Corriere della Sera
Home Page
 
nel sito nel web
altre notizie
Ricerca Personale QualificatoRicerca Personale Qualificato
Quanto mi pagano
il numero in edicola
LOMBARDIA     
In un libro della Fillea-Cgil i sospetti dei sindacati su un misterioso episodio che nel ’97 costò la vita a un operaio edile

Morto in moto o sul lavoro? Giallo a Brescia

I titolari della società imputati per omissione di soccorso L’uomo aveva una figlia di pochi mesi

BRESCIA - «Se Fausto fosse stato soccorso, forse sarebbe ancora vivo». Nicoletta Pè non ha dubbi, non li ha mai avuti sin da quel tragico 22 luglio del 1997, il giorno in cui il marito, Fausto Spagnoli, operaio di 28 anni dipendente di una ditta edile, è rimasto vittima di uno «strano» incidente in un cantiere di Prestine in Valcamonica, provincia di Brescia: un incidente mentre era in sella alla motocicletta o un infortunio sul lavoro mai denunciato? Sposata da poco e con una bimba di pochi mesi da crescere (la piccola Deborah), non ha mai smesso di sollecitare la verità sulla «misteriosa» morte del marito. Lo ha fatto anche ieri intervenendo alla cerimonia di presentazione del libro bianco che la Fillea-Cgil della Valcamonica ha deciso di dedicare a Fausto Spagnoli. Nell’occasione la donna ha lanciato un appello ai compagni di lavoro del marito: «Che dicano la verità, perché chi lavora non debba morire per quattro soldi. Se erano amici di Fausto, perché per tutta la vita dobbiamo trascinarci dubbi e portare un pesante fardello?».
La pubblicazione potrebbe fornire nuovi elementi per fare chiarezza sull’episodio al centro di un procedimento giudiziario, che vede imputati per omissione di soccorso il datore di lavoro di Fausto Spagnoli e due suoi colleghi. Un caso che l’ex Gip di Brescia, Emilio Quaranta, ha riaperto nel luglio del 1998 parlando di «gravissimi comportamenti omertosi e omissivi» dettati dalla necessità di «occultare qualcosa di non regolare». Il processo cominciato nei giorni scorsi proseguirà a novembre, quando è atteso il primo pronunciamento dei giudici.
Nel libro bianco firmato da Sergio Cotti Piccinelli viene ripercorso l’iter giudiziario attraverso gli atti del processo: dalle prime informazioni raccolte dai carabinieri tra i datori di lavoro, che sostenevano la versione dell’incidente in motocicletta, alle voci sempre più insistenti secondo cui l’operaio (come sosteneva anche una lettera anonima) in realtà era morto in cantiere, colpito alla testa da un mezzo meccanico. Infine, l’esposto della Fillea-Cgil alla procura con il quale erano stati avanzati ulteriori dubbi sull’accaduto.
Il sospetto, secondo i sindacati, era che l’incidente stradale fosse stato una messinscena per nascondere un infortunio sul lavoro.
«Il processo - ha sottolineato Domenico Ghirardi, segretario generale della Cgil della Valcamonica - è importante non solo per rendere giustizia ai familiari, ma anche per combattere l’omertà che circonda gli infortuni sul lavoro. Il libro non indaga sui fatti, ma sugli atti dell’inchiesta condotta sull’infortunio mortale».
Il volume, stampato in ventimila copie, sarà distribuito dal sindacato e il ricavato andrà a sostegno della battaglia per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
«Una pubblicazione di cui sono molto grata - ha sottolineato ieri la vedova dell’operaio - e che un giorno anche mia figlia leggerà».
Carlo Cassamali


Lombardia




© Corriere della Sera