slai cobas viareggio


A GENOVA C'ERANO ANCHE I LAVORATORI

In questi giorni tutti i mass-media parlano di ciò che è successo a
Genova,
ma spesso lo fanno occultando la verità.
Noi abbiamo passato due giorni a Genova.
Venerdì 20 abbiamo partecipato allo sciopero generale e alla
manifestazione
nazionale del sindacalismo di base promossi dallo Slai Cobas e dalla
Cub. L'
iniziativa dello sciopero e della manifestazione (a cui hanno
partecipato
circa 10.000 lavoratori) è stata cancellata dalle cronache di tutti i
giornali (anche di quelli della sinistra) che si sono occupati solo
degli
scontri di piazza. Evidentemente era una iniziativa "scomoda" a molti e
non
solo ai padroni.
Ma il significato politico della manifestazione del 20 è stato comunque
importante e costituisce un piccolo passo nella direzione della
ricostruzione di un sindacato realmente espressione degli interessi dei
lavoratori.
Una iniziativa unitaria, partecipata, a cui un centinaio di temibili
"Black
block" hanno partecipato pacificamente (forse hanno "sentito" l'
autorevolezza della classe operaia e non hanno voluto "forzare" la
situazione) mentre qualcuno ha sentito gridare da una camionetta della
polizia "tanto vi taglieremo la gola a tutti" e mentre un poliziotto
puntava, sorridendo, il lancia-lacrimogeni contro il corteo passante in
segno di sfida e di disprezzo.
Sabato 21 abbiamo partecipato alla grande manifestazione generale e
anche
qui centinaia di migliaia di giovani e di lavoratori hanno portato la
propria critica al capitalismo che opprime e sfrutta la gran parte della
popolazione mondiale.

A Genova, per giorni, è stata sospesa qualunque forma di democrazia.
Pestaggi selvaggi, arresti, vere e proprie azioni squadriste che hanno
culminato con l'assassinio di un giovane di poco più di vent'anni.
Questo è
l'elemento di più grande dolore che ci portiamo dietro da Genova.
La brutalità con cui le forze di polizia hanno attaccato a freddo (e non
come dicono alcuni per reazione e tanto meno per legittima difesa) è
dovuto
anche all'appoggio del nuovo governo di destra. Le forze dell'ordine si
sono
sentite protette dopo essere state tenute per settimane chiuse nelle
caserme
e sottoposte al lavaggio del cervello, e hanno lasciato libero sfogo
alla
più brutale repressione che si ricordi negli ultimi anni. Erano infatti
20
anni che non moriva qualcuno in una manifestazione. E la brutalità
infinita
con cui è stato attuato l'assassinio di Carlo Giuliani deve essere fonte
per
tutti di estrema preoccupazione.
I lavoratori devono condannare con la massima forza chi ha eseguito
materialmente l'assassinio, ma con ancora più forza devono condannare i
mandanti e cioè il governo Berlusconi e il padronato che lo appoggia.

Del resto, il governo Berlusconi è già impegnato in un attacco frontale
alla
classe operaia e al mondo del lavoro.
Sa che i suoi disegni non passeranno in modo indolore e si prepara per
tempo
allo scontro e alla repressione.
Mentre è in cantiere un'altra riforma pensionistica, si pensa a come
rendere
ancora più flessibile e precario il mondo del lavoro, loro dicono "per
creare nuova occupazione", noi diciamo per favorire i profitti dei
padroni
ai danni degli interessi dei lavoratori.
Ma Genova ha già dato un primo segnale di risposta.
Berlusconi e soci non devono trovare terreno facile e dobbiamo
prepararci
fin da adesso per un autunno che si annuncia di lotta e di mobilitazione
su
tutti i fronti.
Lo Slai Cobas lavora per una prospettiva sindacale di classe unitaria e
per
questa ragione ha promosso a livello nazionale sciopero e manifestazione
con
la Cub e, a livello aziendale, un coordinamento dei lavoratori cobas
dell'
Azimut (Viareggio e Avigliana).
E' importante che i lavoratori comprendano l'importanza del sostegno
allo
Slai Cobas perché sostenere lo Slai Cobas significa sostenere
l'autonomia
dei lavoratori e il rifiuto della passività che tanto interessa al
padrone e
ai suoi servi.

La lotta contro la globalizzazione voluta dai padroni si fa ogni giorno
sui
luoghi di lavoro, sul territorio, anche costruendo una organizzazione
sindacale all'altezza della situazione. Le fabbriche sono la vera "zona
rossa" che divide i lavoratori dai "padroni del mondo".
La stagione della concertazione è finita; i padroni l'hanno fatta
finire.
Lottare per tornare alla concertazione, come lamenta la Cgil isolata da
Cisl
e Uil, vuol dire non aver imparato la lezione di questi anni di continue
concessioni e arretramenti, persino su diritti fondamentali come il
diritto
di sciopero.
Adesso i padroni vanno all'attacco e l'unica difesa efficace per i
lavoratori è la lotta.
Chi in questi anni ha imparato solo a concertare sulla pelle dei
lavoratori,
spesso senza ascoltarli, non ha legittimità per rappresentarli in questa
nuova stagione e comunque non saprebbe rappresentarli adeguatamente.
Chi ha sostenuto che con la concertazione con padroni e governo si
potevano
strappare dei "risultati" ha fallito. Nessun miglioramento, ma solo
arretramenti: questo è il bilancio degli ultimi anni. Continuare così
sarebbe un suicidio e i lavoratori non hanno alcuna intenzione di
suicidarsi
solo per accontentare qualche decina di migliaia di funzionari e
dirigenti
sindacali che farebbero di tutto pur di non tornare a lavorare.
Dobbiamo superare i timori che peraltro spesso sono legittimi. Quando i
lavoratori vogliono possono creare qualsiasi cosa e non hanno bisogno di
restare in organizzazioni sindacali amiche dei padroni solo perché sono
più
numerose e meglio organizzate. Con l'aiuto dei lavoratori costruiremo
anche
noi una organizzazione numerosa e organizzata che tragga la sua forza
dalla
capacità di interpretare i bisogni del mondo del lavoro e non dai soldi
guadagnati firmando accordi infami.
Genova ci dimostra che esiste un grande potenziale di lotta, che le cose
sono tutt'altro che pacificate.
Anche il fatto che in cantiere a Viareggio vi sia stata una adesione
allo
sciopero indetto dallo Slai Cobas di circa un quarto degli operai
rappresenta sicuramente un dato incoraggiante specialmente tenendo conto
del
sostanziale boicottaggio della Cgil e del fatto che altri lavoratori
avrebbero voluto scioperare, ma che un po' di timori e a volte anche
qualche
problema economico non ha permesso loro, almeno questa volta, di
scioperare.
Anche questo risultato che noi valutiamo positivamente ci dice che
esiste un
potenziale importante con il quale è possibile costruire una inversione
di
rotta rispetto alla politica sindacale rinunciataria degli ultimi anni.
L'appuntamento è dunque a settembre con uno Slai Cobas più forte grazie
all'
appoggio di nuovi lavoratori e soprattutto con un movimento operaio
combattivo e non rinunciatario. Siamo fiduciosi che così può essere ,
anzi,
che così sarà.


Viareggio 26 luglio 2001


SLAI COBAS - COORDINAMENTO PROVINCIALE LUCCA
SLAI COBAS - CANTIERI AZIMUT VIAREGGIO
Per informazioni: VIA IV novembre 51, Viareggio (LU), 55049