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LA MIOPIA - L’ASTIGMATISMO - L’IPERMETROPIA
La correzione della miopia, dell’astigmatismo e dell’ipermetropia
Il meccanismo della visione
Laser ad eccimeri
PRK (o fotoablazione corneale di superficie)
LASIK: Cheratomileusi intrastromale con laser ad eccimeri
DIFFERENZA FRA PRK E LASIK
Inconvenienti e complicazioni della LASIK e della PRK
Impianto di cristallino artificiale
Conclusioni

Il Consenso Informato

La miopia

    La miopia è il difetto visivo più frequente nella nostra Penisola così come in tutto il mondo occidentale; circa un abitante su quattro ha difficoltà di visione per lontano; gli oggetti distanti appaiono tanto più indistinti e annebbiati quanto maggiore è l'entità del difetto.

La miopia si misura in diottrie; si parla di miopia lieve quando il difetto è inferiore a 3-4 diottrie, di miopia media o medio-forte sino a 8-9 diottrie, di miopia elevata al di sopra di questi valori. Si tratta in generale, di una condizione dovuta ad un'aumentata lunghezza dell'occhio oppure ad una eccessiva curvatura della cornea o del cristallino.

Nella grande maggioranza dei casi la miopia si può correggere con delle procedure che utilizzano il laser ad eccimeri sulla cornea e ne provocano l’appiattimento nella porzione centrale; le tecniche si chiamano LASIK e PRK.

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L’astigmatismo

    In Italia gli astigmatici sono circa 3 milioni; molti di questi sono contemporaneamente anche miopi o ipermetropi.

Nell’astigmatismo la cornea, la parte più anteriore dell’occhio, invece di avere una conformazione di tipo sferico ha più alla forma di un uovo, è cioè più curva in alcuni settori e meno in altri.

Con una procedura di PRK o di LASIK si può rendere omogenea la curvatura anteriore della cornea e correggere così l’astigmatismo.

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L’ipermetropia

    Cinque milioni di italiani sono affetti da ipermetropia e sono obbligati all’uso di occhiali o di lenti a contatto per vedere bene e svolgere le comuni attività quotidiane in maniera confortevole almeno dal punto di vista visivo.

L’ipermetrope vede male da vicino (e anche da lontano) ma entro certi limiti mettendo in funzione l’accomodazione (quel meccanismo fisiologico che permette all’occhio la messa a fuoco) può rendere nitide le immagini con tanta più facilità quanto più leggero è il difetto e quanto più giovane è il paziente.

L’ipermetropia può essere corretta permanentemente con una procedura di PRK o di LASIK; ambedue utilizzano il laser ad eccimeri.

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Occhio normale: la sfera viene messa a fuoco sulla retina, per cui potrà essere vista correttamente

Occhio miope: a causa della maggiore lunghezza dell'occhio, la sfera viene messa a fuoco in un punto antistante la retina, per cui non potrà essere vista correttamente

Occhio ipermetrope: a causa della minore lunghezza dell'occhio, la sfera vine messa a fuoco in un punto retrostante la retina, per cui non potrà essere vista correttamente

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Simulazione del modo di vedere di un occhio miope: gli oggetti posti a distanza ravvicinata vengono visti correttamente a fuoco, mentre quelli più lontani appaiono tanto più sfocati ed indistinti tanto più sono distanti e tanto più la miopia è elevata

Simulazione del modo di vedere di un occhio ipermetrope: gli oggetti posti a distanza ravvicinata appaiono sfocati ed indistinti; gli oggetti distanti vengono visti a fuoco, soprattutto se entra in funzione l'accomodazione

Simulazione del modo di vedere di un occhio astigmatico: le immagini vengono percepite deformate lungo una certa direzione che dipende dalla direzione dell'astigmatismo; la deformazione è tanto maggiore, tanto più elevato è il grado di astigmatismo

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La correzione della miopia, dell’astigmatismo e dell’ipermetropia

    I mezzi di correzione permanente dei difetti di vista sono dati dagli occhiali, dalle lenti a contatto e dalla chirurgia refrattiva.

