Casanova - |
Siamo arrivati! Dopo 12 giorni e qualcosa come 850 Km siamo giunti alla fine del Cammino di Santiago, di fronte alla Cattedrale. Alle 15.00 di oggi dopo l'ennesima giornata vissuta in bicicletta, abbiamo sorpassato il cartello stradale che indicava località SANTIAGO! E' una soddisfazione enorme, di cui non subito siamo riusciti a cogliere la grandezza, forse proprio per la fatica provata nel raggiungerla. Anche stamattina i 65 Km che ci separavano dalla meta erano cosparsi di colli che stroncavano le gambe in salita, per ripartire come razzi in discesa. Mai come oggi abbiamo controllato il cronometro della mia bici per vedere quanti km ci separavano da Santiago, 65.....58.....54.....43, erano sempre tanti e sembravano non passare mai. Dopo una ventina di chilometri mi sono rigenerato, seguendo l'esempio degli amici saragozzani, con una pasta "Napolitana" lunga quasi 30cm al prezzo di sole 150 Pts, un vero affare e una gran scorpacciata di crema e pasta sfoglia. Josè, invece, ansioso di arrivare non si era affatto fermato e aveva proseguito da solo. Ripartiti e vinta la tentazione di chiedere il bis, affrontavamo una salitella per poi finire con una lunga discesa a meno di 20 km da Santiago. Ecco però subito un'altra salita, partiamo bene ci diamo dentro con la forza che ci rimane e arrivati in cima i cartelli indicano solo 10 Km a Santiago. Io mi cambio sono tutto sudato e ha anche piovuto un pò. In verità però mi ero ripromesso di arrivare con la maglietta di Vasco alla fine del Camino. Non so perché, forse per una semplice frivolezza o forse perché anche se lui rappresenta tutto ciò che è trasgressione ed il cammino è invece un'insieme di fede e tradizioni, è vero anche che alcune sue canzoni mi hanno segnato nel profondo come questa esperienza. Cambiatomi, assieme ai miei compagni pellegrini, mi dirigo verso Compostela, pensando che da li in poi sia tutta discesa. E invece no! Prima della fine c'è sempre un'ultima prova da superare per il pellegrino. Infatti la strada comincia a salire, si tratta del famoso Monte de Gozo, quello da cui si scollina verso Santiago. Giunti in cima ci soffermiamo assieme agli altri pellegrini, tutti sono in festa, la città meta delle nostre fatiche e lì sotto i nostri occhi. Noi siamo più fortunati degli altri, perché siamo in sella ad una bicicletta e lanciatici in discesa in pochi minuti siamo alle porte della città. Seguiamo le frecce gialle, che sempre ci hanno guidato in questi giorni, e loro ci portano fin dinnanzi la cattedrale di S.Giacomo. Maestosa e imponente ci si para davanti, ma noi siamo spaesati, non ci rendiamo ancora conto di essere giunti fin lì e rimaniamo impalati capaci solo di scattare qualche foto. Ci informano che il giorno seguente alle 12.00, si svolge la messa del pellegrino per la gente arrivata oggi. Decidiamo di tornare domani, per visitare la tomba di S.Giacomo e celebrare con l'eucaristia assieme a tutti gli altri pellegrini giunti oggi la fine del pellegrinaggio. Dopo pranzo (un plato combinado) ci spostiamo nel centro dove troviamo alloggio nel seminario, ormai adibito ad hotel. Costa un pò di più dei soliti ostelli, ma abbiamo bisogno di riposare per il lungo viaggio di ritorno. Inoltre passiamo per "l'Officina del Peregrino" ovvero il luogo dove, dopo il controllo dei "selli" apposti sulla credencial, ci viene rilasciata la Compostela, la certificazione dell'avvenuto pellegrinaggio. E' una formalità, un pezzo di carta, ma ritrovarsi in mano una pergamena in latino con il proprio nome scritto a mano ti fà sembrare più simile a quei pellegrini che nel Medioevo affrontavano il viaggio con ben altri problemi e rischi. Al piano terra dell'Officina si trova un centro informazioni, dove una signorina gentilissima dispensa consigli a tutti per scegliere il modo più comodo per tornare a casa. Mi informo per un pullman che mi riporti vicino al confine francese, a Irun. In verità sapevo già dell'esistenza del pullman, ma la ragazza mi riserva il posti per me e per la mia bicicletta e mi spiega come arrivare alla stazione degli autobus. Visitata Santiago (è una bella città ma il pellegrinaggio viene comunque strumentalizzato e ovunque vediamo negozi con souvenir sul "Camino"), ce ne torniamo in albergo, dove dopo una doccia ci prepariamo per una serata speciale. C'è un clima di festa generale, ormai abbiamo concluso le nostre fatiche e ci si lascia andare con gli inseparabili Carlos, Jaime, Nacho e Josè. Così finiamo per andare a mangiare del "Mariscados" (cozze, vongole, gamberoni, cappelunghe e cappesante ) in un buon ristorante e per fare il giro dei bar del centro con immancabile giro di alcolici per tutti. Eh vabbè, uno strappo alla regola ci vuole ogni tanto, sopratutto dopo tanti giorni vissuti da pellegrini.