IL SINODO 47°
DELLA CHIESA AMBROSIANA - CARD. MARTINI
Capitolo 21:
MATRIMONIO E FAMIGLIA
[74] V.
LINEE OPERATIVE E STRUMENTI DELLA PASTORALE FAMILIARE
424. Strumenti
di promozione e coordinamento della pastorale familiare
§ 1. Organismo specifico per la cura e la promozione della pastorale familiare a livello
diocesano è l'Ufficio per la famiglia. Tra gli scopi principali che esso è chiamato a perseguire, in
collegamento e collaborazione con altri uffici o organismi di curia, rientrano:
a) la promozione dell'annuncio del Vangelo del matrimonio e della famiglia;
b) lo studio dei problemi religiosi, morali e sociali che la vita coniugale e familiare incontra
di volta in volta, alla luce della dottrina della Chiesa e tenendo conto delle leggi vigenti e della loro
evoluzione;
c) il coordinamento e, nel caso, la promozione delle iniziative per la preparazione dei
giovani e dei fidanzati al matrimonio e per il sostegno e l'accompagnamento delle coppie e delle
famiglie;
d) la proposta di specifiche attenzioni pastorali per le famiglie lontane o in situazione
difficile o irregolare;
e) la collaborazione con le scuole diocesane per operatori pastorali, nella specializzazione
di pastorale familiare;
f) la promozione delle strutture zonali, decanali e parrocchiali operanti a servizio della
famiglia;
g) l'attenzione alle tematiche e alle iniziative connesse con la difesa e la promozione della
vita umana;
h) la promozione, ogni anno, della Festa della famiglia e della Giornata per la vita;
i) il sostegno e il coordinamento delle varie iniziative di servizio alla famiglia e alla vita, a
cominciare dai consultori familiari e dai centri per i metodi naturali di regolazione della fertilità;
l) il confronto e il dialogo con le diverse realtà culturali e sociali e con le stesse strutture
civili sui temi riguardanti la famiglia e la vita.
§ 2. Venga costituita la Consulta diocesana per la pastorale della famiglia, nella quale
siano presenti i rappresentanti delle varie realtà operanti in diocesi a servizio della famiglia, per una
migliore condivisione della responsabilità pastorale. Della sua presenza e del suo contributo si
avvalga l'Ufficio per la famiglia nello svolgimento dei suoi compiti. La consulta abbia cura di
progettare anche momenti di riflessione specifica sulle tematiche familiari più urgenti, creando
occasioni e luoghi in cui sia possibile un confronto argomentato e disteso sui principali nodi della
vita familiare, libero dall'immediata preoccupazione di organizzazione pastorale. E' necessario infatti
che la competenza teologica e morale degli specialisti si incontri con l'esperienza delle famiglie per
favorire una migliore comprensione della ricchezza e delle ragioni del magistero della Chiesa sulla
famiglia.
§ 3. Si studi anche l'opportunità di dar vita a eventuali commissioni di pastorale familiare o
ad altri strumenti ritenuti più idonei per promuovere e coordinare la pastorale familiare nelle
parrocchie, nei decanati, nelle zone. Tra l'altro essi potranno opportunamente favorire momenti di
incontro tra le famiglie ai vari livelli, per una presenza viva nel concreto tessuto della vita familiare e
sociale.
425. Gruppi familiari parrocchiali e associazioni o movimenti familiari
§ 1. La Chiesa ambrosiana, desiderosa di accompagnare i coniugi e le famiglie nel loro
cammino verso la santità, intende valorizzare e promuovere, come momento privilegiato di pastorale
familiare, le esperienze di comunità di famiglie, sia a livello parrocchiale, sia riferite all'esperienza di
associazioni, gruppi o movimenti.
§ 2. L'esperienza dei gruppi familiari parrocchiali, presente da anni in diocesi, aiuti le coppie
e le famiglie a prendere coscienza del dono e dei compiti derivanti dal matrimonio cristiano e a
viverli, attraverso l'approfondimento della Parola di Dio e del magistero della Chiesa, sperimentando
momenti di preghiera e di aiuto fraterno che fanno crescere uno stile di comunione vissuta nella
carità quotidiana. Il conforto nella fede, l'aiuto offerto soprattutto per l'educazione dei figli, il sostegno
nelle difficoltà di natura materiale e spirituale dettino lo stile di questi gruppi, che devono inserirsi
organicamente nel tessuto della Chiesa locale e aprirsi ad altre famiglie, secondo una vera dinamica
missionaria.