Occhiali

    Gli occhiali sono "strumenti" versatili, pratici ed economici e fanno un ottimo lavoro nei difetti lievi; nei difetti medi ed elevati la loro validità è però ridotta per varie ragioni:

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estetiche: le lenti sono molto spesse e danno brutti riflessi all'occhio (sono proprio delle protesi...)
Per tali ragioni la scelta della montatura è limitata ai modelli robusti e di piccole dimensioni mentre sono scarsamente utilizzabili i modelli leggeri, grandi ed originali;

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pratiche: sono pesanti, scivolano spesso, lasciano i solchi sul naso e si appannano

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funzionali: le immagini sono modificate e la visione periferica è distorta.

Nemmeno l'introduzione in commercio di lenti con particolari geometrie costruttive e di materiali ad alto indice di rifrazione è riuscita ad ovviare completamente a tali inconvenienti.

Lenti a contatto

    Le lenti a contatto hanno avuto un incremento enorme negli ultimi anni, in quanto risolvono molti dei problemi posti dagli occhiali soprattutto nelle miopie elevate. Esse infatti non modificano l'aspetto estetico, ampliano il campo visivo e il campo di sguardo; inoltre si muovono con l'occhio, per cui la visione è più naturale che con gli occhiali; lasciano inoltre una maggior libertà di azione ad esempio per attività sportive...

Non tutti riescono però a tollerarle per un numero di ore sufficiente nell'arco della giornata; esse, inoltre, richiedono una manutenzione scrupolosa e controlli periodici per scongiurare il pericolo di infezioni e di altre complicazioni anche serie, che possono diminuire la capacità visiva in modo permanente.

Le soluzioni laser o chirurgiche

    Le procedure laser o chirurgiche in grado di correggere in modo permanente la miopia, l’astigmatismo e l’ipermetropia sono numerose; esse modificano l'anatomia della cornea o del cristallino.

Per capire come queste tecniche funzionano occorre avere almeno una semplice idea del meccanismo della visione.

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Il meccanismo della visione

    Il nostro sistema visivo funziona più o meno come una cinepresa. La messa a fuoco è assicurata dall'insieme di due lenti naturali, la cornea ed il cristallino, che rappresentano l’obiettivo e l'oculare; tra le due lenti agisce l'iride, l'anello colorato che delimita la pupilla al centro e che, come il diaframma automatico della telecamera, regola la quantità di luce che entra dentro l'occhio.

L'immagine percepita viene focalizzata sulla retina (la membrana visiva che nel nostro esempio è rappresentata dalla pellicola fotosensibile) e quindi trasmessa attraverso il nervo ottico (che fa da cavo), alle zone visive del cervello (il "video").

Ebbene, nel miope ad esempio la cornea, cioè la struttura che fa da obiettivo, non riesce a far convergere in maniera idonea i raggi luminosi sulla retina e quindi essi vengono focalizzati anteriormente ad essa.

Il principio su cui si basa la chirurgia refrattiva è quello di modificare la curvatura della cornea in modo tale da variarne il potere cioè la curvatura in modo tale che i raggi luminosi vengano focalizzati sulla retina; nel caso specifico della miopia occorre appiattire la porzione centrale anteriore della cornea; nel caso dell’astigmatismo e dell’ipermetropia occorre procedere in maniera leggermente differente. Per raggiungere tale scopo si possono utilizzare varie metodiche;

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PRK o fotoablazione corneale di superficie o cheratectomia fotorefrattiva: per i difetti lievi

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LASIK o cheratomileusi intrastromale con laser ad eccimeri per i difetti medi e forti ma anche per quelli lievi

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impianto di cristallino artificiale.

Altre tecniche come la cheratotomia radiale e l’epicheratofachia sono usate molto raramente; altre come l’impianto di anello sulla cornea sono in fase di studio.

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Laser ad eccimeri

    Il laser ad eccimeri è un apparecchio che emette una radiazione ultravioletta ad alta intensità; esso viene utilizzato per trattare la cornea; guidato e controllato in modo opportuno, il raggio laser asporta tessuto in quantità di pochi millesimi di millimetro per colpo vaporizzandolo istantaneamente; il raggio laser può così modificare il profilo della cornea, appiattendone la parte centrale (zona ottica) in modo preciso e regolare, correggendo così il difetto miopico, oppure agendo in maniera diversa per correggere l’astigmatismo o l’ipermetropia.

