Tassara
taglia BRESCIA Si fermano due fabbriche
FRANCESCO LEITNER - BRENO (BRESCIA)
Uno sciopero di tre ore e tanta rabbia: questa
mattina gli oltre 340 operai della ForniLeghe e della Metalcam
si fermeranno per dire che forse questa volta è troppo. Troppo
avere lavorato per anni con l'idea che si poteva migliorare la
storica e importantissima acciaieria della Valcamonica, in
provincia di Brescia. Salvo sentirsi dire che entro il 31
agosto proprio la ForniLeghe si troverà con la spina staccata
una volta per sempre. Ed è troppo anche vedere che i titolari
della Tassara Holding, che controlla i forni bresciani, sono
impegnati in enormi battaglie finanziarie, prima tra tutte la
mezza scalata in atto di Montedison. Già, perché sul ponte
di comando di tutto questo c'è un nome noto per i mercati
finanziari: il francese Romain Zaleski, salito più volte alle
cronache per la battaglia che si è scatenata a Piazza Affari
per il controllo della potente holding di piazzetta Bossi.
"Ecco il punto, Zaleski taglia posti in fabbrica mentre i
soldi li riutilizza per comprare azioni e guadagnare
miliardi", commenta amaro un lavoratore dell'acciaieria. La
decisione ha portato alla più ovvia delle reazioni: braccia
incrociatequesta mattina a Breno, dove hanno sede le due
società dell'acciaio, divise quando la Tassara subentrò al
controllo societario. "Ora dicono che saranno tagliati solo
una sessantina di posti - spiega un allarmato Gabriele
Calzaferri, segretario generale della Fiom Valcamonica Sebino
- vogliono addolcire la pillola, vogliono farci credere che i
licenziati potranno essere riassorbiti anche in altre aziende,
ma la Fornileghe, è confermato, verrà chiusa". Non ha torto ad
attaccare. Non si sa chi dovrebbe assumere gli esuberi in una
zona che ha già dei problemi occupazionali. "Forse la verità è
un'altra", avverte il segretario della Fiom. A cominciare
dal fatto che i lavoratori non hanno mai visto un piano
industriale o qualche lira investita in qualcosa che non fosse
la manutenzione e la messa in regola con le leggi ambientali.
"Ogni volta ti dicono che è meglio andare avanti giorno per
giorno, intanto non si vede un ingegnere da anni", incalza il
sindacalista bresciano. Che poi aggiunge: "E' anche vero che
un'azienda come questa ingoia energia che ora costa troppo.
Hanno scommesso sul fatto di poterla acquisire dalla Francia a
prezzi stracciati. Le cose non sono andate così e ora pagano i
lavoratori". Ma se è la Fornileghe ad essere colpita
neanche gli altri operai della Metalcam sono tranquilli. Da
loro i conti sono a posto, è vero. "Noi facciamo tutto, dal
sasso fino al prodotto finito. Se chiudono i forni e non ci
sono nuove idee per la Metalcam, diventa logico temere il
peggio a breve anche per loro", dice Giacomo Bonafini,
delegato Rsu della Fiom Cgil, 42 anni, di cui 26 anni passati
a lavorare l'acciaio fuso. Che fa notare anche che "Zaleski e
soci hanno speculato e giocato in borsa proprio con società
dell'energia che non venderebbero mai a questa azienda, che è
loro, perché comunque ci guadagnerebbero molto meno che
venderla ad altri". Senza dimenticare che, nel momento di
massima accelerazione della Tassara nelle manovre finanziarie
a Piazza Affari, arriva la chiusura. Forse ha ragione il
delegato della Rsu, quando dice: "Non mi sembra per niente
strano. Faccio il delegato sindacale da parecchi anni e questa
fabbrica ha visto parecchi padroni diventare operatori
dell'alta finanza".
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