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Venerdì 29 Giugno 2001
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Teme per il posto,
nasconde l’infortunio
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Immigrato romeno era
caduto da un ponteggio
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Una
settimana fa, di sera, era arrivato al pronto soccorso
dell'ospedale civile di Ciriè con le ossa rotte: «Sono caduto
da una scala mentre cercavo di salire su una pianta, mi è
andata bene». Ma prima i medici e dopo i carabinieri non hanno
creduto al racconto di Vincenzo Corlade, romeno di 39 anni,
domiciliato a Torino, in corso Francia. Avevano visto giusto.
L'uomo era precipitato da un'impalcatura allestita in
un'abitazione privata di Balangero, dove lavorava in nero.
Così i carabinieri di Mathi hanno denunciato sia Corlade,
trovato sprovvisto del regolare permesso di soggiorno, sia i
due artigiani che gli avevano affidato il lavoro in nero.
L'ennesimo infortunio sul posto di lavoro, il quinto in
poco più di un mese nel Ciriacese, poteva trasformarsi in
un'altra tragedia, la terza. Solo il destino ha voluto che
l'extracomunitario non sia finito a far parte delle
statistiche sui decessi nei cantieri che con 116 morti
all'anno proiettano il Piemonte al terzo posto in Italia per
gli incidenti. Vincenzo Corlade se l'è cavata con una prognosi
di novanta giorni. Tutto è avvenuto il 21 giugno scorso,
alla periferia di Balangero. Sono quasi le 19 quando
l'operaio, impegnato a sistemare una grata sulla facciata di
una villetta, forse per un movimento azzardato o per un
cedimento dell'impalcatura, piomba nel vuoto da un'altezza di
circa cinque metri. Il muratore non riesce ad aggrapparsi a
nulla per cercare di attutire la caduta e finisce riverso nel
giardino dell'abitazione. Pochi minuti più tardi, in via
Sant'Anna arriva un'ambulanza del 118, Corlade viene soccorso
dai sanitari e trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di
Ciriè. Oltre ad essere ferito è anche agitato. I medici se ne
accorgono e dopo averlo sottoposto alle radiografie chiamano
il 112: «Abbiamo appena medicato una persona che dice di
essere caduta da una scala, ma secondo noi potrebbe trattarsi
di un infortunio sul lavoro». A tradire il romeno è anche
l'abbigliamento, tipico di chi fatica nell'edilizia. Ma
Vincenzo Corlade nega di lavorare per qualcuno. Da lì partono
le indagini dei carabinieri di Mathi che prima di tutto
contattano i barellieri per capire dove è stata raccolta la
vittima. In poche ore riescono a risalire all'indirizzo
dove è stato allestito il cantiere, affidato ad una ditta di
Lanzo e subappaltato ad altri due giovani artigiani sempre di
Lanzo, F. P. di 31 anni e M. N. di 30 anni. Il proprietario
della casa, rientrato dal lavoro a tarda sera, dell'infortunio
non ne sa proprio nulla. Loro, rintracciati dai carabinieri
qualche giorno dopo, davanti al maresciallo Arcella, ammettono
tutto: «Per Vincenzo era il primo giorno di lavoro, gli
avevamo chiesto se poteva darci una mano, non credevamo certo
che non fosse in regola con i permessi». I due sono
accusati di aver violato la legge che vieta l'impiego in nero
di extracomunitari privi di permesso di soggiorno e potrebbero
anche finire sotto inchiesta da parte dell'Asl 6 che sta
verificando se sul luogo di lavoro sono state rispettate tutte
le norme di sicurezza. Non cessa così l'allarme per gli
incidenti sul lavoro, riesploso giusto due settimane fa, dopo
che a Germagnano era morto Innocenzo Pisano, operaio di 47
anni, precipitato dal camion mentre cercava di scaricare dei
tubi in acciaio. Infortuni che in Italia, solo nei primi
quattro mesi dell'anno, hanno già causato 362 vittime
(rispetto alle 420 del 2000) e ben 62 di queste hanno perso la
vita nel settore dell'edilizia.
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