Il laser ad eccimeri può essere utilizzato in due modi: sulla superficie anteriore della cornea e in tal caso la procedura si chiama PRK o fotoablazione corneale di superficie; oppure all’interno della cornea (dopo aver eseguito una microscopica incisione semicircolare che consente di sollevare un sottile strato di tessuto); in tal caso la procedura si chiama LASIK o cheratomileusi con laser ad eccimeri.

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PRK (o fotoablazione corneale di superficie)

    La miopia lieve, l’astigmatismo leggero e l’ipermetropia di modesta entità vengono attualmente trattate con la PRK o fotoablazione corneale di superficie mediante laser ad eccimeri; questa tecnica consente di ottenere risultati sufficientemente precisi, sicuri e stabili nel tempo, specialmente con i laser di terza generazione cioè con quelli di più’ recente produzione.

La PRK viene soprattutto utilizzata per il trattamento della miopia lieve, anche perché è il difetto più comune e perché questa procedura funziona particolarmente bene nella miopia; è l’intervento più usato a livello mondiale per correggere la miopia lieve.

La descrizione seguente si riferirà alla miopia, ma quanto è scritto vale in gran parte anche per l’astigmatismo e l’ipermetropia.

Pregi della PRK

    I pregi di questa tecnica consistono nella sua facilità di esecuzione, nella sua precisione di esecuzione nella scarsa traumaticità e nel fatto che non presenta rischi di rilievo.

E’ una procedura completamente indolore ed eseguibile in ambulatorio; si esegue in anestesia di sole gocce (collirio anestetico).

Il trattamento di superficie con laser ad eccimeri riesce a correggere con buona esattezza la miopia lieve fino a circa 3 diottrie, è invece soggetto ad imprecisioni oltre tale valore.

Tecnica di esecuzione della PRK

    Al paziente viene richiesto di sdraiarsi sul lettino sotto al laser; viene instillata qualche goccia di collirio anestetico; poi viene rimosso lo strato più superficiale di cellule che ricoprono la cornea per esporre lo strato sottostante all’azione del laser: al paziente viene poi richiesto di fissare una luce rossa e l’operatore esegue il trattamento laser vero e proprio che dura dai 30 ai 60 secondi circa. Alla fine viene applicata una lente a contatto "terapeutica" che rimarrà in sede alcuni giorni.

Nelle ore che seguono il trattamento può comparire dolore, talvolta anche di una certa intensità; esso è conseguenza della "ferita" indotta dalla rimozione dello strato più superficiale di cellule che ricoprono la cornea.

Il dolore viene sensibilmente ridotto dalla lente a contatto "terapeutica" applicata e viene controllato con farmaci antidolorifici.

La guarigione anatomica dall’intervento (cioè il ricoprimento della cornea da parte delle cellule superficiali rimosse per fare il trattamento laser) avviene in tempi abbastanza brevi cioè tre–quattro giorni; la guarigione funzionale cioè il recupero visivo richiede un tempo maggiore (due-tre settimane circa) mentre la completa stabilizzazione necessita talvolta anche alcuni mesi.

L’intervento richiede attrezzature molto costose (un laser ad eccimeri di terza generazione costa circa un miliardo di lire) che necessitano di manutenzione continua e quindi economicamente parlando non è alla portata di tutti i chirurghi e di tutti i pazienti.

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PRK. Rappresentazione del raggio laser che,
indirizzato sulla cornea, la modella come se
fosse una lente a contatto, in modo da correggere
il difetto di vista
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LASIK: Cheratomileusi intrastromale con laser ad eccimeri

    Se il difetto (miopia, astigmatismo o ipermetropia) è di grado medio ed elevato, il trattamento con laser ad eccimeri sulla superficie corneale non è più sufficiente a correggerlo adeguatamente; occorre eseguire il laser all’interno della cornea; l’intervento si chiama "LASIK" o "cheratomileusi con laser ad eccimeri".

