L'immagine classica che ciascun individuo ha di oche ed anatre è
probabilmente il loro scorrazzare in spazi aperti di campagna, seguite
magari da una prole numerosa. Beh, potete cancellare tale genere di visione
idilliaca, perché solo pochi esemplari hanno la fortuna di vivere
in un sogno simile. Per gli altri è solo un incubo. Anzi, sarebbe
meglio usare la parola "inferno".
Oche
ed anatre sono allevate fondamentalmente per un motivo: il loro fegato.
E' la parte che più interessa all'industria alimentare, quella
che viene rivenduta con il nome ben più noto di "foie gras".
Chiudete
gli occhi per un istante e costruite nella vostra mente lo scenario che
andremo ad indicarvi.
Immaginate una serie di gabbie di rete metallica, le cui dimensioni sono
25 x 15 cm. All'interno di ciascuna di queste ci vive un'oca o un'anatra,
fate voi.
Ogni
giorno la bestiola è costretta dall'uomo ad ingurgitare una palla
di mais cotto del peso di 400-500 gr. Fate conto, per darvi un'idea, di
trangugiare 20 kg di pasta se pesate all'incirca 80 kg. Dubitiamo che
di vostra volontà ce la facciate. Lo stesso vale per questo animale.
Il cibo infatti gli viene sparato direttamente nel gozzo, attraverso un
tubo metallico infilato in gola. Quest'attrezzo, misurando più
o meno 28 cm, provoca danni fisici come lesioni, fratture del collo, infezioni
ed addirittura soffocamenti.
Ah,
piccolo particolare, il trattamento viene ripetuto quotidianamente dalle
3 alle 8 volte e l'intero ciclo parte da un minimo di 2 settimane a un
massimo di 4.
Va da sé che l'animale ingrassi notevolmente e la sua "casetta"
provvisoria non basti più ad alloggiarlo. Nel giro di poco tempo
la testa non riesce a passare attraverso i buchi della rete ed ogni movimento
diventa impossibile. Ma questo è solo l'inizio.
L'eccessiva
alimentazione e l'immobilità provocano una grave malattia: la STEATOSI
EPATICA. Si tratta di uno smisurato accumulo di grasso nel fegato, che
fa aumentare di volume e di peso dalle 7 alle 10 volte.
Conseguenze:
asfissia, convulsioni, attacchi cardiaci, cirrosi e talvolta morte dell'animale.
Esiste
però una modalità d'allevamento alternativa alle gabbie.
Peccato che i risultati siano i medesimi. Sono i "parchi collettivi
di ingozzamento", ossia 3 mq che contengono 15-20 animali. Non c'è
bisogno di dire che stanno abbastanza strettini, tanto da creare in loro
stress e paura, degeneranti in aggressività.
E
cosa fa l'essere umano (ci poniamo dei dubbi su quest'ultimo aggettivo)?
Li priva del loro più importante organo di senso, il becco, e li
condanna a soffrire ulteriormente fino a quando moriranno. E non sperate
che almeno la loro uccisione sia indolore: che sensazione può dare
venire immersi in un bagno di acqua elettrificata? Mah, oche e anatre
reagiscono dibattendosi convulsamente e patiscono fino al successivo sgozzamento.
Ecco,
ora riaprite gli occhi e meditate sulle scene raccapriccianti che il vostro
cervello ha elaborato grazie al nostro racconto.
Non è un film horror, è semplicemente foie gras.
Forse è proprio il caso di dire che ad essere oche o anatre ci
vuole fegato!
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