GENOVA - Un'assemblea veloce in
fabbrica e una decisione immediata: tutti in corteo verso Genova,
verso la sede della Regione, un'assedio del Palazzo finché il
presidente Biasiotti non parlerà con i mille e 200 operai dell'Ilva
che rischiano di perdere il posto. Sono arrivati anche a scontrarsi
con i poliziotti pur di non finire stritolati dallo scontro fra la
magistratura che ha messo i sigilli alla cokeria accusata di
inquinare e Felice Riva, il proprietario dell'acciaieria, che, per
tutta risposta ha deciso di chiudere pure gli altiforni e di
"mettere in mobilità", ovvero lasciare a spasso i mille e 200
dipendenti.
Uno scontro classico tra difesa dell'occupazione
e difesa dell'ambiente nel quale gli operai sono, ovviamente, dalla
parte dell'occupazione. Una presa di posizione che hanno deciso di
far conoscere con forza. Il corteo si è svolto senza problemi ma,
arrivati sotto il palazzo della Regione sono inziate le tensioni con
i poliziotti in assetto antisommossa a difendere l'ingresso e gli
operai decisi ad entrare nell'androne.
Un breve confronto poi
i manifestanti sono riusciti a superare il primo cordone doi
polizia, qualche tafferuglio, molta confusione, quattro lavoratori
feriti dai poliziotti, grande tensione, acuita dal silenzio degli
amministratori regionali. Nel silenzio di Biasotti è sceso a parlare
con i manifestanti il presidente del consiglio regionale Gianni
Plino con una proposta: formate una delegazione per iniziare un
confronto con i vertici della Regione. Un'idea che ha fatto
inferocire gli operai tanto che è dovuta intervenire la Digos per
far rientrare Plino nei suoi uffici.
Alla fine la Fiom, per
bocca del suo segretario regionale Segretario della fiom, Franco
Grondona, dà la linea: "Toglieremo l'assedio solo quando sarà
cancellata la procedura di mobilità avviata dall'imprenditore Riva e
dopo la convocazione di governo ed enti locali per riprendere da
zero la complessa trattativa sulla permanenza della siderurgia a
Genova".
(13 giugno
2001) |
Gli
operai dell'Ilva assediano la Regione
Ilva,
il giudice ordina "sequestrate la cokeria"
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