L’operazione consta di due parti:

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la prima consiste nell’eseguire, con uno strumento chiamato "microcheratomo", un cosiddetto "taglio lamellare" sulla cornea cioè nel tagliare un sottile strato semicircolare di tessuto superficiale (per un diametro di 8-9 mm e ad una profondità di circa il 25% dello spessore totale della cornea); esso viene poi sollevato e aperto come fosse la pagina di un libro;

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la seconda parte consiste nell’eseguire, nella parte interna della cornea così esposta, il trattamento laser ad eccimeri. La "pagina del libro" viene poi riposizionata senza necessità di dare punti di sutura.

La riuscita refrattiva può essere calcolata con una precisione di circa l’80-100%, ossia se si vogliono correggere 10 diottrie il risultato può oscillare di 1,0-2,0 diottrie in più o in meno. Qualora con l’intervento non si ottenga la correzione sufficiente è possibile eseguire un ritocco dopo 6-12 settimane.

Pregi della LASIK

    Questa operazione è completamente indolore, viene effettuata in anestesia topica (cioè anestesia a base di soli colliri) e viene eseguita ambulatoriamente; abitualmente si opera prima un occhio ed il secondo dopo una settimana; ma è anche possibile l’intervento simultaneo dei due occhi.

Dopo l’operazione, contrariamente a quanto succede nella PRK, il paziente ha solo una modesta sensazione di corpo estraneo ma non ha dolore.

Il recupero visivo è piuttosto rapido ed avviene in poche ore; la stabilizzazione completa della visione richiede invece un periodo di qualche settimana.

L’intervento offre risultati duraturi nel tempo; non riduce la robustezza della cornea e non induce modificazioni interne.

Il laser ad eccimeri applicato all’interno della cornea consente di correggere gradi di miopia molto più elevati che con il trattamento ad eccimeri in superficie (stessa cosa vale per l’astigmatismo e l’ipermetropia).

La LASIK è l’intervento più usato a livello internazionale per le miopie superiori alle 3 diottrie ma funziona molto bene anche nelle miopie lievi; viene utilizzata con molto successo anche per la correzione dell’astigmatismo e dell’ipermetropia.

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LASIK. Rappresentazione del raggio laser
che esplica la sua azione a livello degli strati interni
della cornea, rimodellandoli in modo da correggere
il difetto di vista
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LASIK

Intervento nei due occhi insieme

Intervento nei due occhi separatamente

Operando i due occhi nello stesso giorno si fa una sola seduta chirurgica; ciò vuol dire che il paziente ha un solo stress chirurgico.
Quando si opera prima un occhio e dopo alcuni giorni l’altro occorrono due sedute chirurgiche.
Dopo l’intervento i due occhi si trovano nella stessa situazione, hanno gli stessi disturbi, la stessa cura e recuperano la vista insieme per cui sono più equilibrati.
Nel periodo che intercorre fra un intervento e l’altro l’occhio operato vede in un modo e quello non operato in maniera diversa.
L’occhio non operato è in difficoltà perché non può usare la lente a contatto (in previsione dell’intervento) e perché l’occhiale non viene tollerato (per la differenza fra un occhio e l’altro).
L’intervento fornisce un risultato più simile nei due occhi perché le condizioni fisiche ed ambientali sono uguali.
Operando prima un occhio e successivamente l’altro si ha il tempo di valutare il risultato ottenuto con il primo intervento e di programmare eventuali modifiche per il secondo intervento
C’è minor dispersione di tempo e di energia.
E’ importante per chi lavora, studia o per chi, non abitando nella città ove viene eseguito l’intervento, deve viaggiare e stare in albergo.
Operando prima un occhio, lasciando qualche giorno di intervallo e poi operando l’altro si perdono alcuni giorni in più.
Nei giorni successivi i due occhi seguono la stessa cura e vengono controllati insieme.
Occorre effettuare le cure e le visite di controllo prima per un occhio e poi per l’altro.
In ogni intervento di qualunque tipo c’è la possibilità di infezione; nella chirurgia laser della cornea questo rischio è di circa 1 caso ogni 3000-4000 interventi.
Con l’intervento contemporaneo dei due occhi c’è la possibilità che l’infezione colpisca ambedue gli occhi.
Nel caso di interventi separati il rischio di infezione è globalmente minore.
L’intervento sulla cornea è una procedura di superficie e quindi la terapia antibiotica agisce molto bene nel prevenire le infezioni.

