La Repubblica, 20-4-99

La rabbia dei russi

di ROY MEDVEDEV


I BOMBARDAMENTI in Serbia da parte dei missili Nato hanno scatenato in Russia una vera esplosione di sdegno, così forte e generale che non solo stupisce gli osservatori, ma ha finito col diventare un importante fattore del conflitto che non era stato considerato prima. Negli ultimi cinquanta anni non c'è stato alcun evento nel mondo e in Russia capace di scatenare emozioni così forti e spontanee. Tutti i sondaggi mostrano che il 95 per cento dei cittadini russi condannano l'azione della Nato. Una simile unanimità non si vedeva nel nostro paese da decine di anni.

SI UNISCONO alla protesta gli studenti, gli scolari e perfino i tifosi delle squadre di calcio che fino a ieri erano assolutamente estranei alla politica e ora lanciano uova e bottiglie contro l'ambasciata americana. Centinaia di volontari russi sono già in Serbia; migliaia sono in viaggio; decine di migliaia si preparano a seguirli. Dall'intenzione di andare a difendere i serbi parlano non solo i cosacchi e gli ufficiali paracadutisti, ma anche i generali e i comandanti dei distretti militari. Da dove viene questa esplosione di rabbia su cui si ritrovano tutti i politici dell'opposizione e perfino personaggi noti per essere pro-occidentali?
I politologi cercano di capire i motivi dell'aggressione Nato. Nessuno crede alla tesi della difesa dei "valori occidentali" o al desiderio di impedire una "catastrofe umanitaria". Le bombe e i missili altro non hanno fatto che aggravare questa catastrofe, alimentando tutti i dubbi della Russia, del mondo arabo e dell'India proprio sulla questione dei valori occidentali. La lotta tra i serbi ortodossi e gli albanesi musulmani va avanti in Kosovo da oltre quattro secoli. Queste dispute antiche non possono essere risolte dalle bombe che cadono su Belgrado e Pristina. I diritti dell'Onu e del Consiglio di sicurezza, che sono importanti condizioni del diritto internazionale, sono stati violati. I commentatori politici scrivono che gli Stati Uniti e la Nato vogliono sperimentare in condizioni operative i nuovi tipi di armi altamente tecnologiche. Ci dicono che la Nato, avendo perduto con lo scioglimento del patto di Varsavia e il crollo dell'Urss i suoi obiettivi chiari, sta ora cercando un nuovo motivo di esistenza. La Nato ormai non ha un nemico a Oriente, nuovi membri dell'Europa orientale entrano a far parte dell'Alleanza e sono necessari enormi mezzi per il loro riarmo.
Il deterioramento dei rapporti all'interno dell'Europa orientale aiuta a spiegare l'utilità della Nato. Gli esperti più scrupolosi di geopolitica poi ci dicono anche che esiste una lotta tra due ipotesi di sviluppo del mondo; una che vorrebbe un pianeta multipolare e l'altra, al contrario, vede un mondo governato da un solo leader e con un unico centro di forza, l'America. Ci capita anche di sentir dire che gli Stati Uniti temono l'indipendenza economica e finanziaria dell'Europa occidentale e cercano di legare questi paesi e il loro euro ai crimini commessi in comune e al sangue dei serbi. Tutte queste considerazioni possono certo influire sul comportamento dei politici e dei diplomatici, dei capi militari. Ma non possono cambiare l'opinione dei semplici cittadini della Russia.
L'impetuosa reazione della gente del mio paese agli avvenimenti dei Balcani non rientra nella sfera della logica politica, ma riguarda piuttosto la sfera dei sentimenti. I motivi della rabbia dei russi sono tanti. Ve ne esporrò alcuni, quelli che a me sembrano i più importanti tenuto conto della coscienza nazionale e della psicologia dei russi, delle nostre tradizioni storiche e dei valori, il nostro senso della giustizia e dell'ingiustizia, dell'onore e del disonore.
1. I forti colpiscono il debole. Molti contro uno solo. Quasi venti paesi tra i più forti del mondo, inclusi tre paesi ritenuti grandi potenze, colpiscono la Serbia. Lo spettacolo che la televisione porta ogni giorno fino a noi, è ripugnante e inaccettabile per l'idea di giustizia dei russi. Per non parlare dell'effetto che produce su di noi la partecipazione della Germania e della Turchia. Il ricordo dell'ultima guerra è ancora molto vivo in Russia.
2. Chi è armato colpisce chi è disarmato. La Serbia non dispone di un'aviazione e di sistemi antiarei moderni. Essa è indifesa di fronte ai missili e alle bombe della Nato. I piloti e i marinai della Nato non rischiano nulla, sono fuori pericolo e impunibili. Dal punto di vista dei russi, questa è una guerra impari e senza onore. Migliaia di vittime serbe e non un solo americano o tedesco. Non è una guerra, è un linciaggio.
