Rivoluzione alla Silicon
Valley La ricerca
<progetta> i computer con i circuiti grandi come molecole Daniela Roveda
(NOSTRO SERVIZIO)
LOS ANGELES - Una rivoluzione "molecolare"
eccezionale potrebbe presto cambiare il volto
dell'informatica. Ieri infatti un gruppo di ricercatori
americani ha aperto un nuovo "vaso di Pandora"
nella scienza applicata, annunciando di aver fatto il
primo passo verso la creazione di un
computer cento miliardi di volte più veloce di quelli
attuali, una macchina composta da
circuiti molecolari che potrebbe far presto finire nel
dimenticatoio i computer funzionanti con transistor al
silicio.
Due team di scienziati della University of California e
della Hewlett Packard sono riusciti infatti a costruire
un semplice circuito, spesso quanto una molecola, usando
processi chimici anziché la fotolitografia. Oggi i
circuiti elettronici che compongono i computer sono
infatti costituiti da sottilissimi strati di silicio
"incisi" con fasci di luce, un processo noto
appunto con questo nome. La scoperta, pubblicata
sull'ultimo numero della rivista <Science>, spiana
la strada per una nuova scienza battezzata
"molettronica" (elettronica molecolare) e apre nuovi immensi orizzonti per il
settore dell'informatica, della medicina e della ricerca
scientifica, senza parlare delle applicazioni militari.
Uno dei principali finanziatori della ricerca è stato
infatti il Pentagono.
L'immenso potenziale di questa innovazione tecnologica
apre nuovi orizzonti per l'informatica, dato che
l'attuale tecnologia impiegata nella costruzione di
computer era probabilmente destinata a scontrarsi con i
limiti "fisici" del componente fondamentale dei
circuiti elettronici, il silicio. La capacità di
produrre computer sempre più efficienti era ad esempio
dovuta in parte alla capacità di costruire transistor
sempre più piccoli utilizzando strati sempre più
sottili di silicio, e in parte alla lunghezza delle onde
della luce. Solo lo scorso aprile, ad esempio, l'ex
amministratore delegato del colosso dei chips Intel,
Andrew Grove, aveva previsto che, a meno di nuove
rivoluzionarie scoperte, nel prossimo futuro la
tecnologia attuale non avrebbe potuto offrire
miglioramenti cui l'industria dell'elettronica era
abituata.
L'idea di poter costruire circuiti molecolari basati su
processi chimici è invece in grado di perpetuare la
cosiddetta "legge di Moore", che stabilisce il
costante aumento della capacità di calcolo dei computer
grazie alla continua riduzione delle dimensioni dei
circuiti elettronici che li compongono. <Nel corso dei prossimi dieci
anni questa nuova tecnologia permetterà di poter
costruire immensi sistemi di immagazzinaggio dati
- ha detto il fisico della Hewlett Packard, Phil
Kuekes -. E successivamente di creare macchine
"fantastiche" come sensori che viaggiano nei
vasi sanguigni per monitorare le malattie>.
Per il momento tutto ciò appartiene ancora al regno del
semi-fantastico. I ricercatori hanno sottolineato che la
scoperta è solo un primo passo verso la costruzione di
computer molecolari e molta strada rimane da fare. Le
molecole usate per costruire i circuiti - chiamate
molecole rotaxane - sono composti chimici sintetici che
finora possono essere semplicemente "accesi" o
"spenti"; in futuro sarà necessario costruire
"fili" ultrasottili per collegare tra loro le
molecole e formare un vero e proprio circuito. Il
computer molecolare
non è quindi dietro l'angolo. Ma il semplice potenziale
della scoperta è tale da entusiasmare chiunque ci stia
lavorando. <Un giorno - spiega uno dei chimici
responsabili del progetto, il professor James Heath della
Ucla - la potenza di cento
stazioni di lavoro potrà essere replicata da una
macchina grande come un granello di sale>.
Daniela Roveda