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guerra

per combatterla

Il 25 marzo 1999 l'Alleanza dei 19 paesi più ricchi e più evoluti dell'Occidente (Nato) ha deciso di procedere al bombardamento di ciò che restava della Federazione Jugoslava.

Una guerra non dichiarata e illegale che fa carta straccia del diritto nazionale e internazionale.

Costituzione Italiana - art.11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali

Carta dell'Onu - art.24

E' vietato l'uso della forza contro un altro Stato, salvo nei casi di autodifesa individuale o collettiva

Trattato di Vienna - art.52

E' vietato agli Stati costringere ad accettare un patto con la minaccia della forza

Non è la prima volta nella storia recente che si invocano fini umanitari per perseguire altri scopi.

Sul finire della prima guerra mondiale, Max von Baden, che diverrà cancelliere del Reich, fonda il concetto di "interventismo democratico" e persino di ' "imperialismo etico". "Se vuol resistere alle tempeste della democrazia e alla sua rivendicazione di un miglioramento del mondo, l'imperialismo tedesco deve darsi un fondamento etico. Ora possiamo tranquillamente scrivere sulle nostre bandiere: Il diritto è con noi".

Alla vigilia della seconda guerra mondiale, nella Cecoslovacchia di Masaryk e Benes c'era il problema delle minoranze nazionali, i cui diritti non sempre erano rispettati ed erano talvolta gravemente violati : di qui l'agitazione degli ungheresi, dei ruteni, soprattutto dei tedeschi, i Sudeti. Hitler impose lo smembramento della Cecoslovacchia dicendo che andava a difendere i diritti conculcati dei Sudeti.

Nello scatenare la sua guerra di sterminio contro l'Etiopia, lo stesso Mussolini dopo aver bollato il negus Hailè Selassiè come carnefice e "negriero", si atteggia a campione della causa della liberazione degli infelici schiavi vittime dell'oppressione. In effetti, una qualche forma di schiavitù sussisteva in Etiopia, ma ben altri erano in ogni modo le finalità imperiali che si proponeva.

Prova ne è che i fini umanitari si tirano fuori solo là dove si hanno altri interessi.

"In Kurdistan c'è stato un numero di morti infinitamente superiore a quelli registrati nei balcani e gli Usa si sono guardati bene dall'intervenire" (Kissinger, 1999). Anzi sono intervenuti e intervengono, ma per sostenere politicamente e militarmente il regime turco responsabile di orribili crimini. E ora questo regime viene persino chiamato ad appoggiare sul piano diplomatico e logistico, domani forse anche sul piano più direttamente militare l'ingerenza umanitaria in Jugoslavia ! E che dire degli affari che quotidianamente l’Occidente, Italia non esclusa, porta a termine con autentici campioni di democrazia e diritti umani quali Suharto ieri e Wiranto oggi in Indonesia, i Talebani in Afghanistan, Savimbi in Angola, Ecevit in Turchia, Netanyahu in Israele etc. ? Quello stesso Occidente che fino a ieri finanziava i Pinochet, gli Stroessner, i signori dell’apartheid…E dov’era la passione umanitaria dell’Occidente quando si è perpetrato il genocidio in Ruwanda ?

Tutte le guerre innescano orrori disumani.

Non esiste popolo e nazione, per evoluta che sia, che si possa dichiararsene esente. Le nefandezze italiane in Etiopia hanno fatto giustizia del mito degli "italiani brava gente" e la barbarie americana sui poveri villaggi vietnamiti ha cancellato l’epopea del "arrivano i nostri". Anche il civilissimo Giappone sta ancora facendo i conti con le più di 100.000 donne cinesi che sequestrò come carne da sfogo sessuale per le proprie truppe di invasione.

Non si può scatenare guerre e poi piangere sulle vittime.

Non è vero che l’Occidente ha tentato inutilmente di frenare il disastro umanitario esploso nei Balcani.

Esso ne è complice corresponsabile.