In conclusione

L’intervento simultaneo dei due occhi offre un recupero visivo globale più rapido nell’insieme è più comodo. In caso di problemi è più facile che essi interessino ambedue gli occhi.
L’intervento separato è lievemente più sicuro ma comporta per il paziente maggiori disagi, maggior perdita di tempo ed un recupero visivo globale più lento.
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DIFFERENZA FRA PRK E LASIK

PRK o fotoablazione di superficie con laser ad eccimeri per la correzione della miopia leggera

LASIK o cheratomileusi con laser ad eccimeri all’interno della cornea per la correzione della miopia medio-forte

1. E' una procedura laser
1. E’ una procedura mista chirurgica e laser
2. Fornisce i migliori risultati nella miopia lieve
2. Fornisce risultati molto buoni nella miopia media e forte, ma anche in quella lieve.
3. L’occhio da trattare viene anestetizzato con alcune gocce di collirio anestetico
3. L’occhio da trattare viene anestetizzato con alcune gocce di collirio anestetico
4. Vengono inserite nel computer del laser le informazioni necessarie a correggere il difetto del paziente
4. Vengono inserite nel computer del laser le informazioni necessarie a correggere il difetto del paziente
5. L’oculista "raschia" la cornea in superficie (rimuove cioè lo strato di cellule che rivestono la cornea) sulla zona in cui verrà eseguito il trattamento laser
5. L’oculista applica sull’occhio il "microcheratomo" cioè l’apparecchio che consente di tagliare un sottile strato di tessuto corneale (poco più di un decimo di millimetro); il lembo tagliato viene poi aperto come fosse la pagina di un libro
6. Il laser viene centrato esattamente sulla superficie anteriore della cornea corrispondente al centro della pupilla; esso viene poi attivato dal chirurgo ed esegue il trattamento previsto in un tempo che varia fra i 30 ed i 60 secondi.
6. Il laser viene eseguito sulla parte interna della cornea esposta durante la fase precedente. Come per la procedura di superficie, ogni colpo di laser asporta un quarto di micron cioè un quarto di millesimo di millimetro.
7. L’occhio viene poi protetto con una speciale lente a contatto terapeutica
7. Il "libro viene chiuso", cioè la porzione di cornea sollevata per il trattamento laser, viene riposizionata senza necessità di sutura e l’occhio rimane sbendato
8. L’intera procedura dura poco meno di dieci minuti e può essere utilizzata anche per correggere l’astigmatismo leggero e l’ipermetropia leggera
8. L’intera procedura dura meno di dieci minuti; essa può essere utilizzata anche per la correzione di astigmatismi e ipermetropie lievi, medi e forti
9. Il paziente viene medicato con un collirio antibiotico e dopo pochi minuti viene dimesso con l’occhio protetto da un occhiale da sole
9. Il paziente viene medicato con un collirio antibiotico e viene mandato a casa con l’occhio protetto da un paio di occhiali da sole
10. Il trattamento in se stesso è completamente indolore.
L’occhio è fastidioso e dolente nelle prime 24 ore cioè fino a quando le cellule rimosse con la "raschiatura" iniziale non si saranno in parte riprodotte. I fastidi persistono per 4-5 giorni.
10. L’intervento ed il decorso postoperatorio sono indolori.
Dopo l’intervento è presente solo una modesta sensazione di corpo estraneo che dura solo qualche ora. Il bulbo non è dolente.
11. L’occhio comincia a vedere dopo 4-5 giorni ed il completo processo di guarigione richiede alcuni mesi
11. L’occhio comincia a vedere già alcune ore dopo l’intervento; il processo di guarigione si completa poi nel giro di qualche settimana
In conclusione la PRK è più semplice da eseguire; dopo l’intervento però l’occhio è spesso dolente ed è lento a guarire.
In conclusione la LASIK è un poco più difficile da eseguire; dopo l’intervento però il paziente non soffre e recupera rapidamente la vista.
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Inconvenienti e complicazioni della LASIK e della PRK

    Poter scolpire la superficie dell’occhio con una precisione di millesimi di millimetro per mezzo di un raggio di luce, quasi senza toccare l’occhio, è qualcosa di estremamente affascinante; a questo trattamento così preciso però non sempre corrisponde un’altrettanta esatta correzione del difetto miopico; infatti con una frequenza valutabile dal 5 al 20% dei casi (più la miopia iniziale è alta più esiste questa possibilità) la correzione ottenuta può essere imprecisa o regredire.

