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Atm, il prefetto blocca i Cobas e lo sciopero slitta: c’è
la moda
MILANO -
Sì, no. Ma alla fine lo sciopero Atm indetto per domani
non ci sarà. Braccio di ferro ieri tra il prefetto e il
sindacato Slai-Cobas, mille iscritti. Una giornata
convulsa. Prima il Sindacato dei lavoratori
autorganizzati intercategoriale (Slai) respinge la
richiesta di rinvio dell’agitazione avanzata dal
prefetto Bruno Ferrante durante una riunione a palazzo
Diotti convocata per tentare di comporre la vertenza che
oppone il sindacato autonomo e l’azienda
municipalizzata. Dunque, sciopero confermato. Con queste
modalità: dalle 18 alle 22 per il personale viaggiante
di superficie, tram e bus, e della metropolitana; le
ultime due ore del turno per operai e impiegati. Lo
Slai-Cobas contesta le motivazioni alla base della
richiesta del prefetto, sostiene che la protesta risponde
a un’esigenza di «correttezza politica verso i
lavoratori». E aggiunge: «Da anni dichiariamo che il
servizio offerto da Atm ai cittadini è ai livelli
minimi. Che il risparmio inseguito affannosamente dalla
proprietà (Comune di Milano) è in conflitto con il
miglioramento della qualità, quantità e sicurezza del
trasporto. Che l’imminente privatizzazione
dell’Atm dovrà necessariamente produrre profitti
così da tradursi in un peggioramento e non un
miglioramento dei servizi». Poi, in serata, il prefetto
emette un provvedimento che differisce lo sciopero a data
da destinarsi. Una precettazione soft legata alla
necessità di non lasciare sguarnito il servizio mentre,
tra l’altro, è in corso a Milano la settimana della
moda e vi è una maggior richiesta di collegamenti
efficienti. (P.Ba.)