Che i balcani rappresentassero un vulcano di antiche tensioni etniche, con soprusi e violenze disseminate lungo la storia da tutte le parti in causa, è pur vero. Ma vale la pena di ricordare che dopo la seconda guerra mondiale un tentativo di farle convivere era pur in atto : e per quasi 40 anni la crescita del Pil è stato in media del 6,1%, le cure sanitarie erano gratuite, con un medico ogni 550 persone, il tasso di alfabetizzazione si attestava sul 91 % e l’aspettativa di vita era di 72 anni.

L’intervento destabilizzante del Fondo Monetario Internazionale.

All’affacciarsi in Jugoslavia della crisi economica indotta dalla globalizzazione il Fondo Monetario Internazionale ha iniziato il suo ruolo destabilizzante. Come sempre i prestiti concessi dal fondo imponevano drastiche misure di austerità, causando un pesante calo del tasso di crescita dell'economia. Come contropartita, la Jugoslavia si impegnava ad attuare un pacchetto di restrizione fiscale tale da obbligarla a sospendere le spese per trasferimenti alle repubbliche ed alle regioni autonome per consacrarle invece al rimborso del debito estero. Ciò contribuì a far esplodere una situazione diffusa di povertà che, indebolendo le istituzioni federali nei confronti delle singole repubbliche, ha fatto nascere pesanti tensioni tra le regioni più ricche (Slovenia e Croazia) e le altre.

Il peccato originale dell’0ccidente

Su queste tensioni si buttano i partiti nazionalisti etnici che, proclamandosi "anticomunisti", sono fortemente appoggiati e finanziati dall'Occidente. Di fronte al rischi di deflagrazione della Confederazione Jugoslava, dove ormai tutte le Repubbliche era attraversate da maggioranze e minoranze etniche, nel dicembre del 1991 i ministri degli esteri d'Europa decidono di non accettare indipendenze autoproclamate. Nasce addirittura la commissione Badinter che definisce un codice: non si accettano indipendenze proclamate contro le minoranze interne. Dopo solo due settimane la Germania e il Vaticano riconoscono Slovenia e Croazia, che si sono proclamate indipendenti sulla base di principi etnici, la "slovenicità" e la "croaticità". Zagabria metterà nel preambolo alla sua Costituzione che "la Croazia è la patria di tutti i croati" : dichiarando così "non cittadini" le minoranze serbe e mussulmane. Gli altri paesi europei si precipiteranno a riconoscere i nuovi "stati", per non esser secondi alla Germania e indifferenti alla "moralità" degli interessi della Chiesa cattolica.

Così L'Europa si è assunta la responsabilità di fomentare, nel punto più delicato d'Europa, i Balcani, la frammentazione etnica.

Questo è un errore che non è storicamente rimediabile.

Se si riconosce il diritto a una etnia di proclamarsi stato, non è possibile negarlo ad un'altra. In tutte le repubbliche jugoslave i leader nazionalisti non aspettavano altro. I massacri e le pulizie etniche si susseguono da ogni parte. E le potenze occidentali vi mettono mano non per tutelare i massacrati di turno ma per portare avanti il loro progetti strategici di insediamento nell’area. All’ombra dei bombardamenti Nato per fermare il massacro di Sarajevo, i croati scatenano impunemente l’operazione "Tempesta" contro la minoranza serba in Krajna, dalla quale saranno cacciati circa 300.000 serbi : 16 mila morti e un'operazione di pulizia etnica considerata ormai come la più rapida e grande di tutta la guerra. Tre mesi dopo la "pace" di Dayton, nel silenzio generale, circa 120.000 serbi di Sarajevo, di cui nessuno ha mai parlato, fuggono dalla città in preda al terrore seminato dalle milizie musulmane. Nessuno ricorda più l'intrigo del Bosniagate, una triangolazione di armi con l'Iran, favorita da Bill Clinton, a favore dell'esercito musulmano-bosniaco.

Questa è la passione "umanitaria" con cui l’Occidente si è inserito in quel pericoloso crogiolo di etnie rappresentato dai Balcani. E che fa da sfondo alla guerra "umanitaria" per il Kossovo.

Ma, a parte gli errori del passato, in questo caso, si dice, si è tentato fino all'ultimo di trovare una soluzione politica. L'intransigenza di Belgrado, che non voluto firmare gli accordi di Rambouillet ha lasciato aperto solo l'alternativa della guerra.