Ciò significa che una certa percentuale di pazienti dopo il trattamento non ottiene il risultato desiderato o vede regredire parte della correzione ottenuta con il trattamento (che comunque non raggiunge i valori di partenza) per cui può aver ancora bisogno di occhiali anche se il loro uso diviene meno frequente perché l’intervento comporta comunque una riduzione del difetto e quindi un miglioramento della funzione visiva senza lenti.

La regressione accade perchè fattori estranei alla mano del chirurgo ed alla precisione del laser e dell’intervento possono influenzare la guarigione e quindi il risultato; per meglio capire il fenomeno occorre tener presente che, malgrado lo strumento sia molto preciso nel suo lavoro, la risposta dei tessuti all’azione del laser ed il processo di guarigione possono essere diversi da caso a caso.

Quando il risultato refrattivo desiderato non viene ottenuto è possibile un ritrattamento dopo un certo periodo dalla prima procedura.

Alla possibile regressione si associa talvolta una lieve velatura della cornea nella zona trattata; essa compare tanto più spesso quanto più elevata è la miopia che viene trattata (questa è anche una delle ragioni per cui con la PRK si trattano solo miopie lievi).

Questa velatura può determinare modeste riduzioni dell’efficienza visiva e qualche difficoltà nella guida notturna; essa regredisce di norma progressivamente in un arco di tempo di circa sei mesi.

Altre difficoltà sono rappresentate da aloni intorno alle luci, abbagliamenti, fastidio alla luce (fotofobia); essi accompagnano di frequente le prime fasi postoperatorie e si attenuano con il passare delle settimane.

Tutti i suddetti disturbi, relativamente frequenti con i laser di prima e seconda generazione si verificano molto più raramente con le macchine di terza generazione e nel caso di trattamenti per difetti leggeri, il tutto a vantaggio del risultato per il paziente che quindi può ora affrontare la loro correzione con maggior tranquillità ma soprattutto con maggior possibilità di avere un trattamento che risolva completamente il suo difetto.

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Impianto di cristallino artificiale

E’ una tecnica che viene utilizzata quando non è possibile usare la LASIK; oppure quando si devono correggere difetti molto forti e la sola LASIK non è sufficiente.

L’impianto può essere eseguito con due tecniche fondamentali.

Il primo caso: si impianta un cristallino artificiale, collocato al davanti dell'iride o dietro all’iride e si lascia in sede il cristallino naturale. L’operato si trova così con due cristallini.

Nel secondo caso si effettua la sostituzione del cristallino: si procede come per rimuovere la cataratta soltanto che in questo caso si asporta un cristallino trasparente anziché opaco, e successivamente si impianta una lente intraoculare. Togliendo il cristallino naturale viene però rimosso anche il naturale meccanismo di accomodazione e quindi la possibilità di spostare il fuoco in modo automatico dalla visione per lontano a quella per vicino. Un occhiale o per l'una o l'altra distanza è dunque sempre necessario.

Entrambi questi interventi sono intraoculari, quindi più traumatici e più suscettibili a dare complicazioni.

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Conclusioni

    La moderna oftalmologia offre oggi varie tecniche con le quali è possibile correggere la miopia, l’astigmatismo e l’ipermetropia; alcune comportano solo l’uso di un laser, altre di soli strumenti chirurgici, altre di ambedue.

Per i difetti lievi viene preferita la PRK cioè un trattamento di superficie con laser ad eccimeri perché fornisce buoni risultati, è di esecuzione precisa, è praticamente privo di rischi.

Per i difetti medi e forti viene invece preferita la LASIK o cheratomileusi, nella quale il laser ad eccimeri viene utilizzato all’interno della cornea dopo un’incisione chirurgica.

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Il Consenso Informato

    Prima di ogni intervento laser o chirurgico è indispensabile che il paziente legga, comprenda e firmi il Consenso Informato; esso informa sui vantaggi e sui rischi dell’intervento ed autorizza il chirurgo ad eseguirlo.

Le nuove disposizioni in materia sanitaria lo richiedono.

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