Ricordi, 1995)
"La piazza ospita le attività non programmate, spontanee e in
questo senso diventa una propaggine del laboratorio culturale; ne
interpreta e ne rafforza la vocazione popolare, prospettandosi come
una trasposizione fantastica del vecchio Hyde Park Corner".
Come immagini sono riportate:
Il centro culturale George Pompidou di Piano e Rogers; un disegno di
Steimberg, piazza San Marco; Piazzola Sabato del Villaggio di
Recanati: I fanciulli gridando/ sulla piazzuola in frotta,/ e qua e
là saltando,/ fanno un lieto romore./ G. Leopardi, Il sabato del
villaggio.
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Ambito
socio-economico
Musica per tutti, tra arte e industria
Oscar della musica, Eminem come Madonna
"Stoccolma - Doppio trionfo per Madonna agli MTV Europe Music
Awards ieri sera al Globen della capitale svedese e in diretta tv
per un bacino di telefan. Madonna conquista i titoli di miglior
artista femminile e dance e si ritrova a condividere il palco del
mega-show con Ritche, il suo compagno 31enne, il regista inglese di
"Snatch", che l'ha resa madre due mesi fa. Canta,
"Music", in scena con due ballerini e tre musicisti, e
sullo sfondo le istantanee più importanti della sua carriera.
Doppio trionfo anche per Eminem, rapper bianco americano, con più
di una grana con la giustizia per violenze: è lui che vince il
premio per il miglior artista hip hop...Tutti gli artisti si
esibiscono dal vivo. La scenografia ricorda i film di fantascienza
degli anni 50: lame d'acciaio, stalattiti argentee, sfere color
latte, alcune ripiene di acqua, e c'è pure una sorta di igloo...Richy
Martin, dio in terra del pop latino, vince come miglior artista
maschile e propone "She bangs" con più di 40 ballerini
trasferendo l'atmosfera acquatica del video sul palco proprio in
quelle bolle piene d'acqua".
dal Corriere della Sera 17 novembre 2000
Umano troppo umano: si celebra l'innocuo rito della sintonia
nazionale
"Del resto Sanremo svolge una funzione determinante nella vita
del Paese che, in segno di rispetto, si ferma, si sintonizza, si
interroga sui massimi sistemi. Il Festival infatti è una sorta di
pratica divinatoria coatta per leggere la nostra società; anche qui
a fasi alterne. Un anno Sanremo è lo specchio del Paese, l'anno
dopo è lo specchio di se stesso, di ciò che rappresenta, di tutto
il baraccone televisivo; insomma è un Censis tradotto in canzoni,
un Istat in rima baciata, un osservatorio di dati orecchiabili.
Bisogna guardare Sanremo perchè sugli altri canali,
inspiegabilmente, non c'è mai nulla da guardare".
Aldo Grasso, dal Corriere della Sera, 27 febbraio 2001
L'evento: con le star della lirica un viaggio nella vita di Verdi
"L'anniversario di Verdi ha imposto uno scatto in più. I
cantanti sfileranno uno dopo l'altro ma reciteranno anche:
mantenendo un tono di conversazione leggeranno appunti di vita
verdiana ricollocando la scheggia d'opera che cantano nel contesto
storico, sociale, psicologico in cui nacque. Poi ci saranno le
emozioni e forse qualche ricordo personale dei protagonisti a tu per
tu con gli eroi e i ribaldi inventati da Verdi.
Sarà un viaggio nella vita di Verdi - dice il celebre direttore
Zubin Mehta - Il galà viene consegnato al Festival, chiavi in mano,
da un noto agente musicale e sarà ripreso da 80 televisioni. Ci sarà
anche un dvd (ma non un cd), un homevideo e una distribuzione via
Internet"
dal Corriere della Sera 11 marzo 2001
I due volti di Internet, pericoli e opportunità
"Molto rumore per nulla? Il caso Napster - o se volete il caso
della musica digitale che viaggia lungo le arterie del Web compressa
con il formato Mp3 - ha scatenato una battaglia legale di
proporzioni enormi. La sentenza finale dei giudici federali è alle
porte e gli uomini di Napster, proprio ieri, hanno detto di essere
pronti ad introdurre un filtro elettronico per la protezione del
copyright, che ha prontamente fatto arricciare il naso alla Riia,
l'associazione delle case discografiche...Fermare Napster non
significa fermare lo scambio illegale di musica; nel breve o nel
medio periodo, non c'è da attendersi che il mercato legale della
musica on line decolli vertiginosamente. Secondo le stime di
Forrester Research, nel 2003 la musica acquistata digitalmente
dovrebbe valere 220 miliardi di lire su scala globale, quindi solo
una modesta fetta del totale. Ma siamo sicuri che Napster &
friends danneggino il mercato? A parte l'Italia (dove le vendite
ristagnano da anni) su scala globale i consumi non hanno mostrato
sensibili segni di cedimento. Anzi, a detta di alcuni, la musica
digitale può avere effetti positivi sul mercato: ascolto un brano
via Napster, e se mi piace vado a comprare l'intero disco".
