08 Giugno 2001
 
 
  HOME PRIMA PAGINA
A Melfi si vota comunque
Senza effetto pratico l'ordinanza del giudice su ricorso dello Slai-Cobas
FRANCESCO PICCIONI

Le elezioni per le Rsu alla Fiat di Melfi si faranno il 19, 20, 21 e 22 giugno; le liste sindacali ammesse al voto dalla commissione elettorale sono le stesse che avevano passato l'esame alla prima tornata: Fim, Fiom, Uilm, Fismic (l'ex Sida, di obbedienza aziendale) e l'Ugl (la ex fascista Cisnal). L'ordinanza del giudice di Melfi - che, su ricorso dello Slai-Cobas, aveva imposto il rinvio delle elezioni e ordinato alla Fiat di consegnare alla commissione i tabulati con i dati necessari - non ha dunque sortito effetto. E' facile immaginare che la querelle non finirà qui.
Lo Slai-Cobas, nel presentare i suoi candidati, aveva allegato 500 firme: nome e cognome. La Fiat aveva consegnato alla commissione elettorale soltanto una lista di numeri di matricola (quelli sul badge di ogni lavoratore); l'esclusione della lista era stata motivata - dalla commissione - con l'impossibilità di verificare se dietro ogni nome e cognome ci fosse davvero un dipendente della Fiat-Sata di Melfi. Una decisione che lo Slai-Cobas ovviamente contestava, rivolgendosi alla magistratura. L'ordinanza del giudice sembrava aver rimesso le cose a posto. Ma la Fiat, ricevuta la richiesta di ulteriori dati da parte della commissione eletorale, rispondeva sostanzialmente di aver "già dato" quanto poteva, trincerandosi dietro la normativa sulla privacy. La scusa è al limite dell'incredibile, tenendo conto che il "dato sensibile" sarebbe in questo caso costituito dal legame tra nome e numero di matricola (come tra i militari, no?).
Fatto sta che la commissione ne ha tratto una conseguenza tanto formale quanto foriera di nuove polemiche e rotture: la lista Slai-Cobas resta fuori. Dal fronte Cobas parte subito l'aperta accusa di combine tra azienda e sindacati confederali (più Fismic e Ugl), che compongono sia la commissione elettorale che quella detta "dei garanti". Denunciano le pressioni esercitate da capi-squadra e capi-reparto sui firmatari della loro lista, con "minacce sul loro futuro lavorativo", estese a "parenti vicini e lontani". Dalla Fiom regionale gettano acqua sul fuoco, ma confermano la volontà di andare al voto comunque entro i tempi previsti e senza lo Slai-Cobas. Su cui viene di fatto rigettata la responsabilità di aver fatto un po' di confusione al momento della presentazione delle liste.
Non è una bella pagina, quella scritta in questi giorni a Melfi. Non è davvero di questo che il movimento operaio avrebbe bisogno ora.

PRECEDENTE INIZIO SUCCESSIVO HOME INDICE