IL SOLE 24 ORE 17/07/99

Rivoluzione alla Silicon Valley
La ricerca <progetta> i computer con i circuiti grandi come molecole
Daniela Roveda

(NOSTRO SERVIZIO)
LOS ANGELES - Una rivoluzione "molecolare" eccezionale potrebbe presto cambiare il volto dell'informatica. Ieri infatti un gruppo di ricercatori americani ha aperto un nuovo "vaso di Pandora" nella scienza applicata, annunciando di aver fatto il primo passo verso la creazione di un computer cento miliardi di volte più veloce di quelli attuali, una macchina composta da circuiti molecolari che potrebbe far presto finire nel dimenticatoio i computer funzionanti con transistor al silicio.
Due team di scienziati della University of California e della Hewlett Packard sono riusciti infatti a costruire un semplice circuito, spesso quanto una molecola, usando processi chimici anziché la fotolitografia. Oggi i circuiti elettronici che compongono i computer sono infatti costituiti da sottilissimi strati di silicio "incisi" con fasci di luce, un processo noto appunto con questo nome. La scoperta, pubblicata sull'ultimo numero della rivista <Science>, spiana la strada per una nuova scienza battezzata "molettronica" (elettronica molecolare) e apre nuovi immensi orizzonti per il settore dell'informatica, della medicina e della ricerca scientifica, senza parlare delle applicazioni militari. Uno dei principali finanziatori della ricerca è stato infatti il Pentagono.
L'immenso potenziale di questa innovazione tecnologica apre nuovi orizzonti per l'informatica, dato che l'attuale tecnologia impiegata nella costruzione di computer era probabilmente destinata a scontrarsi con i limiti "fisici" del componente fondamentale dei circuiti elettronici, il silicio. La capacità di produrre computer sempre più efficienti era ad esempio dovuta in parte alla capacità di costruire transistor sempre più piccoli utilizzando strati sempre più sottili di silicio, e in parte alla lunghezza delle onde della luce. Solo lo scorso aprile, ad esempio, l'ex amministratore delegato del colosso dei chips Intel, Andrew Grove, aveva previsto che, a meno di nuove rivoluzionarie scoperte, nel prossimo futuro la tecnologia attuale non avrebbe potuto offrire miglioramenti cui l'industria dell'elettronica era abituata.
L'idea di poter costruire circuiti molecolari basati su processi chimici è invece in grado di perpetuare la cosiddetta "legge di Moore", che stabilisce il costante aumento della capacità di calcolo dei computer grazie alla continua riduzione delle dimensioni dei circuiti elettronici che li compongono. <Nel corso dei prossimi dieci anni questa nuova tecnologia permetterà di poter costruire immensi sistemi di immagazzinaggio dati - ha detto il fisico della Hewlett Packard, Phil Kuekes -. E successivamente di creare macchine "fantastiche" come sensori che viaggiano nei vasi sanguigni per monitorare le malattie>.
Per il momento tutto ciò appartiene ancora al regno del semi-fantastico. I ricercatori hanno sottolineato che la scoperta è solo un primo passo verso la costruzione di computer molecolari e molta strada rimane da fare. Le molecole usate per costruire i circuiti - chiamate molecole rotaxane - sono composti chimici sintetici che finora possono essere semplicemente "accesi" o "spenti"; in futuro sarà necessario costruire "fili" ultrasottili per collegare tra loro le molecole e formare un vero e proprio circuito. Il computer molecolare non è quindi dietro l'angolo. Ma il semplice potenziale della scoperta è tale da entusiasmare chiunque ci stia lavorando. <Un giorno - spiega uno dei chimici responsabili del progetto, il professor James Heath della Ucla - la potenza di cento stazioni di lavoro potrà essere replicata da una macchina grande come un granello di sale>.
Daniela Roveda

 

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