INDICE EDIZIONI Mercoledì 13 Giugno 2001

ARENELLA
Muore al primo giorno di lavoro
Operaio giù dall’impalcatura: non indossava il casco. La Cgil: pochi controlli, indaghi il Pm

MAURIZIO CERINO
Era contentissimo, perché aveva di nuovo un lavoro, dopo un periodo di pausa forzata. E così Salvatore Chianese, 32 anni, residente in via Giacinto Gigante a Sant'Antimo, ieri mattina aveva iniziato a lavorare nel cantiere che l'impresa CopiCar-Capaldo aveva aperto in via Domenico Fontana 45. Ma non ha avuto il tempo di godere del ritrovato lavoro: alle 11 circa Salvatore Chianese è precipitato dal ponte mobile di sollevamento, all’altezza del settimo piano del palazzo dove aveva iniziato l'opera di spicconamento dell'intonaco. È morto sul colpo, schiacciandosi contro i perni di ancoraggio della struttura di sollevamento.
Un nuovo incidente sul lavoro che ripropone l'annoso problema della sicurezza sui cantieri edili, sull'applicazione delle norme previste dalle leggi vigenti, prima fra tutte la 626.
Il cantiere aveva iniziato la propria attività da un paio di giorni, proprio per l’allestimento dei ponti mobili di sollevamento, che sostituiscono le cosiddette «bilance» vecchie strutture di legno, sospese completamente nel vuoto con delle corde: meccanismi a sicurezza zero. Invece gli attuali sistemi di sollevamento - che hanno soppiantato anche gli anditi costituiti da gabbie di tubi Innocenti - hanno fatto fare un notevole passo avanti in tema di sicurezza. Quando però tutti i meccanismi e le protezioni sono rese operative.
Salvatore Chianese era appunto su un ponte movile, portato all’estremità superiore del palazzo, per iniziare il distacco dell’intonaco. Aveva inziato a scalpellare la prima fasca di intonaco ed era giunto quasi al termine, verso il lato sinistro del palazzo, quando s’è verificato il dramma. Per motivi che dovranno essere chiariti durante l'inchiesta, Salvatore Chianese ha perso l'equilibrio: si trovava al lato sinistro della piattafoma di sollevamento, priva in quel punto della spalletta di sicurezza, sul lato più corto. Si tratta di una sorta di parapetto che protegge l'intero perimetro del ponteggio mobile. Sul lato corto di sinistra e su quello lungo antistante la parete del palazzo, però, le «spallette» non erano state montate. E sicuramente Chianese non indossava il casco protettivo - la qual cosa, però, poco avrebbe influito sulla caduta - e la cintura di ancoraggio che, certamente, avrebbe salvato la vita al giovane carpentiere. Nel cadere Salvatore Chianese ha urlato, è riuscito ad aggrapparsi al ponteggio, il suo compagno che gli stava accanto, Luigi Coppola, s’è precipitato per afferrarlo, ma pur essendo arrivato, non è riuscito a mantenere la presa. Sia Coppola che il capo cantiere, Carmine Montagna erano visibilmente prostrati. «Era un ottimo ragazzo, vivace, dinamico, disponibile - ha detto Montagna - nonostante il dolore subìto per la perdita del padre, avvenuta cinque mesi fa».
Sul posto i vigili del fuoco, con il funzionario Violante e gli agenti del commissariato Arenella, coordinati dal commissario Valeria Moffa. Il pm di turno, Del Gaudio, ha disposto il sequestro del cantiere e l’esame esterno della salma. Accanto all’inchiesta della magistratura, si affiancherà quella dell’ispettorato del lavoro. E proprio sulla vigilanza nei cantieri tuona Ciro Crescentini, della segreteria Fillea-Cgil. «Abbiamo chiesto al pm Maria Cristina Ribera di aprire un'inchiesta sul modo di vigilare nei cantieri da parte dell'ispettorato del lavoro, delle Asl e della medicina territoriale. Facciamo denunce per le quali non sappiamo se e come si indaga».