Il 30-11-00 la
Commissione Ue ha deferito l'Italia alla corte di Giustizia
europea per il mancato adempimento italiano di una disposizione
della Commissione del maggio '99 sui contratti di formazione
lavoro (Cfl).
"Qual è la mancanza
italiana?
"Non aver provveduto a ... farsi restituire dalle imprese
gli sgravi legati ai contratti di formazione lavoro ricevuti per
situazioni e circostanze che la Ue giudica illegittime" (IlSole24ore,3-12-00).
"Un contenzioso di
circa 4.000 miliardi".
L'11 maggio '99 la Ue
emette la sentenza di condanna per l' Italia e
"mette fuorilegge i Cfl perchè incompatibili con la
normativa europea".
"Le
imputazioni sono: aver concesso sgravi anche a
giovani di età superiore ai 25 anni o ai 29 anni in caso
di laureati (in alcune regioni si è arrivati fino a 40
anni).
Inoltre, per gli "sconti differenziati per aree
geografiche (dal 25% del Nord al 100% del Sud, anche in
assenza dei requisiti richiesti" (nuovi posti di
lavoro e disoccupati di lunga durata).
I Cfl sono stati
introdotti con la legge 863 del 1984.
Fino al 1988 i padroni,
per i cfl, versavano i soli contributi settimanali
previsti per gli apprendisti, cioè poco o nulla.
Con il decreto
legge 173 del 1988 il governo introdusse il
pagamento da parte dei padroni del 50%
dei contributi per i lavoratori assunti
in Cfl.
Ma i padroni "pensarono che fosse
lecito applicare la fiscalizzazione degli oneri
sociali" relativamente a quel 50%, e non
pagarono una lira di contributi.
"Tuttavia, l'Inps (con circolare
212/88) aveva escluso l'applicazione della
fiscalizzazione ai Cfl chiedendo anche il
«conforto» al ministero del lavoro".
"Il ministero del Lavoro si è
espresso nell'ottobre 1993, condividendo
la posizione dell'Istituto di previdenza e negando, a sua
volta, l'applicazione della fiscalizzazione ai Cfl" (IlSole24ore,12-1-01). Nonostante ciò i padroni in tutti questi anni
hanno continuato a non pagare una lira di contributi per
i Cfl, sostenuti anche da una sentenza della
cassazione del 1997.
Nel maggio 1999 la
Ue condanna l'Italia e intima al governo di farsi
restituire dai padroni i soldi illegalmente non versati
dal 1995 in poi (circa 4.000 miliardi).
Nel marzo 2000
il ministero del Lavoro emette una circolare:
"è ammissibile lo sgravio del 25% su tutto il
territorio nazionale, i limiti di età sono i 25 anni o
29 se si tratta di un laureato e sgravi ulteriori (anche
fino al 100%) sono possibili nei casi di disoccupazione
di lunga durata".
"Una correzione di rotta dovuta, ma che prevedeva
contestualmente anche di chiudere la partita con
gli «abusi» incassando dalle
imprese tutto ciò che avevano ricevuto illegittimamente.
Un passo mai fatto dal Governo" (IlSole24ore,3-12-00).
"Per quanto riguarda il passato e la riscossione
richiesta, spiegheremo alla Ue che l'operazione
di calcolo non è semplice", ha dichiarato
a IlSole24ore del 3-12-00 il sottosegretario al Lavoro Raffaele
Morese, ex-segretario della Fim e della Cisl.
Il 30-11-2000 la
Commissione Ue deferisce l'Italia alla corte di Giustizia
europea per non aver ottemperato all'ordine del 1999.
La fiscalizzazione degli oneri
sociali, operativa per molti anni, attualmente non è più in
vigore; ciò non ha impedito al governo, con 12 anni di
ritardo, di inserire nella Finanziaria 2001 (art. 68
comma 5) l'interpretazione autentica del comma 6 dell'articolo 3
del decreto legge 726/84, comma da sempre invocato dai padroni
per non pagare i contributi per i Cfl:
ora la legge - per dare un contentino alla Ue - dice
ultra-chiaramente che "ai contratti di formazione e lavoro
non si applicano le disposizioni in materia di fiscalizzazione
degli oneri sociali".
Il governo, mentre procede con
decenni di calma su questi 4.000 miliardi, anche in questa
finanziaria ha disposto l'immediata restituzione ai
padroni (con gli interessi) di 2500 miliardiper la tassa per la iscrizione al
registro imprese, tassa pagata dai padroni stessi dal 1985 al
1992; questo dopo una sentenza della magistratura e senza neanche
appellarsi.
E oggi la vecchia fiscalizzazione degli oneri sociali può andare
in soffitta: per Lorsignori, anche con l'ultima Finanziaria, è ormai legalizzata
l'evasione totale di tasse e contributi.