MILANO - E' soltanto l'udienza
preliminare, ma per gli ex dipendenti della Breda è già
una vittoria. Si sono presentati in un centinaio, fuori
dall'ufficio del giudice che aveva fissato
l'appuntamento. E' il primo di quello che d'ora in poi
sarà l'iter processuale per stabilire di chi sia la
responsabilità della morte di sei metalmeccanici uccisi
dal mesiotelioma, un tumore provocato, secondo l'accusa,
dall'amianto. Il dito è puntato contro due ex dirigenti
dell'azienda. Il sostituto procuratore Stefano Aprile ha
tentato di chiedere l'archiviazione del fascicolo. Ma il
gip ha ritenuto di dover procedere: troppi gli elementi
in sospeso, troppa poca chiarezza per tutte quelle
morti. Il 20 giugno ci sarà l'udienza decisiva: oggi, il
comitato per la difesa della salute sui luoghi di
lavoro, ha chiesto insieme ai familiari delle vittime di
costituirsi parte civile.
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In realtà, sono in tutto tre
i filoni d'inchiesta sulle morti per amianto negli
stabilimenti della Breda. Il primo, questo finito
sulla scrivania del pubblico ministero Aprile,
vede sotto accusa due ex dirigenti. I fatti
risalgono agli anni '60; un altro fascicolo,
invece, è nelle mani del sostituto procuratore
Stella Coliandolo. Una trentina in questo secondo
caso, i dirigenti chiamati a
| rispondere di omicidio colposo e lesioni
gravissime. E' pronta la richiesta di rinvio a giudizio
sulla quale deve esprimersi il giudice per le indagini
preliminari. Un terzo fascicolo, infine, pende ancora
contro ignoti, con le stesse accuse.
Secondo il Comitato dei familiari
delle vittime, sarebbero in tutto più di venti gli ex
dipendenti Breda uccisi dall'amianto.
(5 giugno 2001, ore
12:00)
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