Corriere della Sera, 26 Agosto 1991

Corriere della Sera, 26 Agosto 1991

I surfisti insorgono: ora basta

Gli sportivi della tavola a vela: limitare le corse degli aliscafi

RIVA DEL GARDA (Trento) - Gli amici di Jurgen e i surfisti che frequentano il Garda non ci stanno. Non credono al "destino fatale" o "all'incidente imprevedibile", né accettano le accuse di irresponsabilità e sprezzo del pericolo. E per denunciare i continui rischi che corrono sul lago di Garda hanno inscenato una manifestazione di protesta, già nella notte di sabato, poche ore dopo la morte dell'amico.

Sono volati anche pomodori e uova contro le fiancate della "Freccia della riviera", l’aliscafo della società di navigazione che gestisce in appalto il servizio pubblico di trasporto sul Garda, I suoi pattini hanno ucciso un giovane surfista, Jurgen Coradello, 23 anni, cittadino austriaco ma di origini italiane. Una morte orribile: il battello ha tranciato di netto la testa e il braccio destro. Ma i surfisti non si sono fermati lì: in più di 400 ieri hanno firmato un comunicato che ha tutta l'aria di un atto d'accusa. La tragedia ha infatti riportato alla ribalta una polemica mai sopita tra amanti del surf, collegati anche ad alcune scuole di tavola a vela che lavorano in riva al lago e la Navigarda che con i suoi aliscafi collega i centri lacustri.

Da una parte la società di navigazione sostiene la necessità di difendere la sicurezza delle sue rotte dall’invasione dei surfisti. Dall’altra parte ci sono i tantissimi cultori della tavola a vela che hanno fatto del Garda uno dei centri mondiali di questo sport. Le condizioni climatiche per praticare il surf qui sono ideali. Dalla tarda mattinata si alza infatti un vento costante; che e perfetto per far scivolare le tavole

E i surfisti vi arrivano in massa, trasformando lo specchio lacustre in un variopinto spettacolo di vele al vento. Sono soprattutto nord-europei, tedeschi in testa, che indossano pesanti mute protettive e sfidano anche le basse temperature pur di poter praticare il loro sport preferito. Una voce molto importante, uno sport ecologico.

Nel loro comunicato i surfisti hanno così accusato la Navigarda: io suoi aliscafi sono troppo grandi difficilmente manovrabili, inquinanti e pericolosi per chi pratica questo sport. E hanno proposto di usare mezzi più piccoli e soprattutto di ridurre il numero delle corse nella fascia oraria dalle 13 alle 18, quando le tavole affollano il lago.

E la Navigarda? Si difende e rispedisce le accuse al mittente. I responsabili affermano che sono proprio i surfisti a costituire un pericolo, con la loro velocità, le loro evoluzioni. e spesso l'incapacità di controllare le tavole. E proprio in questo modo sarebbe avvenuto l'incidente che è costato la vita al giovane austriaco. Sulla dinamica della disgrazia sono in corso indagini della magistratura. Un primo rapporto dei carabinieri avrebbe comunque escluso ogni responsabilità del comandante della "Freccia della riviera".

Toni Visentini

 

 

Riprende, ma sotto scorta la navigazione sul Garda

Quattro giorni fa un aliscafo aveva travolto e decapitato un surfista austriaco.

Riva del Garda (Trento). E' ripresa oggi, limitatamente al porto di Riva del Garda, il servizio di trasporto pubblico della Navigarda sospeso da sabato sera nel tratto trentino del lago dopo la morte del surfista austriaco travolto da un aliscafo.

I battelli giungono a Riva scortati dalla pilotina dei carabinieri, ma saltano lo scalo di Torbole, dove maggiori sono i problemi di coabitazione tra la navigazione a motore e i praticanti del surf. L'intervento dei carabinieri è stato chiesto dai sindacati della Navigarda "a tutela - è detto in una lettera - dei componenti dell' equipaggio a fronte delle molteplici minacce ricevute, e riportate anche da alcuni giornali" dopo la morte del surfista. "Qualora non si ricevessero le garanzie richieste - afferma il consiglio dei delegati - le corse di linea fermeranno a Limone".

Sono intanto oltre ottocento le firme raccolte tra i surfisti dell'alto lago per chiedere la sospensione del servizio navigarda durante i mesi estivi tra le ore l2 e le 18.

Jurgen Coradello, questo il nome della vittima, 23 anni, residente nella cittadina di Worgl, era entrato in collisione con il "Freccia delle Riviere", al comando di uno dei più esperti capitani, Angelo Salaorni, 50 anni, residente a Peschiera. Il giovane austriaco è stato decapitato e mutilato in altre parti del corpo da una delle pinne dell'aliscafo. Di recente i comandanti della Navigarda avevano minacciato di non navigare più sull'Altolago a causa delle difficoltà e dei rischi, sostengono, provocati dai numerosi suffisti.

