28-2-01 Lavoro in affitto: 220 miliardi a padroni e sindacati

Quando nel '97 il governo di centro-falsasinistra di Prodi (allora appoggiato anche da Bertinotti) varò la legge Treu sul lavoro in affitto, uno dei pochi vincoli messi fu l'obbigo per le aziende di versare all'Inps il 5% del monte-salari per alimentare un fondo pubblico di formazione dei lavoratori in affitto.
La legge prevedeva che questi soldi venissero gestiti col concorso delle Regioni.

Invece questi soldi pubblici sono stati dati in gestione a una società (Formatemp) diretta da 8 persone, di cui 4 rappresentanti dei sindacati e 4 rappresentanti delle imprese fornitrici di lavoro temporaneo.
"Il meccanismo è nuovo: saranno le parti, cioè sindacati e imprese, a decidere come e quanti soldi verranno utilizzati..."
(IlSole24ore,27-9-00).

«La scelta dei soggetti erogatori della formazione è stata lasciata a totale discrezione delle imprese di fornitura perchè ciò che conta è il risultato finale» (IlSole24ore,2-2-01), ha dichiarato Enzo Mattina, ex segretario della Uil e presidente di Confinterim, la maggiore delle due associazioni dei padroni (l'altra è Ailt, della Confindustria,recentemente costituitasi).

Dal 2000 la trattenuta sul monte-salari è scesa al 4%, dopo le continue proteste dei padroni.
Ma ora, visto che gestiscono in proprio i soldi assieme ai sindacati di stato, hanno cambiato idea: "se in una prima fase il versamento appariva eccessivo, ora potrebbe anche non bastare"
(IlSole24ore,2-2-01).

A fine 2000 i soldi a disposizione di Formatemp ammontavano a "220 miliardi circa" (Affari&Finanza,12-2-01).

cobasalfaromeo,28-2-01

 

 

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