GLI OSPIZI MEDIEVALI DI OSPEDALETTO

E DI SAN MARTINO DI CASTROZZA

Fra i villaggi appartenenti al Comune di Grigno, sorge sulla strada nazionale il borgo di Ospedaletto detto anche anticamente Ospitale. Si ha motivo di ritenere pero' che tale non sia stato il nome originario. Secondo una vecchia tradizione infatti presso l'antica chiesetta di San Vendemiano, che sorge vicino a Ivano-Fracena, sarebbe esistito un tempo al posto della vasta rovina sassosa un villaggio chiamato " Carrero " o più probabilmente " Careno ".

La leggenda, forse una fra le più note della Valsugana Inferiore, vuole che Dio avesse colpito col suo giusto castigo il paese, seppellendolo sotto una frana per punirlo della sua mancanza di carità verso un povero pellegrino, sotto le cui spoglie Gesù Cristo stesso si era nascosto. La credenza popolare ebbe nuovo alimento dalla scoperta di pezzi di muro e di utensili da cucina rinvenuti in una fossa sotto San Vendemiano. È ovvio che tale elemento è tutt'altro che decisivo per lo studioso che al problema con serietà si interessi, dato che la probabile presenza di una abitazione non basta a provare l'esistenza di un intero villaggio. Molto probabilmente Careno invece non era che un'antica denominazione di Ospedaletto e questa nostra ipotesi è confortata dal fatto che in un documento del 1471 della Raccolla Fiorentini, Ospedaletto passa sotto il nome di " Hospitalis Careni ". Non è questo del resto 1' unico caso: ritroviamo la denominazione di Hospitalis Careni in un'altra carta della Comunità di Agnedo, contenente una sentenza sopra i confini di Agnedo, Villa e Ospitale. Concludendo dunque, con ogni probabilità Careno viene a identificarsi con Ospedaletto. Il trapasso dall' uno all' altro nome non richiede una lunga chiarificazione. Possiamo supporre che al nome primitivo sia stato aggiunto quello di Ospitale in seguito alla fondazione di un ospizio per i poveri e i pellegrini e che tale soprannome, successivamente usato da solo, abbia fatto cadere in disuso il vero nome.

Non è possibile stabilire con sufficiente precisione la data di fondazione ditale albergo e anche l'ordine dei fondatori è oggetto di discussioni. L'opinione infatti più comune, ma anche più superficiale e infondata, ne attribuisce I' istituzione ai Templari, per il fatto che i Templari appartengono a un ordine ospedaliero; il ragionamento è alquanto semplicista e non è confermato dall'esistenza di alcun documento.

Più complessa ma più attendibile è invece una seconda ipotesi. Altomano, vescovo di Trento, nell'anno 1124, istituì il monastero di San Lorenzo, affidandolo a monaci dell'ordine di San Benedetto provenienti da Bergamo. Circa un secolo dopo, avendo lasciata la chiesa di S. Apollinare le monache benedettine passate al monastero di S. Michele, i Benedettini di S. Lorenzo, ridotti ormai all'esiguo numero di cinque, fatto dono del loro monastero ai frati predicatori, con l'approvazione del Vescovo si trasferirono a S. Apollinare. È accertato che questi monaci si prendevano cura di ospedali: anzi nell'anno 1308 fu incorporato all'Abbazia dei Benedettini l'ospitale di S. Nicolò, la cui situazione economica era piuttosto precaria per la precedente disastrosa amministrazione secolare. Non è quindi fuori di luogo il supporre che anche i monaci della Valsugana Inferiore provenissero da tale Abbazia, come molto probabilmente anche quelli di Pergine.

Ci è lecito supporre che la medesima provenienza avessero anche i monaci4 dell'ospizio costruito anticamente su di un monte detto " Castrozza " nei pressi di Primiero. S. Martino e S. Giuliano proteggevano il monastero che, sorgendo sulla strada da Fiemme a Feltre, accoglieva in cristiana ospitalità i viandanti.

L'ospizio di Primiero, che presenta qualche punto di contatto con quello della Valsugana Inferiore, ebbe certamente nome, importanza e possibilità maggiori. Non solo fruì di frequenti aiuti di benefattori del luogo, ma fu anche sostenuto da ingenti donativi di nobili d'altre regioni, non ultimi fra essi Enrico, Conte del Tirolo, Re di Boemia, che beneficò il monastero a più riprese, e Oliviero da Levada di Cornuda nel Trevigiano, che lasciò l'ospizio di S. Martino erede delle proprie sostanze.

I monaci godevano di numerosi privilegi, confermati anche dall'imperatore Leopoldo duca d'Austria nel 1396; avevano come pare -fra l'altro anche il diritto di elezione del priore dell'ospitale dei S.S. Leonardo e Gottardo di Fiemme Il Concilio di Costanza, che veniva a sopprimere nel riordinamento della Chiesa molti fra i minori monasteri, sciolse anche quello di Castrozza. Nella soppressione il monastero fu tramutato in commenda di un chierico secolare, mantenendo l’obbligo della ospitalità. Una medesima commenda di priorato di cui abbiamo notizia dal 1482 troviamo del resto anche a Ospedaletto.

In quel medesimo anno 1482 s iniziava una serie di complicati dissensi per l'elezione del chierico di S. Martino. In origine tale elezione spettava al papa, ma in secondo tempo 1' arciduca Sigismondo si era arrogato la facoltà di nomina, trasferendo poi nell'anno 1482 questo diritto alla casa Welsperg. La situazione si complicò non poco, quando in seguito all'elezione di un priore indegno e alla conseguente deposizione, la Sede apostolica riassunse il diritto di nomina e la casa giurisdicente Welsperg, rifiutandosi di rinunciare a questo suo privilegio, procedette a sua volta all' elezione venendo così a creare una specie di scisma d' Occidente in sedicesimo. Si videro così due priori contendere per la legittimità dell’elezione, passare talvolta dalle contese agli accordi, giungere fino al punto di suddividere le entrate del Priorato. La questione termino con la vittoria della casa Welsperg, che, sostenuta dall'arciduca Ferdinando, nel 1524 ebbe riconfermato in una causa sottoposta al vescovo di Feltre, il diritto di eleggere il Priore, diritto che le rimase poi sempre incontrastato.


CLODIA DONATI



Da: "Pragmateia", annuario scolastico per l'anno 1943-44
T.E.M.I. Trento, pag. 80 - 82