La più grossa
società italiana quotata in borsa è finita nelle mani
di una banda di evasori fiscali e di speculatori di borsa
in combutta con D'Alema e Mediobanca (Cuccia e Romiti). I capi "banda"
sono Roberto Colaninno (ex-fiduciario di De
Benedetti) ed Emilio Gnutti (finanziere d'assalto
di Brescia) che "controllano Fingruppo
(1.200
miliardi di mezzi propri) - che controlla Bell
(300
miliardi di mezzi propri) - che con altri controlla Olivetti
(col 14%) - che controlla Tecnost
- che controllerà Telecom Italia".
La Telecom,
valutata 116.000 miliardi, è ora di
proprietà della Tecnost, "una piccola
controllata del gruppo Olivetti che nel '97 ha avuto un
giro d'affari di poco più di 127
miliardi".
Come
è stato possibile tutto ciò ? Semplice :
"L'Olivetti si indebita, compra la Telecom, si
fonde con essa per interposta persona (Tecnost) e mette
in carico alla Telecom i debiti che ha fatto" (IlSole24ore,6-4-99). Per difendersi,
la Telecom di Bernabè(Fiat e soci) ha cercato di fare la
stessa cosa: "far debiti per acquistare il 40 % di una società -la
Tim- di cui possiede già il 60 %"; questo per
"rendere meno appetibile Telecom Italia, caricandola
di debiti". Ma l'arbitro della partita era la
Consob di Spaventa,
uomo di D'Alema e fino a 6 mesi fa a capo del Monte
dei Paschi di Siena, banca controllata dai DS e
alleata degli scalatori : Spaventa ha dato il via libera
a Colaninno e a Mediobanca, mettendo invece i bastoni fra
le ruote a Bernabè.
E gli
importanti pacchetti azionari, ancora in mano non solo
alla Banca d'Italia ma anche al Ministero del Tesoro,
hanno favorito Colaninno: Ciampi , pur essendo dell'altra
cordata e pur avendo il potere di veto, ha dovuto "badare"
alla sua elezione a Presidente della Repubblica.
19.000 licenziamenti
Ora che Colaninno e soci sono diventati
padroni di Telecom facendo debiti :
- "Olivetti stima che
13.000 persone nella telefonìa fissa siano di
troppo e si aggiungono alle 6.000, impegnate in
altre attività del gruppo, che Telecom sta già
spingendo a uscire" (IlSole24ore, 22-5-99).
- interverrà lo Stato per
alleviare le tasse a Lorsignori : la recente
"riforma" di Visco, oltre ad aver
dimezzato le aliquote per i padroni, "prevede
che circa la metà degli interessi è pagata
dallo Stato, essendo questi deducibili" (IlSole24ore,6-4-99).
Telecom,
la "madre di tutte le privatizzazioni", la
futura "public company", è finita nelle mani
di Romiti, degli speculatori del Lussemburgo e delle
Isole Cayman, degli hedge fund (fondi speculativi)
americani e inglesi, che hanno chiamato a tavola anche D'Alema.
Per
i lavoratori invece sono in arrivo 19.000 licenziamenti . . .
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premio
di consolazione alla Fiat
Telecom
a me, Eni a te
Sulla
Telecom si sono scontrate due cordate:
Cuccia,
Romiti, Fazio, Colaninno, finanziarie americane,
D'Alema, con Fininvest (Berlusconi) in sala d'aspetto.
Fiat,
Unicredit, Deutche Bank,Lazard, Ciampi, Prodi.
Qualche
ora prima della "vittoria" di Colaninno, il neo-ministro
del Tesoro Amato ha comunicato la prossima nomina di Renato
Ruggero (Fiat) alla presidenza dell'Eni.
Tre giorni prima D'Alema aveva proposto alla Fiat di
entrare nella cordata Telecom di Colaninno e Romiti, ma
Agnelli aveva rifiutato.
Questi
due gruppi si stanno scannando da tempo su tutto per
avere il monopolio del potere economico, finanziario e
politico. Sulle banche, in particolare, due mesi fa San
Paolo (Fiat) e Unicredit -unitamente a Lazard e a Deutche
Bank- avevano messo le mani sulla Banca di Roma e sulla
Comit (e quindi sulla Mediobanca di Cuccia e Romiti che
controlla una miriade di aziende e banche), rendendo di
fatto impossibile l'assalto alla Telecom, ma Antonio
Fazio(Banca d'Italia) ha messo il veto, in barba al
"libero mercato"
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Le banche
"Parte
delle azioni del gruppo Olivetti/Tecnost e tutte le
azioni Telecom provenienti dall'Opa saranno date in pegno
alle banche finanziatrici dell'Offerta" (IlSole24ore,4-5-99) :
Chase Manhattan,
Mediobanca, Lehman Brothers, Donaldson Lufkin &
Jenrette, Barclays Capital, ecc..
Ora "la
Telecom è sostanzialmente nelle mani del sistema
bancario italiano e internazionale (specie Usa e inglese),
che ... certamente vorrà suoi uomini nel consiglio d'amministrazione"
(il manifesto,25-5-99).
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