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#Cos'é la cataratta
#Sintomi della cataratta
#Intervento chirurgico
#Estrazione extracapsulare pianificata:
#Facoemulsificazione:
#Sostituzione del cristallino
#La guarigione ed il recupero visivo
#Conclusioni

Cos'é la cataratta

    All'interno dell'occhio c'é una piccola lente, poco più grande di una lenticchia: è il cristallino.

La sua funzione è quella di far convergere la luce sulla retina; questa è una sottile membrana posizionata nella parte profonda dell'occhio; essa con l’intermediario di altre strutture trasmette le immagini al cervello.

In giallo è rappresentato il cristallino, la lente che ha il compito di far convergere i raggi luminosi sulla retina

Occhio normale: la luce, reppresentata nel disegno dalle frecce, passa agevolmente attraverso il cristallino trasparente

Occhio affetto da cataratta: la luce, rappesentata nel disegno dalle frecce, viene parzialmente arrestata dal cristallino che ha perso la sua trasparenza

Questa lente per consentire alla luce di passare deve essere trasparente; se diviene opaca si ha la cataratta e quindi l'annebbiamento della visione. Ci sono vari tipi di cataratta.

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alcune sono presenti alla nascita: sono cioè congenite.

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altre compaiono in seguito a ferite o traumi

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altre in seguito ad alcune malattie dell'occhio

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altre si verificano dopo instillazione locale di farmaci

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altre sono di natura sconosciuta

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la maggioranza però compare con il naturale processo di invecchiamento dell’occhio.

In Italia compaiono ogni anno circa 150.000 nuove cataratte e la grande maggioranza di esse vengono operate con ottimi risultati.

La cataratta compare prevalentemente dopo i cinquant’anni; in questi ultimi decenni, l’età di insorgenza si è però man mano abbassata ed ora le cataratte a quarant’anni non sono rare.

La cataratta si può sviluppare rapidamente cioè nel periodo di pochi mesi oppure formarsi lentamente cioè in parecchi anni.

Solitamente il "problema" compare prima in un occhio e successivamente si verifica anche nell’altro.

Quando la cataratta si è instaurata non esiste cura o dieta in grado di farla regredire: l’unica terapia valida è la chirurgia; recenti studi fanno prospettare per il futuro delle cure preventive.

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Sintomi della cataratta

    Il disturbo più comune è l’annebbiamento della vista; per lo più il calo visivo insorge in maniera lenta e progressiva ma a volte compare in modo rapido e improvviso.

Frequenti sono pure il fastidio alla luce, gli aloni intorno alle sorgenti di luce, la sensazione di sdoppiamento delle immagini, la comparsa o l’aumento della miopia (che induce un apparente miglioramento della visione durante la lettura).

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Paesaggio visto da un occhio sano Paesaggio visto da un occhio affetto da cataratta di grado lieve
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Paesaggio visto da un occhio affetto da cataratta di grado medio  Paesaggio visto da un occhio affetto da cataratta di grado avanzato
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Intervento chirurgico

    La cataratta va operata quando disturba in maniera significativa la vista, quando cioè impedisce alla persona che ne è affetta di svolgere normalmente le sue attività visive e generali quotidiane.

Con i risultati che la chirurgia attuale consente di ottenere la cataratta può essere rimossa durante un qualunque stadio di maturazione; non è più quindi necessario attendere la sua "maturazione" anzi conviene operare precocemente; ciò semplifica l’intervento ma soprattutto evita al paziente di dover convivere per lungo tempo con i fastidi provocati dalla cataratta.

Esistono parecchie tecniche per operare la cataratta in base al tipo di situazione clinica ed alle apparecchiature disponibili; la più adoperata è la estrazione extracapsulare pianificata perché è relativamente semplice da eseguire e richiede attrezzature poco costose; ma la procedura meno traumatica e che fornisce i migliori risultati operatori e visivi è la facoemulsificazione.

L'operazione si compone sostanzialmente di due parti.

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la rimozione della cataratta vera e propria.

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la sostituzione con un cristallino artificiale.

La rimozione della cataratta può essere eseguita soprattutto con due tecniche:

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estrazione extracapsulare pianificata

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facoemulsificazione

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Estrazione extracapsulare pianificata:

Attraverso una incisione di 6-12 mm viene estratto prima l'involucro anteriore poi la parte centrale dura della cataratta in un unico pezzo e infine la parte periferica molle.

Viene poi inserito un cristallino artificiale rigido che abitualmente ha un diametro di 6,0 mm.

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Facoemulsificazione:

Attraverso una incisione di 3,0 mm viene estratto prima l'involucro anteriore poi viene frammentata in piccolissimi pezzi la parte centrale della cataratta ed infine viene aspirata la parte periferica molle. Attraverso la stessa incisione viene poi inserito un cristallino pieghevole (in tal caso non c’è quasi mai necessità di sutura); in alternativa l'apertura può essere ampliata a 5,5 - 6,00 e può essere inserito un cristallino rigido (in tal caso uno-due punti possono rendersi necessari).

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Inserimento di un cristallino pieghevole

Vantaggi della facoemulsificazione

La facoemulsificazione è la tecnica più sicura e precisa di chirurgia della cataratta; è anche la metodica che comporta la guarigione più rapida ed il recupero visivo più precoce.

