13 Giugno 2001
 
 
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Tassara taglia
BRESCIA Si fermano due fabbriche
FRANCESCO LEITNER - BRENO (BRESCIA)

Uno sciopero di tre ore e tanta rabbia: questa mattina gli oltre 340 operai della ForniLeghe e della Metalcam si fermeranno per dire che forse questa volta è troppo. Troppo avere lavorato per anni con l'idea che si poteva migliorare la storica e importantissima acciaieria della Valcamonica, in provincia di Brescia. Salvo sentirsi dire che entro il 31 agosto proprio la ForniLeghe si troverà con la spina staccata una volta per sempre. Ed è troppo anche vedere che i titolari della Tassara Holding, che controlla i forni bresciani, sono impegnati in enormi battaglie finanziarie, prima tra tutte la mezza scalata in atto di Montedison.
Già, perché sul ponte di comando di tutto questo c'è un nome noto per i mercati finanziari: il francese Romain Zaleski, salito più volte alle cronache per la battaglia che si è scatenata a Piazza Affari per il controllo della potente holding di piazzetta Bossi. "Ecco il punto, Zaleski taglia posti in fabbrica mentre i soldi li riutilizza per comprare azioni e guadagnare miliardi", commenta amaro un lavoratore dell'acciaieria.
La decisione ha portato alla più ovvia delle reazioni: braccia incrociatequesta mattina a Breno, dove hanno sede le due società dell'acciaio, divise quando la Tassara subentrò al controllo societario. "Ora dicono che saranno tagliati solo una sessantina di posti - spiega un allarmato Gabriele Calzaferri, segretario generale della Fiom Valcamonica Sebino - vogliono addolcire la pillola, vogliono farci credere che i licenziati potranno essere riassorbiti anche in altre aziende, ma la Fornileghe, è confermato, verrà chiusa". Non ha torto ad attaccare. Non si sa chi dovrebbe assumere gli esuberi in una zona che ha già dei problemi occupazionali. "Forse la verità è un'altra", avverte il segretario della Fiom.
A cominciare dal fatto che i lavoratori non hanno mai visto un piano industriale o qualche lira investita in qualcosa che non fosse la manutenzione e la messa in regola con le leggi ambientali. "Ogni volta ti dicono che è meglio andare avanti giorno per giorno, intanto non si vede un ingegnere da anni", incalza il sindacalista bresciano. Che poi aggiunge: "E' anche vero che un'azienda come questa ingoia energia che ora costa troppo. Hanno scommesso sul fatto di poterla acquisire dalla Francia a prezzi stracciati. Le cose non sono andate così e ora pagano i lavoratori".
Ma se è la Fornileghe ad essere colpita neanche gli altri operai della Metalcam sono tranquilli. Da loro i conti sono a posto, è vero. "Noi facciamo tutto, dal sasso fino al prodotto finito. Se chiudono i forni e non ci sono nuove idee per la Metalcam, diventa logico temere il peggio a breve anche per loro", dice Giacomo Bonafini, delegato Rsu della Fiom Cgil, 42 anni, di cui 26 anni passati a lavorare l'acciaio fuso. Che fa notare anche che "Zaleski e soci hanno speculato e giocato in borsa proprio con società dell'energia che non venderebbero mai a questa azienda, che è loro, perché comunque ci guadagnerebbero molto meno che venderla ad altri".
Senza dimenticare che, nel momento di massima accelerazione della Tassara nelle manovre finanziarie a Piazza Affari, arriva la chiusura. Forse ha ragione il delegato della Rsu, quando dice: "Non mi sembra per niente strano. Faccio il delegato sindacale da parecchi anni e questa fabbrica ha visto parecchi padroni diventare operatori dell'alta finanza".

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