Dura!
Dura! Durissima! Oggi è stata la prima e probabilmente (lo spero) anche la più
dura tappa del percorso. Sapevo cosa sono 1200 metri di dislivello avendo
esperienza come escursionista in montagna e avevo già considerato l'idea di
scendere di sella sui tratti di pendenza maggiore, ma non pensavo che
spingere la bicicletta in salita con dieci chili di bagaglio potesse essere così
faticoso. La giornata era cominciata bene: dopo aver lasciato l'albergo ho
raggiunto la stazione di Bayonne, ho lasciato la macchina nel vicino
parcheggio visto la sera prima e sono salito sul treno che mi avrebbe portato
sino a St.Jean Pied de Port, all'inizio del Cammino Francese per Santiago. Appesa
la bici su dei ganci appositi mi sono goduto un bel viaggio in treno,
che passava attraverso le colline prepirenaiche, con viste su dei paesaggi e
delle casette deliziose. Ho inoltre scambiato due parole con altri due
pellegrini, i primi che incontro in viaggio. Vengono da Madrid e compieranno
a piedi metà cammino in questi giorni, per poi tornare a completare il
pellegrinaggio verso Settembre aggirando il problema di avere un mese di ferie.
Anch'io avrei in mente di compiere il cammino a piedi, purtroppo però il mio
lavoro non me lo permette, non avendo a disposizione il tempo necessario a percorrere l'intero
pellegrinaggio.Giunto alla stazione di St.Jean Pied de Port alle 10.00 ho risalito la
strada principale del paese fino a giungere nel centro storico, un incantevole
intrecciarsi di strette vie in pavé circondato da mura medioevali. Da qui sono
uscito attraverso una porta in prossimità di un fiume, dove una volta forse si
trovava un ponte levatoio. Finalmente un'indicazione e un simpatico pellegrino a
piedi mi hanno messo sulla buona strada, e pochi minuti più tardi
imboccavo la via del "Camino de Santiago". Subito la salita si è
rivelata per quello che era, un ascesa durissima con strappi fino al 10%,
intervallati da falsi piani dove cercavo di recuperare. Poco dopo,
all'ennesimo strappo, sono dovuto scendere di sella e ho deciso di
spingere la bicicletta nei tratti più duri. Il tempo in compenso era bello,
c'era il sole e ormai era quasi mezzogiorno quando scorgevo un ostello.
Vista la carenza alimentare (stamattina non ho fatto colazione per paura di
far tardi) mi sono fermato e una gentile signora
mi ha preparato un panino con
prosciutto crudo e formaggio. Rinvigorito dal cibo mi
sono riavventurato per la
salita, dove non ho più incontrato anima viva per Km, fatta eccezione per
gli animali (pecore, mucche, cavalli, persino maiali e tutti abituati al
transito dei pellegrini). Ma purtroppo mi ha fatto visita la pioggia, che ha
iniziato a picchiare fastidiosamente sulmio caschetto
accompagnandomi fino alla sommità della montagna per poi unirsi al forte vento.
Mi son dovuto
coprire con pile e K-way e la situazione non appariva delle migliori, visto che
il cielo era completamente coperto ed erano già le 15.00. Bisognava
assolutamente proseguire. Aggirato un colle, la strada iniziava a scendere ed
io, convinto di essere alla fine dellemie fatiche,
mi sono rilassato aspettandomi la discesa. E invece no, la strada a quel punto deviava
per un altra località, mentre per giungere a Roncesvalle, bisognava salire per
un sentiero impervio e valicare la montagna passando in forcella. Queste belle
notizie me le comunicava una signora americana sui quarant'anni
circa che, da sola (che coraggio!) ha affrontato il Cammino. Dopo averla
salutata ho continuato spingendo la bicicletta per il sentiero d'erba fino
ad arrivare in forcella, dove mi ha raggiunto un'escursionista francese. Lassù
il vento era fortissimo così non ci siamo intrattenuti troppo e mi
sono rilanciato in discesa per un sentiero accidentato, tra pietre, fango e radici e
un pericoloso strapiombo sul lato destro (dove tra l'altro ho notato
un'autovettura scivolata tra le piante). Verso la fine di questo terribile
percorso (ho attraversato il confine tra Francia e Spagna)
mi sono imbattuto in un'allegra combriccola di ragazzi spagnoli che
mi
annunciavano la lieta notizia di ancora 45 minuti di salita (non sapevo se
essere contento perché
finalmente sapevo con una certa sicurezza quanto mancava, o se
sperando di essere quasi arrivato demoralizzarmi).
Armatomi ancora una
volta di buona volontà, l'unica energia rimasta, ho affrontato l'ultima
salita. Ripreso e superato dal francese, che saliva con passo sicuro e regolare,
mi impegnavo più a fondo, quasi disperato cercavo di raggiungerlo. Giunto all'apice dell'ascesa e vista la strada asfaltata che
scendeva a Roncesvalle, animato dalla speranza di chi è allo
strenuo delle forze mi pedalavo come un forsennato. Eh
si era proprio la discesa finale,l'ho affrontata da incosciente con punte di 60 Km orari
fino a giungere in paese nel giro di un quarto d'ora, ma col senno di poi devo
dire che è una discesa molto pericolosa, su un asfalto irregolare e con una carreggiata
molto stretta. Da Roncesvalle mi aspettavo qualcosa di più, rappresentando il punto di partenza del
pellegrinaggio in Spagna, invece è un paesino di poche case, dove si notano però
i due ostelli e due strutture alberghiere. Dei due ostelli uno dei due non
accoglie i pellegrini in bicicletta nei mesi di Luglio e Agosto, così sistematomi nell'altro (l'ostello della gioventù) e dopo una splendida doccia e
una cena frugale ora vado a dormire. Sono le 22.00 e domani devo
recuperare la strada perduta oggi, io speravo di arrivare più avanti fino a
Posada del Puerto.