Inoltre presenta numerosi altri vantaggi:

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trauma chirurgico ridotto per la limitata apertura dell’occhio

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riduzione delle complicanze operatorie

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evita, nella maggioranza dei casi, l’applicazione di punti di sutura per cui non comporta l’insorgenza di fastidiosi astigmatismi postoperatori ed irritazioni locali dovute alla sutura

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minori disagi generali dovuti all’intervento:

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possibilità di intervento ambulatoriale con abolizione quindi del ricovero

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mobilizzazione immediata: il paziente dopo l’intervento non ha bisogno di stare a letto

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rapido ritorno alle abituali attività personali, lavorative, sociali.

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Il cristallino artificiale, rappresentato con il colore azzurro,
viene inserito nella stessa posizione ove era localizzato
il cristallino naturale

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Sostituzione del cristallino

L'operazione di cataratta provvede alla rimozione della lente opaca preparando l'occhio alla fase successiva dell'atto chirurgico: l'inserimento del cristallino artificiale. La preparazione consiste nel lasciare in sede l'involucro anteriore periferico e posteriore della cataratta; essi formano una specie di sacchettino che serve appunto per il posizionamento del cristallino artificiale: la lente artificiale viene quindi collocata esattamente nella stessa posizione di quella naturale.

La lente intraoculare o cristallino artificiale, è senza ombra di dubbio il metodo più usato ma soprattutto il migliore per ristabilire la visione con l'operazione di cataratta; in alternativa, in casi particolari, si usano occhiali o lenti a contatto.

Il cristallino artificiale è fatto con una speciale plastica che ha dato sufficienti garanzie di tolleranza per l’intero arco di vita del paziente.

Il cristallino artificiale non consente di fare tutto ciò che un cristallino umano sano è in grado di fare; perciò possono essere necessari dopo l'intervento occhiali per aiutare l'occhio ad ottenere la miglior visione per vicino o per lontano.

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 Paesaggio visto da un occhio operato di cataratta in cui non è stato inserito il cristallino artificiale, per cui si devono utilizzare occhiali speciali: sono evidenti le sfocature e le distorsioni dell'immagine causate da questo tipo di occhiale. La visione di un occhio in cui sia stato inserito il cristallino artificiale, metodica che oggi si pratica di routine, è assolutamente simile a quella di un occhio normale.

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La guarigione ed il recupero visivo

    Le moderne tecniche chirurgiche consentono, mediante la facoemulsificazione, di operare attraverso una piccola incisione ed inserendo un cristallino pieghevole con un trauma chirurgico molto limitato; la guarigione della ferita chirurgica avviene quindi rapidamente e ciò consente al paziente di riprendere precocemente le sue abituali attività fisiche; la rapida guarigione comporta anche un altrettanto precoce recupero visivo.

Inoltre l’uso della facoemulsificazione, l’utilizzazione di sostanze viscoelastiche protettive e l’isolamento del cristallino "dentro al sacco capsulare" rendono l’intervento particolarmente sicuro.

Possibili complicazioni

    E' importante comprendere che l'intervento della cataratta è un intervento chirurgico e che qualche volta può non riuscire perfettamente; alcune complicazioni talvolta anche gravi possono verificarsi.

E’ altresì importante comprendere che la visione dipende dal buon funzionamento di molteplici strutture oculari e che spesso un calo visivo può essere causato, oltre che dalla cataratta, da altre patologie coesistenti; in conseguenza di ciò il recupero visivo conseguente all’operazione di cataratta non dipende solo dal buon esito dell’operazione.

Prima dell'intervento

    Occorre eseguire alcuni esami del sangue, il cardiogramma e la radiografia del torace; l'elenco esatto degli esami verrà fornito al momento della prenotazione dell'intervento.

L'anestesia

    In alcuni casi è possibile eseguire l’operazione con la sola anestesia "topica" cioè con l’instillazione di semplici colliri anestetici; nella maggioranza dei casi è preferibile eseguire l’anestesia locale per iniezione; in tal caso il paziente, pur non sentendo dolore, rimane sveglio durante l'operazione; in altri casi è consigliabile fare l'anestesia generale cioè addormentare completamente il paziente.

Intervento in ambulatorio o in clinica

    La maggior parte degli interventi, soprattutto se eseguiti in anestesia topica o locale, possono essere fatti senza ricovero.

Durante l'intervento in ambulatorio il paziente usufruisce della stessa assistenza di cui dispone da ricoverato però alla fine dell'operazione può rientrare a casa sua o in albergo.

Il ricovero in clinica viene richiesto solitamente per casi in cui è necessaria l’anestesia generale.

Dopo l'intervento ambulatoriale

    Solitamente il paziente, dopo il parere positivo dell'anestesista può andare a casa o in albergo.

Per lo più l’occhio rimane bendato fino al giorno successivo all'intervento cioè fino a quando viene eseguita la prima visita di controllo del chirurgo.

Dopo l’intervento non è necessario stare a letto ma occorre riposo ed è soprattutto importante evitare sforzi fisici.

Per facilitare la guarigione dell'occhio è necessario somministrare delle gocce antibiotiche ed antinfiammatorie; utile è anche proteggere l’occhio operato con un paio di occhiali affumicati nelle ore diurne e con una "conchiglia" di plastica nelle ore notturne.

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Conclusioni

    Ogni mese migliaia di cataratte vengono operate in Italia con ottimi risultati.

Le moderne tecniche chirurgiche consentono di operare, in anestesia locale, in ambulatorio, con strumentazioni altamente sofisticate, inserendo un cristallino artificiale e senza necessità di sutura a fine intervento. Tutto ciò comporta una guarigione anatomica e funzionale rapida ed un precoce ritorno alle normali funzioni quotidiane.

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