L’inganno di Rambouillet

Questo fantomatico accordo di cui tutti parlano e solo pochi hanno veramente letto, è semplicemente un imbroglio. Chi ha avuto modo di leggerne i contenuti e analizzarne le 82 pagine è d'accordo nel dire che la firma a quell' accordo avrebbe previsto una vera e propria occupazione militare da parte della Nato non solo del Kossovo ma di tutta la Serbia e il Montenegro. Lo stesso ministro Dini ha ammesso che gli accordi di Rambouillet sono stati confezionati dalla Albright apposta perchè non potessero essere accettati da Belgrado. Il 24 marzo, la sera prima dell' attacco Nato, il parlamento di Belgrado accettava la parte politica dell' accordo ma rifiutava la presenza della Nato ( pesantemente coinvolta nel dramma jugoslavo) dichiarandosi disponibile all' idea di una forza Onu. Ma siccome il vero obiettivo di Rambouillet era quello di obbligare la jugoslavia ad aprirsi a quella presenza Nato che aveva sempre rifiutato, si è presa a pretesto la non firma di quell' accordo per conquistarsi con la forza quella abdicazione che non si era stati in grado di ottenere diplomaticamente.

Mentre sembra dimenticato l’enorme contributo di lotta e di sangue dato dal popolo serbo contro il nazifascismo, oggi l’ intervento Nato viene paragonato a quello alleato a fianco dei partigiani. Che in questo caso sarebbero l'Esercito di Liberazione del Kossovo (Uck).

L'esercito di liberazione del Kosovo (Klao Uck) viene appoggiato come un serio movimento nazionalista che lotta per i diritti dell'etnia Albanese. La verità è che l'Uck è sostenuto dalla criminalità organizzata con la tacita approvazione degli USA e dei loro alleati. Mentre i leaders dell' Uck stringevano la mano del Segretario di Stato USA MadeleineAlbright a Rambouillet, Europol l'organismo di polizia europea con sede a L'Aja stava "preparando un rapporto per i ministri dell'interno e della giustizia europei sul collegamento tra Uck e gangs albanesi della droga". Solo due mesi prima di Rambouillet, il Dipartimento di Stato USA aveva riconosciuto sulla basse di rapporti degli osservatori Usa il ruolo dell'Uck nel terrorizzare e sradicare gli albanesi : "L'Uck minaccia o rapisce chiunque abbia contatti con la polizia jugoslava, rappresentanti dell'Uck hanno minacciato di uccidere abitanti dei villaggi, bruciare le loro case se non si uniscono all'Uck. Le minacce dell'Uck hanno raggiunto tale intensità che i residenti di sei villaggi della regione di Stirnlje sono pronti ad andarsene".

Ricordate Oliver North e i Contras? Lo schema in Kosovo è simile ad altre operazioni segrete della Cia in America centrale, Haiti ed Afghanistan, dove "combattenti per la libertà" erano finanziati tramite il riciclaggio dei denaro sporco proveniente dal traffico di droga. Dalla fine della guerra fredda, i servizi segreti occidentali hanno sviluppato complesse relazioni con il traffico illegale di narcotici. Caso dopo caso, il denaro, ripulito nel sistema bancario internazionale, ha finanziato operazioni segrete. Secondo l'analista di questioni di "intelligence" John Whitley, l'appoggio occulto ai ribelli del Kosovo fu stabilito come impresa comune tra Cia e la tedesca Bundes Nachrichten Dienst (Bnd). L'agenda nascosta di Bonn e Washington prevedeva di scatenare i movimenti nazionalisti di liberazione in Bosnia e Kosovo col fine ultimo di destabilizzare la Jugoslavia. Istruttori tedeschi, turchi e afghani avrebbero addestrato l'Uck nella guerriglia e nella tattica di diversione. Nelle parole di un rapporto del 1994 dei Geopolitical Drug Watch si dice : "il traffico [di droga e armi] viene giudicato in base alle sue implicazioni strategiche ( in Kosovo droga e armi alimentano speranze e timori geopolitici". Per questo c'è stato silenzio totale da parte dei media internazionali sul traffico di armi e droga in Kosovo. La Nato sapeva benissimo i "combattenti per la libertà" furono messi sul posto con l'obiettivo finale di destabilizzare il governo di Belgrado e di ricolonizzare completamente i Balcani. Si spiega così l'irresistibile ascesa dell'Uck : "siamo di fronte al primo caso nella storia di un piccolo e sconosciuto gruppo di ribelli che in un solo anno di lotta è stato capace di sedere a un tavolo di trattative della comunità internazionale" (Monici, 1999).

