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Regione e Atm, uno scontro sui tagli

L’azienda municipale ricorre al Tar. L’assessore Corsaro: dovranno rinunciare a 640 miliardi

«Se l’Atm pensa di presentarsi alla sfida della competitività facendo ricorsi al Tar, credo che i dipendenti debbano cominciare a preoccuparsi». È sferzante, Massimo Corsaro. Con l’intervento dell’assessore regionale ai Trasporti, lo scontro tra Atm e Pirellone sale di tono. Sullo sfondo, la complessa partita della futura liberalizzazione del trasporto pubblico. I fatti recenti sono noti. Con l’ultimo bilancio, la Regione ha tagliato 26 miliardi dai contributi destinati alla spa municipale. La risposta di Atm è stata un ricorso, presentato all’inizio del mese, con cui ha impugnato presso il tar la legge di bilancio della Lombardia. Ieri, la controreplica del Pirellone, affidata all’assessore Corsaro: «Il taglio ai contributi Atm, che comunque restano di 640 miliardi all’anno, dipende direttamente dal taglio ai trasferimenti dallo Stato alle Regioni. Che noi ci siamo limitati a ripartire tra tutte le aziende a cui ripianiamo i deficit di bilancio».
Ma c’è una cosa che in Regione è piaciuta pochissimo: «La necessità di limitare i finanziamenti - prosegue Corsaro - era stata presentata da me e dal presidente Formigoni al sindaco Albertini. Di più: avevamo assicurato che a Milano non sarebbe mancata una lira. Soltanto, avremmo dovuto spostare il contributo dall’Atm agli investimenti per le infrastrutture sul territorio». Risposta? «Ci era sembrato di cogliere una assoluta disponibilità dell’amministrazione comunale». E invece, è arrivato il ricorso.
E allora, Corsaro cambia tono: «Io credo che in Atm ci sia qualcuno che non crede che il servizio sarà messo a gara. Ma le resistenze dell’azienda rischiano di essere pagate dai lavoratori e dai passeggeri». Il quadro della polemica è infatti segnato dalla neppure troppo remota prospettiva della liberalizzazione del trasporto pubblico. Ricorda l’assessore «che alla fine del 2003 i servizi passeranno dal monopolio Atm all’azienda che vincerà la gara». Corsaro si ferma un attimo. Poi scandisce: «Io, mi auguro che sia l’Atm. Ma se quest’ultima pensa di vincere la sfida della competitività con i ricorsi al tar, i lavoratori fanno bene ad essere preoccupati».
Per l’assessorato infatti circolano alcuni istogrammi. Che, secondo l’assessore di Formigoni, dimostrano che «nelle aziende italiane del trasporto, Atm in testa, il rapporto tra numero di dipendenti e fatturato è assolutamente sfavorevole». In realtà, sul risultato finale incidono parecchie variabili: prima fra tutte, il prezzo del biglietto, oggi uno dei più bassi nell’Unione europea. Ma Corsario fa balenare il rischio che i futuri gestori dei mezzi pubblici milanesi possano essere i colossi del trasporto collettivo europeo. O magari anche le aziende italiane che in questo quadro sono più attive nel consorziarsi per raggiungere la massa critica necessaria alla competizione.
Altra cosa che al Pirellone piace poco è l’occasionale ma no infrequente soppressione di alcune corse che invece, da tabella, sarebbero previste. Un fatto che è stato più volte denunciato anche dai Cobas aziendali: «Certo che accade - spiega Claudio Signore - e il motivo è semplicissimo: non c’è abbastanza personale. I dipendenti Atm fanno due milioni di ore di straordinario l’anno. Fatti i conti all’ingrosso, significa che mancano circa 800 conducenti. Gli straordinari, qualche volta risolvono la situazione, qualche volta no. E in questo caso, l’orario salta». L’azienda ha tuttavia appena firmato un accordo con i sindacati confederali per l’assunzione di trecento autisti in tre anni: «Ma quelli - osserva Signore - bastano appena a coprire il turn-over».
Il presidente Atm Bruno Soresina ieri non ha replicato alle dichiarazioni di Corsaro. Ma un punto di vista diverso da quello regionale lo offre Dario Balotta, il segretario generale della Fit-Cisl, la federazione dei trasporti: «La Regione non ha ancora spiegato i motivi del taglio. Vuole ridurre i trasferimenti per spostarli sui buoni scuola? Lo faccia sapere». Altra ipotesi è che «non sia più possibile un’assegnazione squilibrata dei contributi, visto che pur ricevendo il 60 per centro dei trasferimenti l’Atm effettua soltanto il 36 per cento dei servizi regionali». Secondo Balotta, soprattutto manca una «nuova e più efficiente strategia regionale dei trasporti, oltre a una nuova definizione dei criteri di assegnazione dei contributi per tutte le aziende».
In realtà, proprio ieri Corsaro ha presentato una legge di riforma del trasporto pubblico incentrata su semplificazione delle tariffe, integrazione di ferrovie e bus, ammodernamento di treni e stazioni e strategie antitraffico.
Marco Cremonesi


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