3. Si sta distruggendo un paese slavo e ortodosso, vicino alla Russia nel sangue e nella fede. Noi usiamo spesso un' espressione metaforica, parliamo di Madre Russia, o di Madrepatria. Il simbolo della Russia è una scultura che rappresenta una donna-madre con la spada. In questo senso, la Serbia è una sorella minore, perfino una figlia della Russia. In tutte le guerre che hanno insanguinato l'Europa nel corso degli ultimi tre secoli, la Serbia è sempre stata alleata della Russia. Alla fine del secolo scorso, il nostro paese aiutò i serbi a conquistare l'indipendenza, ma anche la Serbia ha aiutato la Russia a difendere la sua indipendenza. La Serbia non è mai andata contro la Russia e ancora oggi resta il nostro unico alleato in Europa. Ognuno di noi lo sa bene sin dai tempi della scuola.
4. Si colpisce la Serbia, per dare una lezione e umiliare la Russia. La Nato vuole il dominio della Serbia per tenere la Russia sotto minaccia. Il nostro paese sta appena cominciando a rialzarsi in piedi, uscire dalla crisi, decidere autonomamente la propria politica. Sta appena cominciando a liberarsi dei politici più meschini ma estranei. Solo da poco tempo, con l'arrivo di Primakov, ha un leader degno di questo nome. E per questo, l'Occidente vuole piegare non solo la volontà della Serbia, ma anche quella della Russia. La vuole mettere in riga, ricacciarla a Oriente; la vuole dividere e indebolire. Il colpo alla Serbia è un colpo alla dignità della Russia. Questi sentimenti sono molto diffusi nell'esercito, negli organi di sicurezza e nel settore della difesa. E si trasmettono anche all'intera popolazione.
5. L'Occidente ha ingannato e derubato la Russia. Il nostro popolo si è sentito dire e ridire che i paesi ricchi e liberi dell'Occidente avrebbero aiutato la Russia a costruire la democrazia e l'economia di mercato. Queste illusioni sono svanite da tempo. Nella coscienza dei russi sempre più poveri e spesso ridotti alla miseria, si fa largo l'idea che l' Occidente non solo ha tradito le nostre speranze, ma ha anche derubato il paese. I nuovi ricchi russi hanno preso e portato in Occidente i loro capitali. Profitti enormi sono stati esportati anche dagli speculatori finanziari occidentali. La Russia vive oggi peggio e più poveramente di dieci anni fa, mentre i suoi debiti verso l'Occidente sono cresciuti a dismisura. Ora, l'Occidente vuole prendersi la Russia anche politicamente e privarla infine del suo status di grande potenza.
Certo, questi argomenti sono oppugnabili, me ne rendo conto. Io non sto dando un'opinione, vi sto descrivendo i sentimenti che animano oggi la maggioranza dei russi. I quali sono anche convinti che la Russia non sia ancora morta. Ha un esercito, che va rafforzato, e le migliori armi del mondo, che può condividere con i fratelli serbi. Non c'è dubbio sul fatto che se la guerra in Serbia dovesse continuare, essa potrà coinvolgere l'Albania, la Macedonia e il Montenegro, nonché le forze di terra della Nato. A un certo punto la Russia dovrà uscire dall'embargo a cui è legata per decisione dell'Onu. In Serbia cominceranno ad arrivare non solo gli aiuti umanitari, ma anche le armi. E se non oggi, domani, sarà difficile impedire l'entrata della Serbia in una unione con la Russia e la Bielorussia. E anche l' umore e il ruolo dell'Ucraina cambieranno.
I discorsi sul dispotismo di Milosevic non possono fare effetto in Russia. Nelle prigioni serbe non ci sono detenuti politici, e l'opposizione più radicale di destra e di sinistra difende il presidente della Jugoslavia. Io non so cosa vedono sui propri schermi televisivi i cittadini americani, quelli inglesi e italiani. Ma noi vediamo case, ponti, fabbriche e depositi distrutti, vediamo villaggi annientati, centrali elettriche fumanti e civili uccisi. I serbi fanno da scudo umano tutta la notte sul ponte di Belgrado, e sono visioni antiche, come scrive Solgenytsin. Vediamo anche decine di migliaia di profughi. Ma da chi fuggono? Dalle truppe serbe o dalle bombe? Chi comanda l'esercito di liberazione del Kosovo? Che gente è? Sono degni di fiducia? Quali sono i loro obiettivi? Dove prendono le armi?
Per vincere la guerra bisogna piegare la volontà di un popolo e dei suoi leader. Se la Russia dovesse sostenere la Serbia, sarebbe difficile riuscirci. I serbi hanno combattuto di più di quanto abbiano vissuto sulla terra, hanno sopportato più a lungo la prigione di quanto non abbiano conosciuto la libertà. È praticamente impossibile vincere questo piccolo popolo dei Balcani, anche se lo si può distruggere. Esiste una via d' uscita? Questa è un'altra questione. Io volevo solo spiegare ai lettori e ai miei amici italiani il perché dell'indignazione dei russi.

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