da Il Sole 24 Ore" 4 marzo 2001
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Ambito storico
politico
L'Unità europea: un cammino di idee e di realizzazioni
Documenti
"Uno Stato europeo stabilito sulla base del governo
rappresentativo, che garantisca la libertà politica e il suffragio
universale, fornirebbe il meccanismo in grado di portare a quella
libertà politica ed economia desiderata da tutti i popoli d'Europa.
Vi prenderebbero inoltre, parte paesi in numero sufficiente da
assicurare stabilità per la democrazia, in modo tale che, nel caso
in cui in una parte della Federazione si manifestassero tendenze a
sopraffare le sue basi democratiche, la stabilità degli altri
membri sarebbe sufficiente per resistere all'attacco".
R. W. Mackay, Federal Europe, London, 1940.
"Il problema che in primo luogo va risolto e fallendo il quale
qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva
abolizione della divisione dell'Europa in Stati nazionali sovrani.
Il crollo della maggior parte degli Stati nel continente sotto il
rullo compressore tedesco ha già accomunato la sorte dei popoli
europei, che o tutti insieme soggiaceranno al dominio hitleriano, o
tutti insieme entreranno con la caduta di questo, in una crisi
rivoluzionaria in cui non si troveranno irrigiditi e distinti in
solide strutture statali".
Altiero Spinelli, Il manifesto di Ventotene 1941.
"Per me e per coloro che condividono le mie opinioni, l'idea
dell'unità europea fu sempre cara e preziosa; essa rappresentava
qualcosa di naturale per il nostro pensiero e per la nostra volontà.
(...) La vera Europa sarà creata da voi con l'aiuto delle potenze
libere. Sarà una federazione di liberi Stati con eguali diritti,
capaci di far fiorire la loro indipendenza spirituale e la loro
cultura tradizionale sottomessi contemporaneamente alla comune legge
della ragione e della moralità".
Thomas Mann, Messaggio pronunciato alla radio di New York il 29
gennaio 1943
"Questo senso dell'Europa come portatrice di civiltà e di una
civiltà comune si precisa e si definisce in senso unitario nel
periodo fra le due guerre e prima della tremenda devastazione
hitleriana. Ma è un culto che rifiorisce soprattutto dopo la grande
delusione e dopo le terribili esperienze della Seconda Guerra
Mondiale"
Giovanni Spadolini, Prefazione a Storia dell'Europa come nazione, di
R. Ugolini, Firenze, 1979
"La fine della seconda guerra mondiale segnò anche per
l'Italia il ritorno a una concezione europeista non subordinata ai
rapporti di potenza. La guerra di Liberazione aveva fatto sentire
l'importanza della collaborazione internazionale e su questa base
l'Italia sviluppò tutta una serie di iniziative volte a dare
risvolti concreti all'ideale comunitario. Queste iniziative vennero
a frutto nel 1957, con la creazione del Mercato Comune, il Mec ed il
fatto che il trattato istitutore fosse firmato a Roma, dimostra il
ruolo non certo secondario che il nostro paese aveva avuto (e che
del resto continuerà ad avere) sul piano dell'ideale
europeista"
R. Ugolini,Storia dell'Europa come nazione, Firenze, 1979.
"Non sarà possibile conseguire una integrazione economica e
monetaria senza procedere al tempo stesso ad un'integrazione
democratica e politica...Come si può concepire la creazione di una
forte banca centrale indipendente che controlli una moneta usata da
340 milioni di cittadini, senza paralleli sviluppi politici e
democratici e una identità politica europea?"
