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Martedì 19 Giugno 2001

Altri cinque morti sul lavoro
Inail e Censis: cresce l’attenzione Sono sicure il 58,7% delle imprese

ROMA
Un'altra giornata nera sul fronte degli incidenti sul lavoro con un bilancio di cinque morti e numerosi feriti. L'incidente più grave si è verificato a Cingoli, in provincia di Macerata, dove 2 operai sono morti e uno è rimasto ferito per lo smottamento del terreno durante i lavori di scavo per una fognatura. A Todi è morto un operaio: è precipitato da una scala mentre lavorava alla manutenzione di un impianto per l'essiccazione dei laterizi. Sempre nel corso dei lavori per la manutenzione degli impianti, in una fonderia, è morto un uomo a Olginate in provincia di Lecco. L'ultimo incidente mortale ha visto coinvolto un contadino di 49 anni ad Auna di Sotto in provincia di Bolzano. È scivolato lungo un pendio mentre stava falciando l'erba.
Il bilancio è drammatico, eppure - secondo uno studio presentato ieri dall’Inail e dal Censis - sta crescendo la cultura antinfortunistica in Italia anche se continuano a morire in media tre lavoratori al giorno. Nei primi quattro mesi del 20001 sono diminuiti i decessi causati da incidenti sul lavoro: sono stati 362 contro i 420 dello scorso anno, ma sono aumentati complessivamente gli infortuni che sono passati a 308.022 contro i 304.197 del 2000.
Il 58,7% delle aziende oggetto dello studio ha raggiunto un buon livello di adeguamento alla legge 626 del 94 ed il 44% del campione intervistato ritiene che questa legge spinga effettivamente all’adozione di modalità di lavoro meno rischiose, e che migliori i rapporti con il personale addetto. La situazione, secondo lo studio condotto, è migliorata nelle piccole e nelle grandi imprese. Rimane ancora deficitaria nelle medie dove, secondo il segretario del Censis, Giuseppe De Rita, «gli organismi paritetici sono realtà virtuali e non riescono ad incidere». Va quindi rinforzato questo segmento medio «fondamentale per il funzionamento dell’intera catena».Secondo il segretario del Censis «l'Italia di oggi è fatta di piccole imprese, una frammentazione che però è ben dentro i segni della modernità». «Attenzione però - ammonisce De Rita - perché è anche qui che l'infortunistica è più elaborata, è qui che la dialettica sindacale non è codificata e presente come per le imprese con oltre 30 addetti».
Un altro dato interessante è che nel 70% dei casi la formazione antinfortunistica è autofinanziata, ma con una consistente domanda di incentivi per progetti di formazione continua. Sono, infatti, circa 5 mila le domande arrivate all'Inail per accedere ai 150 miliardi stanziati per progetti di formazione e informazione dei lavoratori e per prodotti di sostegno (cd rom, opuscoli, altri supporti di qualsiasi natura).
Per il triennio '99-2001 l'Inail ha varato due tipi di finanziamento per un totale di 600 miliardi di lire. Quattrocentocinquanta miliardi sono stati destinati a finanziare programmi di adeguamento delle strutture e dell'organizzazione del lavoro per piccole e medie aziende, artigianato e agricoltura. Di questi, 350 miliardi sono interessi su un finanziamento bancario necessario a finanziare gli investimenti. Cento miliardi, invece, saranno destinati a fondo perduto a progetti di particolare eccellenza».

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