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Sarroch. |
La tragedia di Roberto Cuccu: inchiesta sulle
responsabilità di quindici dirigenti |
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Quella morte sul ponteggio |
Indagati i vertici della Saras e delle imprese
d’appalto |
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Sarroch Quindici
indagati per la morte di Roberto Cuccu, l’operaio di Pula
dipendente di una ditta d’appalto ucciso, il 5 dicembre del
1998, da un violento getto di vapore fuoriuscito da una
tubazione mentre, sopra un’impalcatura, era impegnato in
alcuni interventi di manutenzione degli impianti della Saras.
Il poveretto, investito dal getto d’acqua bollente e ustionato
in tutto il corpo, era precipitato da un’altezza di 15 metri
finendo nel piazzale della centrale termoelettrica della
raffineria. Per quella tragedia sono stati sottoposti ad
indagine da parte del pubblico ministero Paolo Piana, il
dirigente della società “Riva e Mariani” (una delle ditte
d’appalto impegnata all’interno della Saras), Lorenzo Borsini;
Marco Mazzucco (anch’egli dirigente della società), il datore
di lavoro Roberto Raineri e l’ingegnere Albino Brentan,
entrambi dirigenti della “Ms-Isolamenti”, l’impresa
consorziata con la Riva e Mariani di cui l’operaio di Pula era
dipendente. Sono accusati di «non aver adeguatamente informato
i lavoratori dipendenti dei rischi specifici cui erano
sottoposti, di non aver cooperato con la committente
all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dei
rischi correlati ai lavori da eseguire in appalto e comunque
di non aver richiesto alla Saras le necessarie informazioni
per comprendere la natura dei pericoli». E ancora per non aver
attuato le misure di sicurezza previste per legge. Sempre
della Riva e Mariani e della Ms-Isolamenti, indagati anche i
geometri Enrico Santu (capo cantiere) e Edoardo Pulvirenti
(capo cantiere). Il 19 settembre dovranno presentarsi
davanti al Gup Giovanni Lavena anche Paolo Piccaluga
(direttore dello stabilimento della Saras di Sarroch), Alberto
Ferri (vice direttore), Francesco Marini (capo servizio
manutenzione), Carlo Vinci (responsabile settore
manutenzione), Enrico Murru (capo servizio impianti), Giulio
Mureddu (responsabile settore conversione della centrale
termoelettrica). Dovranno difendersi dalle accuse di «non aver
adeguatamente monitorato la qualità, le caratteristiche e
comunque l’idoneità della tubazione a sopportare la pressione
a cui era stata destinata». La rottura del tubo, per il pm
Piana, fu dovuta infatti alla corrosione interna che lo rese
inidoneo resistere a tali livelli di pressione interna. I
dirigenti della Saras dovranno inoltre rispondere delle accuse
di non aver informato i lavoratori dei rischi legati a quel
tipo di operazioni e di non aver coordinato e cooperato con le
imprese esecutrici degli interventi. Sono infine indagati
infine altri tre dirigenti della raffineria di Sarroch,
Umberto Iacomoni (responsabile del servizio manutenzione della
Saras), Mario Castello (responsabile della Cte), Benvenuto
Sanna (delegato competente). Tutti i quindici indagati
sono accusati di «aver fatto eseguire agli operai il lavoro di
“scoibentazione e individuazione della perdita” e comunque la
manutenzione e la verifica della tubazione che poi si ruppe,
senza fermare l’impianto nel quale circolava acqua ad una
temperatura fra gli 80 e i 160 gradi e ad una pressione di 80
atmosfere». Roberto Cuccu, 39 anni, sposato con due figli,
era stato investito in pieno dal getto di vapore mentre si
trovava su un ponteggio alto una quindicina di metri. Un grave
incidente dovuto all’improvvisa rottura di una tubazione che
ha permesso all’acqua bollente di schizzare all’esterno mentre
l’operaio era a pochi passi di distanza. Caduto al suolo con
il corpo terribilmente ustionato, il poveretto era stato
immediatamente soccorso dai compagni di lavoro che avevano
però potuto far ben poco. Roberto Cuccu era ormai morto.
A. Pi.
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