Jacques Delors, in Dal mercato unico all'Unione Europea,
documentazione europea, Lussemburgo, 1992.
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Ambito
Tecnico-scientifico
La scienza: dubbi e paure dello scienziato
Documenti
"Il supremo passo della ragione sta nel riconoscere che c'è
un'infinità di cose che la sorpassano. E' ben debole, se non giunge
a riconoscerlo.
Se le cose naturali la trascendono, che dire di quelle
soprannaturali?".
B. Pascal Pensieri, n. 139, trad. it. di P. Scrini, Torino, 1962.
"E tuttavia il ventesimo secolo non si trova a suo agio con la
scienza che è il suo risultato più straordinario e da cui esso
dipende. Il progresso delle scienze naturali è avvenuto sullo
sfondo di un bagliore di sospetti e paure, che di quando in quando
si è acceso in vampate di odio e di rifiuto della ragione e di
tutti i suoi prodotti. (...) I sospetti e la paura verso la scienza
sono stati alimentati da quattro sentimenti: che la scienza è
incomprensibile; che le sue conseguenze pratiche e morali sono
imprevedibili e forse catastrofiche, che essa sottolinea la
debolezza dell'individuo e mina l'autorità. Nè infine dobbiamo
trascurare il sentimento che, nella misura in cui la scienza
interferisce con l'ordine naturale delle cose, essa risulta
intrinsecamente pericolosa".
E. Hobsbawm, Il Secolo breve trad. it. Milano, 1995.
"Mi ricordo un colloquio che ebbi dopo
la Guerra con Enrico Fermi, poco prima che venisse sperimentata la
prima bomba all'idrogeno nel Pacifico. Discutemmo di questo
progetto, ed io lasciai capire che, considerate le conseguenze
biologiche e politiche si doveva abbandonare un simile esperimento.
Fermi replicò: "Eppure è un così bello esperimento".
Questo è probabilmente il motivo più profondo che sta alla base
dell'interesse per l'applicazione pratica della scienza; lo
scienziato ha bisogno di sentirsi confermare da un giudice
imparziale, dalla natura stessa, di aver compreso la sua struttura.
E vorrebbe verificare direttamente l'effetto dei suoi sforzi".
W. Heisenberg, La tradizione nella scienza, trad. it. Milano, 1982.
"La politicizzazione della scienza toccò il suo culmine nella
seconda guerra mondiale (...). Tragicamente la stessa guerra
nucleare fu figlia dell'antifascismo. Una normale guerra fra diversi
stati nazionali non avrebbe quasi certamente spinto i fisici
d'avanguardia, per lo più profughi dai paesi fascisti, a premere
sui governi inglese e americano perchè costruissero una bomba
atomica. E proprio l'orrore di questi scienziati dinnanzi al
risultato ottenuto, i loro sforzi disperati all'ultimo
minuto, per impedire ai politici e ai
generali di usare effettivamente la bomba e, in seguito, i loro
sforzi per opporsi alla costruzione della bomba all'idrogeno
testimoniano della forza delle passioni politiche".
E. Hobsbawm, Il secolo breve, trad. it. Milano 1995
"Galileo: Se gli uomini di scienza non reagiscono
all'intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare
sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, ed
ogni nuova macchina non sarà fonte che di nuovi triboli per l'uomo.
(...) Per alcuni anni ebbi la forza di una pubblica autorità; e
misi la mia sapienza a disposizione dei sapienti perchè la
usassero, o non la usassero o ne abusassero, a seconda dei loro
fini. Ho tradito la mia professione; e quando un uomo ha fatto ciò
che ho fatto io, la sua presenza non può essere tollerata nei
ranghi della scienza".
B. Brecht, Vita di Galileo, Torino, 1961
"Ho speso tutta la mia vita per la libertà della scienza e non
posso accettare che vengano messi dei chiavistelli al cervello.
L'ingegno e la libertà di ricerca è quello che distingue l'Homo
sapiens da tutte le altre specie...Solo in tempi bui la scienza è
stata bloccata. Oggi più che mai bisogna affermare il principio che
gli scienziati hanno il diritto di partecipare alle decisioni
politiche piuttosto che essere vittima di movimenti oscurantisti ed
anti-scientisti"
Rita Levi Montalcini, dal discorso tenuto il 13 febbraio 2001 nella
sala della biblioteca di Montecitorio.
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