Roma. È di
sette morti bianche il bilancio raggelante del primo sabato di
inizio estate. Vite spezzate sul luogo di lavoro per cause ancora da
accertare in via definitiva ma che fanno capire, come ha denunciato
la Cgil, che «la dignità del lavoro e la cultura della sicurezza non
sono ancora princìpi che sovrintendono alla vita civile e lavorativa
di questo paese».
Tre gli operai morti mentre stavano eseguendo la manutenzione
nella rete fognaria di Campofelice di Roccella (Palermo) cadendo in
una vasca di raccolta dei liquami in contrada Pista Vecchia. Le
vittime, sono Angelo Incandela, 43 anni, lavoratore socialmente
utile del comune, Grazio Romano, 42 anni, e Francesco Guida, 48
anni, operai di una ditta privata. L’incidente è avvenuto venerdì ma
solo nella notte i carabinieri hanno trovato i corpi, dopo l’allarme
dei familiari preoccupati perché non rincasavano. I tre uomini sono
stati risucchiati a uno a uno dentro la vasca che raccoglie i
liquami e sono morti annegati. La procura di Termini Imerese ha
aperto un’inchiesta.
A Racale (Lecce) un operaio, Antonio Galati, di 41 anni, è morto
mentre stava montando un gazebo alto circa quattro metri in una
abitazione: secondo la ricostruzione dei carabinieri ha perso
l’equilibrio ed è caduto a terra. Schiacciato dai meccanismi di un
apparato per la trasformazione di materiale di cava, cui era addetto
è invece morto, Martin Kwasi Sarpong, 26 anni originario del Ghana,
dipendente della Valdol di Valdagno (Vicenza). Una trave ha
stroncato la vita di Nicola Garruba, di 42 anni, di Cotronei, a
Strongoli, in provincia di Crotone, nei pressi della statale Jonica
106, in contrada Santa Foca. Stessa sorte è toccata a Serif Harbas,
operaio bosniaco di 48 anni, residente a Trieste, morto a Udine dopo
essere stato travolto da alcuni ponteggi che si trovavano su un
furgone pronti per essere utilizzati al fine di allestire
un’impalcatura. |