Ma non c’è fine all’ipocrisia.

Solo due mesi prima della guerra Dini dichiarava :

  • "Mentre Belgrado rispetta gli accordi firmati con il mediatore americano Holbrooke, la guerriglia dell’Uck ha sfruttato il ritiro delle milizie serbe (sotto gli occhi degli osservatori Osce, ndr) per tornare nelle campagne, rientrare nelle città e guadagnare così terreno, anche grazie alle armi che passano attraverso l’Albania. L’Uck si illude se spera di fomentare la guerra per spingere la NATO all’attacco contro la Serbia…"
  • (Il Manifesto 16.1.1999)

     

    Presenze poco umanitarie...

    L’albanese George Tenet a capo della Cia.

    La Cia, fondata nel 1947, in questi cinquant'anni si è specializzata in assassini politici e nel rovesciamento dei governi considerati ostili agli interessi americani. Il governo degli Stati Uniti nel solo 1998 ha stanziato 26 miliardi e settecento milioni di dollari (50.000 miliardi di lire) per le sporche attività della Cia.

    Nel marzo 1997 viene scartata la candidatura di Anthony Lake alla direzione della Cia e viene assegnata a George Tenet, 46 anni, originario della Albania meridionale. Il padre è nato nella cittadina di Himara (vicino a Valona) da dove emigrò in giovane età per la Grecia. "Tenet ha ancora in Albania alcuni parenti". Durante l'insurrezione albanese di due anni fa "Tenet sarebbe stato almeno quattro volte in Albania", come denunciò l'allora "responsabile dei servizi segreti albanesi Bashkim Gazidede"

    (LaStampa,23-3-97).

    Tenet "è uno che ha sempre svolto il compito di agente di collegamento fra il mondo dello spionaggio e quello politico... essendo stato direttore del Comitato senatoriale per lo spionaggio"

    Lo speculatore Soros

    Soros è uno degli uomini più ricchi del mondo ed è il capo degli speculatori di borsa. Nel 1992 le sue mega speculazioni hanno fatto saltare il cambio della lira e della sterlina, e solo in quella occasione rubò un "guadagno" di un milione di dollari. "Soros è un delinquente. Basta un cretino come lui che arriva con un sacco di soldi per speculare e se ne vanno in fumo 40 anni di lavoro per rafforzare le nostre economie " , disse nel '97 il primo ministro malese dopo il crollo dei paesi del Sud-Est asiatico. (Il Sole 24 ore,26-8-97). Ad agosto '98 Soros ha avuto grosse perdite nel crollo della borsa di Mosca, dove aveva investito 2,5 miliardi di dollari. Dopo questo crack, si è moltiplicato l'attivismo "politico" di Soros : ora è il principale consulente del Fondo Monetario e di Clinton e fa parte di un ristretto "comitato di crisi" sulla guerra contro la Jugoslavia.

    Soros da alcuni anni è presente in Albania con i suoi miliardi di dollari con l'obiettivo di "liberare i Balcani". "L'Uck ha uno dei suoi punti di riferimento in Veton Surroi. Surroi fa parte del circolo albanese finanziato dal miliardario Soros. A Tirana dicono che alla Dardania Bank è arrivato un milione di dollari (1.700 miliardi di lire) per finanziare la guerriglia" (Il Sole 24 ore,10-6-98).

    Soros ha anche "sponsorizzato un Tribunale internazionale permanente per giudicare i crimini contro l'umanità, promosso dal commissario europeo Emma Bonino" (Il Sole 24 ore,7-2-98).

    Sei mesi fa Soros dichiarò : "Il sistema capitalistico globale sta cadendo a pezzi"(IlSole24ore,16-9-98). E tre mesi fa ha precisato : "la prossima crisi finanziaria colpirà il cuore del sistema" (IlSole24ore,3-2-99).

