MILANO -
Centinaia di lavoratori dell’Alfa di Arese stanno
assediando il Palazzo della Regione, al fine di
sensibilizzare ulteriormente la giunta Formigoni sul
loro grave problema occupazionale. La manifestazione è
stata organizzata dallo Slai
Cobas.
L’ingresso del Pirellone è
stato bloccato con striscioni di protesta, mentre decine
di operai stanno distribuendo ai passanti e agli
impiegati regionali materiale informativo sulla
situazione dell’Alfa di Arese.
“Dal 1987 ad oggi gli operai,
grazie alla politica della Fiat, sono passati da 14 mila
a tre mila - dice uno dei manifestanti - Il nostro
futuro è incerto. Sono 1.200 i lavoratori che sono stati
messi in cassa integrazione per otto settimane, tre sono
già trascorse. E’ importante avere il pieno sostegno
delle amministrazioni provinciali e
regionali”.
“Il consiglio
d’amministrazione della Fiat ha varato un piano che
prevede la creazione di quattro aree business.- spiega
uno altro operaio -. Per l’Alfa Romeo si prevede un
forte incremento delle vendite (circa il 50%), anche nel
Nord dell’America. Finalmente hanno capito che il
rilancio del marchio Alfa è fondamentale per la
sopravvivenza della stessa Fiat”.
L’Alfa di Arese, però, non
avrà alcun beneficio perché da mesi si lavora una
settimana ogni sei, nessuna vettura Alfa Romeo viene
prodotta nello stabilimento, nel Craa (il consorzio di
reindustrializzazione delle aree dismesse) i lavoratori
vengono licenziati. Ecco perché gli operai chiedono un
sostegno concreto da parte degli amministratori
lombardi, per salvare i loro posti di
lavoro.
Gli operai hanno anche
annunciato che sabato 15 dicembre alle 14 e 30 a Milano,
in Largo Cairoli, terranno una manifestazione contro
l’abrogazione dell’articolo 18 dello Statuto dei
lavoratori, proposta dal governo Berlusconi, “per
salvare dalla schiavitù chi
lavora”.
(12
DICEMBRE 2001, ORE
12.46) |