 

 

Gardasee: Fünfter Unfall mit Tragflächenboot

 

verletzt Surfer schwer

Das Killerboot auf dem Gardasee hat wieder zugeschlagen: Vor Torbole rammte das Tragflächenboot Galileo Galilei den italienischen Surfer Mario Agnoletti (24) und verletzte ihn schwer. Agnoletti wurde nach dem Zusammenstoß von Surflehrern des Surfcenters Conca d'oro geborgen und dann mit einem Hubschrauber ins Krankenhaus nach Trient geflogen.

Der verletzte Surfer war bei Bewußtsein, klagte aber über heftige Rückenschmerzen. Agnoletti wird seit drei Tagen auf der Intensivstation künstlich beatmet, schwebt aber nicht in Lebensgefahr. Nach Angaben der Carabinieri hatten die Ärzte innere Verletzungen und mehrere Brüche diagnostiziert.

Den Unfallhergang schildern Augenzeugen unterschiedlich. Während Surfcenterbesitzer Vasco Renna behauptet, das Tragflächenboot habe vor dem Surfer abgestoppt, sei auf seiner Morgentour gegen 9.50 Uhr auf jeden Fall nicht mehr im Gleiten gefahren, behaupten mehrere andere Zeugen, die Galilei habe in voller Fahrt, ohne auch nur einmal zu hupen, auf dem Weg von Riva den Hafen von Torbole angesteuert. Das Boot sei dem Surfer auch nicht ausgewichen. Ein weiterer Surfer habe sich vor dem heranrasenden Boot gerade noch in Sicherheit bringen können. Der Kurs des Bootes, so die Zeugen weiter, sei nicht vorausberechenbar gewesen, weil es den Hafen in einem weiten Bogen angefahren habe.

Als "skandalös" empfanden Zeugen das Verhalten der Bootsbesatzung. Obwohl der Surfer bewegungslos über dem Schwimmer gehangen sei, hätten die Männer von der Galileo Galilei lediglich den "Schaden" besichtigt, seien aber nicht ins Wasser gesprungen, um dem Verletzten beizustehen. Erst die Conca d'oro-Lehrer haben Agnoletti gesichert und geborgen.

Agnoletti ist bereits das fünfte Unfallopfer der gefürchteten Rasiermesserboote:

• Der erste Unfall geschah im Juli '82 vor dem Hotel Pier. Damals entging der Deutsche Andy Streck nur knapp einer Querschnittslähmung.

• Der bisher schwerste Unfall ereignete sich im August '91, als der österreichische Surfer Jürgen Corradello von der Freccia delle Riviere enthauptet wurde.

• Der Surfer Jörg Ollinger berichtete, daß im selben Jahr ein Surfer von der Galileo Galiei krankenhausreif gefahren worden sei.

Daraufhin verfügten die Behörden, daß die 70 km/h schnellen Tragflügelboote in der Hochsaison nur noch in Verdrängerfahrt den oberen Gardasee befahren dürfen. Diese Verfügung galt allerdings nur für Fahrten bis zum 15. September.

• Im Juni '97 wurde der italienische Surfer Michele Santoni von einem Aliscafo schwer verletzt.

 

 

 

KOMMENTAR

Weg mit dem Killerboot

Bis 15. September mußten die Killerboote am oberen Gardasee Tempo elf fahren. Einen Tag nach Lockerung der staatlichen "Handbremse" raste der Kapitän der Galileo Galilei im morgendlichen Vento wieder mit Vollgas über den See. "Wenn das Tragflügelboot mit Tempo 70 durch die Surfer fährt, ist das etwa so, als würde ein Taxi mit 50 durch die Fußgängerzone brettern", schimpfte der Hotelier und Segler Franco Tonelli nach dem tödlichen Unfall.

Das surf Magazin meint: Fünf Unfälle mit dem Killerboot sind genug. Wir fordern im Namen unserer Leser und aller Surfer :

Vom 15. Mai bis zum 15. Oktober darf kein Tragflügelboot mehr auf dem oberen Gardasee (Gebiet Trentino) verkehren.

Alle Surfer, die diese Forderung unterstützen, sollten ihren Protest in Italien vortragen. Die italienischen Behörden sollen merken, daß solche Unfälle dem Tourismus schaden.

Deshalb schreibt Euren Protest an die zuständige Tourismusbehörde Azienda di Promozione Garda Trentino. Die E-Mail-Adresse: aptgarda@anthesi.com

 

Schreibt auch uns Eure Meinung: teams@surf-magazin.de