    Era un rischio che non si potevano permettere

    dopo 40 giorni di bombe sulla Jugoslavia l' indice medio delle borse dei 19 paesi Nato \'e8 cresciuto dell' 8%.

    Se le guerre seminano indubbi orrori, c’è anche chi li utilizza cinicamente a scopi propagandistici. Per sostenere il consenso a una guerra così sporca occorre buttare sul piatto dell'emozione collettiva sempre più massacri.

    Come non ricordare che :

    Per screditare Ceausescu, nel 1989 vennero mostrati a tutto il mondo le vittime del massacro perpetrato dalla "Securitate" a Timsoara in Romania. Solo mesi più tardi si venne a sapere che la scenografia era stata creata artificialmente riesumando i corpi del vicino cimitero e mettendoli suo tavolacci dell'obitorio.

    Per appassionare l'opinione pubblica all'intervento armato in Irak, nel 1990 furono mostrate le immagini di un videoamatore che ritraeva i cingolati irakeni che entravano in Kuwait City. Quelle immagini erano state girate in studi cinematografici Usa a scopo propagandistico.

    Alcuni funzionari croati hanno ammesso che nel 1993 essi stessi avevano inscenato un "bombardamento serbo" della città costiera di Sibenik a beneficio della televisione locale

    A sostegno della finalità umanitaria di questa guerra si dice in giro che in questa guerra Stati Uniti e Europa non hanno interessi economici da difendere. Basta questo articolo de "Il Sole 24 ore" (gente che se ne intende) per chiarire le idee.

    LA POSTA IN GIOCO NELLA GUERRA DEL KOSOVO E' IL CONTROLLO DEI "CORRIDOI"

    "Quella dei corridoi non è soltanto una battaglia: è la posta in gioco nella guerra del Kosovo. La prima direttrice corrisponde al Corridoio n. 10 e attraversa i Balcani fino al Nord Europa con le sue diramazioni verso la Russia; quella Est-Ovest ha il Corridoio n. 8 che dal Mar Nero taglia per Bulgaria, Macedonia e Albania fino alle sponde dell' Adriatico. Queste sono le due autostrade dell' energia che con le pipeline dovrebbero portare direttamente in Europa le risorse energetiche dell' Asia centrale e di una parte del Medio Oriente. (I corridoi sono composti da autostrade, da una linea ferroviaria ad alta velocità e, sopratutto, da un gasdotto e del più grande oleodotto della storia europea : un colossale affare di miliardi di dollari) . La scelta di queste direttrici e l' eventuale esclusione della Serbia o della Russia costituisce da tempo il campo di battaglia strategico dei Balcani. Lo sviluppo dell' asse Est-Ovest (Corrdoio 8) è appoggiata dagli Stati Uniti che hanno l'obiettivo di tagliare fuori Mosca (che perderebbe ogni residua possibilità di costruirsi un futuro economico e politico indipendente dai condizionamenti delle grandi istituzioni finanziarie internazionali controllate dall'Occidente). Da parte sua l' Italia è fortemente interessata al corridoio 8 che permetterebbe una rivitalizzazione dei porti del Sud (Bari e Brindisi) e darebbe un impulso notevole all'economia del Mezzogiorno.

    Il Sole 24 ore - Mercoledì 21 Aprile 1999

    UN CRIMINE

    CONTRO L'UMANITA'

    Tutto ciò che esiste sul territorio Jugoslavo è ormai diventato obiettivo militare. In 40 giorni di forsennati bombardamenti nessuno è ancora in grado di quantificare i morti e i feriti tra la popolazione civile. I numeri ci verranno forniti a massacro ultimato. Ma sappiamo già che centinaia fabbriche, ponti, abitazioni, ferrovie, sistemi di telecomunicazioni, centrali elettriche, acquedotti sono ormai stati rasi al suolo. Centinaia di migliaia di famiglie sono ridotte alla miseria e sono sempre più azzerate le strutture di sostegno di ogni convivenza umana Raffinerie e fabbriche chimiche devastate stanno disperdendo nel suolo e nell’aria veleni che seminano morte in un’area sempre più vasta. L’uso illegale di bombe all’uranio impoverito contaminerà intere generazioni.

