Remanzacco
Un lavoro di routine si è trasformato in tragedia, ieri
pomeriggio, alla Zafa spa di Remanzacco. Franco Petrigh,
quarantaduenne di Faedis, è stato travolto e schiacciato dallo
stampo che stava sostituendo alla macchina tubatrice.
Un'operazione che, da quattro anni, faceva ogni due, al
massimo tre giorni. Ieri pomeriggio, verso le 16, stava
lavorando assieme a due colleghi. Improvvisamente una piastra
d'acciaio del peso di due quintali, trasportata da una gru, lo
ha travolto all'altezza della nuca, scaraventandolo e
schiacciandolo contro un bancone. È morto sul colpo.
Inutilmente sono stati allertati i soccorsi. Inutilmente
l'elicottero del 118 è decollato da Udine. Nella zona
industriale di Remanzacco, in via Salt 11, i medici non hanno
potuto far nulla per lo sfortunato operaio di Faedis.
Nell'azienda, che produce prefabbricati in cemento, tubi e
solai, i carabinieri di Remanzacco, con l'ausilio dei colleghi
di Feletto Umberto, hanno subito cominciato gli accertamenti e
raccolto testimonianze. Sul posto sono intervenuti anche i
tecnici del Servizio antinfortunistico dell'Arpa. La dinamica
è tutta da chiarire. Un errore di manovra? Un cedimento
improvviso? Tutto è successo così velocemente che i testimoni
non hanno saputo darsi una spiegazione, saranno ora gli
accertamenti delle forze dell'ordine a far chiarezza sulle
cause dell'infortunio.
Alla Zafa Franco Petrigh era conosciuto da tutti. Una
decina d'anni fa aveva cominciato a lavorare per l'azienda di
via Salt, poi aveva mollato per dedicarsi a un'attività
artigianale. Ma è stata solo una parentesi, perchè dopo
qualche tempo ha nuovamente trovato impiego a Remanzacco. Era
l'addetto all'asseblaggio della macchina tubatrice da circa
quattro anni, conosceva molto bene quella macchina. Ieri
pomeriggio la tragedia. Le fasi concitate dei soccorsi, poi la
drammatica telefonata alla sorella Nadia, che è accorsa a
Remanzacco, e il lutto della famiglia Petrigh che nel giro di
poche ore è diventato il lutto di un'intera comunità. Franco
Petrigh, infatti, era molto conosciuto per il suo impegno nel
sociale. Originario di Canebola, dove è rimasto legato al
gruppo Ana, da un paio d'anni si era trasferito a Faedis in
via Candeo. Appassionato di calcio, aveva militato nell'Ac
Faedis e ora giocava con gli amatori del suo paese. «Era una
brava persona - dicono di lui in fabbrica - Un giovane solare,
con un carattere splendido, qui alla Zafa era benvoluto da
tutti». Belle parole, bei ricordi, ma nulla, in questo
momento, può consolare la madre Amalia Scuffet, alla quale
ieri sera è andato il pensiero di tutta Faedis.
R.U.