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CronacaItalia

In tre perdono la vita a Roccella (Palermo) annegando nei liquami
Un sabato di morte sui posti di lavoro: sette vittime



Domenica 24 giugno 2001
Roma. È di sette morti bianche il bilancio raggelante del primo sabato di inizio estate. Vite spezzate sul luogo di lavoro per cause ancora da accertare in via definitiva ma che fanno capire, come ha denunciato la Cgil, che «la dignità del lavoro e la cultura della sicurezza non sono ancora princìpi che sovrintendono alla vita civile e lavorativa di questo paese».

Tre gli operai morti mentre stavano eseguendo la manutenzione nella rete fognaria di Campofelice di Roccella (Palermo) cadendo in una vasca di raccolta dei liquami in contrada Pista Vecchia. Le vittime, sono Angelo Incandela, 43 anni, lavoratore socialmente utile del comune, Grazio Romano, 42 anni, e Francesco Guida, 48 anni, operai di una ditta privata. L’incidente è avvenuto venerdì ma solo nella notte i carabinieri hanno trovato i corpi, dopo l’allarme dei familiari preoccupati perché non rincasavano. I tre uomini sono stati risucchiati a uno a uno dentro la vasca che raccoglie i liquami e sono morti annegati. La procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta.

A Racale (Lecce) un operaio, Antonio Galati, di 41 anni, è morto mentre stava montando un gazebo alto circa quattro metri in una abitazione: secondo la ricostruzione dei carabinieri ha perso l’equilibrio ed è caduto a terra. Schiacciato dai meccanismi di un apparato per la trasformazione di materiale di cava, cui era addetto è invece morto, Martin Kwasi Sarpong, 26 anni originario del Ghana, dipendente della Valdol di Valdagno (Vicenza). Una trave ha stroncato la vita di Nicola Garruba, di 42 anni, di Cotronei, a Strongoli, in provincia di Crotone, nei pressi della statale Jonica 106, in contrada Santa Foca. Stessa sorte è toccata a Serif Harbas, operaio bosniaco di 48 anni, residente a Trieste, morto a Udine dopo essere stato travolto da alcuni ponteggi che si trovavano su un furgone pronti per essere utilizzati al fine di allestire un’impalcatura.

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