Sanremo 2002

Il comico non graffia con un'imitazione di Keith Richards degli Stones aspettando l'evento Benigni, Baudo punta sulle risate

Arriva Teocoli e il rock conquista finalmente Sanremo


SANREMO - Il rock approda finalmente al Sanremo ma è finto. Ha le sembianze di Keith Richards, chitarrista (Baudo lo definisce bassista, ma non è certo un esperto di rock) dei Rolling Stones, ma è Teo Teocoli. Magistralmente truccato, Teocoli ha sprecato un occasione, si è limitato a recitare l'intero catalogo dei luoghi comuni sul rock "tragressivo" senza davvero graffiare. Il Keith Richards di Teocoli ha cantato Satisfaction (chissà perché non si è camuffato da Mick Jagger), ha spaccato un paio di strumenti e amplificatori finti, ha spinto in terra Baudo, ha strapazzato l'assessore Bissolotti e francamente non ha dato una scossa a una serata che, come la precedente, non ha riservato particolari emozioni.

Una linea il Festival di Sanremo 2002 comunque l'ha trovata ed è quella di trasformarsi in una lunghissima "attesa dell'evento". La presenza di Benigni aleggia, la sua assenza diventa il vero tormentone del festival, più dello stesso Giorgino. C'è Benigni tra le poltrone dell'Ariston, Benigni tra i fiori, Benigni tra gli strumenti dell'orchestra. Ma visto che in realtà non c'è, al suo posto arrivano invece le canzoni. Alcune sono interessanti, la immaginifica Patty Pravo, Enrico Ruggeri, Renga, ma per compensare ci sono le terribili Lollipop, mentre tra i giovani, cinque dei quali anche ieri si sono guadagnati il passaporto per la finale, la medietà regna sovrana.

I brani musicali scorrono via, entrano ed escono dalla serata e dall'attenzione del pubblico senza lasciare traccia; tutto si svolge nell'attesa di un avvenimento, vero o falso che sia, foss'anche il finto suicida proposto da Ippoliti o gli ospiti internazionali come Gabrielle, Shakira e Michael Bolton presentati da Giulio Scarpati. Nulla di nuovo insomma, ma del resto non potrebbe essere diversamente, Baudo l'aveva dichiarato con la gag d'apertura, giocata sulla sua insostituibilità. Dustin Hoffman è troppo basso, Antonio Banderas è venuto l'anno scorso, ha preso mezzo miliardo e non ha fatto niente, Bill Clinton suona il sax insieme a Maurizio Costanzo: "Sono costretto a restare", dice Pippo e così è. A farci ridere ci hanno pensato Maurizio Crozza e Gene Gnocchi nel collegamento con il Dopofestival, con Simona Ventura e con Giorgino, "un bambino che anche i genitori chiamavano per cognome", come ha detto Gnocchi.

Quest'ultimo ha proposto le immagini "mai viste" su movimenti di uova a Sanremo durante la giornata, "per colpire Benigni anche se gli dovesse scappare una battuta di destra". Ma anche Teocoli, quando è tornato in scena nei suoi panni, con un paio di battute su Mazzone, Galliani e Prisco. Entro le 23.15, come da contratto

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