Uno studio di ricercatori dell’Università
di Napoli sui lavoratori addetti ai
caselli autostradali ha dimostrato che l’inquinamento del traffico
danneggia la qualità degli spermatozoi. La ricerca, pubblicata sulla
rivista “Human
Reproduction” (Vol. 18, No. 5),
potrebbe stimolare studi su altri tipi di lavoratori esposti a livelli
simili di inquinamento, e dovrebbe mettere in guardia le autorità
sanitarie sugli effetti a lungo termine del traffico sulla salute.
Michele De Rosa e colleghi hanno esaminato la qualità del seme di 85
uomini impiegati ai caselli autostradali e quello di 85 uomini di età
uguale, usati come gruppo di controllo, che vivono nella stessa zona.
Anche se in entrambi i gruppi il numero degli spermatozoi e i livelli
di FSH (ormone che stimola la crescita dei follicoli), LH (ormone
luteinizzante) e testosterone erano entro valori normali, nei
casellanti tutti gli altri parametri erano al di sotto dei valori
indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In particolare, i
casellanti avevano livelli significativamente più bassi di mobilità
degli spermatozoi e valori molto più bassi in diversi test sulla loro
cinetica e funzionalità.
“Presso i caselli, - afferma De Rosa - i livelli ambientali di tutti
gli agenti inquinanti, eccetto il biossido di carbonio, erano ben
oltre i valori massimi tollerati per legge, e rispetto al gruppo di
controllo i lavoratori erano esposti a livelli significativamente più
alti di ossidi d’azoto, ossidi di zolfo, monossido di carbonio e
piombo”. Una serie di analisi effettuate dal gruppo di ricercatori ha
identificato negli ossidi di azoto e nel piombo i probabili colpevoli
della scarsa qualità degli spermatozoi. È stata osservata una
correlazione inversa fra il conteggio degli spermatozoi e i livelli di
piombo nel sangue, mentre altri parametri erano inversamente correlati
con un marcatore per i livelli di ossido d’azoto, la metaemoglobina (Mhb).
“Lo studio - ha spiegato De Rosa - è stato condotto su una popolazione
omogenea per età, costantemente esposta ai gas di scarico dei veicoli
per sei ore al giorno”.
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