    L' uranio 238, detto "impoverito", (DU- depleted uranium), è lo scarto delle centrali nucleari e delle bombe atomiche.Un residuo da tenere nei magazzini, che non serve a niente.Ma le fertili menti degli ingegneri non si fermano mai.L'uranio è un metallo pesante, oltre una volta e mezzo più pesante del piombo, oltre due volte più pesante dell'acciaio, e, se finemente suddiviso, si infiamma spontaneamente.Perché tenere nei magazzini l'uranio impoverito, quando le sue proprietà potrebbero consentirne l'utile impiego nei proiettili dei cannoni o dei missili ?

    Le sue caratteristiche fisiche sembrano ideali per aumentare la penetrazione dei proiettili, in modo da sfondare meglio le corazze di acciaio dei carri armati e gli edifici blindati e anzi, se l'uranio si polverizza nell'impatto contro la struttura del nemico il fatto che si incendi spontaneamente ne facilita, l'effetto distruttivo.

    Così il "metallo del disonore" è entrato, alla fine degli anni ottanta, negli arsenali americani e dei loro alleati. La prova su larga scala dell'efficacia del DU, si è avuta nel 1991, durante la guerra del Golfo. Ne sono state usate circa 600 tonnellate. I soldati americani non sono stati avvertiti dei pericoli a cui sono stati esposti e vari reduci, si calcola circa centomila, hanno manifestato malattie (la sindrome del Golfo) attribuibili all'esposizione all'uranio impoverito impiegato in guerra dai loro stessi generali. Simili malattie sono state osservate e denunciate nella popolazione civile dell'Irak meridionale dopo il 1991. Proiettili all'uranio impoverito sono stati anche usati in Bosnia nel 1995. I terreni contaminati da polvere di uranio impoverito restano tossici e radioattivi per secoli.

    La Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite ha condannato l'uso di queste armi nella sessione dell'agosto 1996 e ha chiesto (risoluzione 1997/36) al Segretario generale un'inchiesta che riconosca che i proiettili all'uranio impoverito sono armi di distruzione di massa, con effetto indiscriminato, vietate dalle convenzioni internazionali e in particolare da quella dell'Aja del 1899, di cui quest'anno si celebra il centenario.

    E, ironicamente, proprio nel centenario di tale convenzione, ispirata a risparmiare sofferenze alle popolazioni civili, la Nato ha usato proiettili all'uranio impoverito in Serbia e Kosovo.

    GiorgioNebbia

    Non esiste nessuna motivazione al mondo che possa giustificare un simile massacro di un popolo.

    New York Times

    28 marzo 1999

    Sotto l'immagine di un enorme pugno guantato

    con i colori della bandiera americana sta scritto :

    "Questo pugno è ciò di cui il mondo ha bisogno adesso, perchè la globalizzazione funzioni. L'America non può aver paura di agire da super-potenza onnipotente quale è.

    La mano invisibile del mercato non funzionerà mai senza questo pugno ben visibile. McDonald's non può prosperare senza McDonnel Douglas, il progettista degli F-15.

    E questo pugno, che tiene al sicuro il mondo per la tecnologia di Silicon Valley si chiama Esercito americano, Forza aerea, Marina militare e marines".

    Firmato : Thomas Friedman, il consigliere di Madeleine Albright.

    Lo scopo dichiarato della strategia americana è non tollerare l'esistenza di alcun potere in grado di resistere agli ordini di Washington, e di conseguenza smantellare tutti quei paesi considerati "troppo grandi" e allo stesso tempo creare il maggior numero possibile di stati-pedina, che siano facili prede per l'insediamento di basi americani che ne garantiscano la "protezione". Solo uno stato ha il diritto di essere "grande": gli Stati uniti,

    E l'Europa di sinistra ha giudicato vantaggioso accodarsi allo strascico di questo imperialismo.

    Ogni la lotta per una vera democrazia non è separabile da quella contro l'egemonia di Washington.

    Samir Amin

     

    a cura dello

    Slai Cobas Milano

    5-5-99

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