§ 3. La comunità parrocchiale, nel rispetto della libera creatività propria dei laici, accolga
con simpatia e valorizzi i gruppi di famiglie che scelgono di ritrovarsi a condividere l'esperienza
familiare secondo modalità ispirate dall'adesione ad associazioni, gruppi e movimenti. Abbia cura, in
particolare, di favorire uno spirito di fraterna comunione e di far crescere una stima e una
collaborazione tra le varie comunità familiari, per farle essere «luogo di crescita nella fede e nella
spiritualità propria dello stato coniugale, momento di apertura alla vita parrocchiale e comunitaria;
stimolo al servizio pastorale nella Chiesa e all'impegno nella società civile»(18).
426. Forme di associazionismo familiare di ispirazione cristiana
§ 1. Convinta della priorità della famiglia nella vita sociale, come soggetto specifico e non
solo come insieme di singole persone, la Chiesa ambrosiana, consapevole dell'importanza del
principio di sussidiarietà, riconosce l'importanza di forme di associazionismo familiare di ispirazione
cristiana, che operino in campo sociale per testimoniare concretamente la fecondità della
solidarietà familiare. Tali associazioni di famiglie operino a difesa e sostegno dei diritti della famiglia,
cercando di incidere anche sulle politiche familiari e coordinandosi tra loro per una efficace
presenza nel tessuto sociale del territorio.
§ 2. Le modalità con cui le famiglie si associano tra loro possono essere molteplici e
riguardare sia la difesa di interessi particolari (ad esempio cooperative per risolvere il grave problema
della casa, anche con proposte economiche ragionevoli), sia la tutela di fondamentali diritti (ad
esempio la libertà di educazione, scelta della scuola libera). In ogni caso tale associazionismo sia
l'espressione di un protagonismo della famiglia, resa cosciente dei propri compiti non solo sul piano
ecclesiale, ma anche su quello civile e politico e si configuri come la realizzazione di aspetti
qualificanti della "civiltà dell'amore".
427. Strumenti per una cultura della famiglia e della vita
§ 1. Per sviluppare un'adeguata cultura cristiana della famiglia e della vita vengano
potenziate tutte le risorse culturali e pastorali della diocesi. In particolare:
a) nelle scuole diocesane per operatori pastorali si preveda una sezione dedicata
esplicitamente ai temi familiari;
b) si promuovano iniziative di formazione per operatori della pastorale familiare;
c) si curi specificamente la formazione permanente dei presbiteri e dei consacrati con
programmi di aggiornamento dedicati alla teologia della famiglia e alle questioni relative
all'educazione sessuale e alla procreazione responsabile
§ 2. La diocesi intende rispondere alle esigenze della famiglia anche con il sostegno a
strutture direttamente finalizzate alla promozione umana della coppia e della famiglia, nella
convinzione della loro preziosa complementarità all'azione pastorale. Tra queste vanno
esplicitamente ricordati:
a) i consultori familiari di ispirazione cristiana, promossi già da diversi anni nella nostra
diocesi. La loro opera è sia di consulenza a persone, coppie e famiglie in difficoltà, sia di
prevenzione, attraverso iniziative di formazione e impegno culturale sul territorio e nella comunità.
Poiché essa si rivela ancora oggi necessaria, si abbia cura di garantirne la presenza e la
funzionalità e di valorizzarne l'apporto da parte dei presbiteri e degli altri operatori pastorali nelle
diverse comunità locali. Il loro servizio riguardi, in particolare: i problemi della coppia; l'educazione
degli adolescenti e dei giovani alla vita, all'amore, alla sessualità; la preparazione dei fidanzati al
matrimonio, non mediante l'opera di evangelizzazione e di formazione spirituale ed ecclesiale, ma
attraverso la proposta e l'illustrazione degli aspetti della vita matrimoniale e familiare più
direttamente attinenti ai campi delle scienze umane; i problemi degli anziani;
b) i centri per i metodi naturali di regolazione della fertilità, «nei quali - senza indebite scelte
di un metodo a scapito di altri - ogni donna e ogni coppia possano essere aiutate a individuare e a
seguire quella metodica che nel concreto meglio si addice alla loro situazione e meglio favorisce il
loro compito di procreazione responsabile»(19);
c) i centri di aiuto alla vita e le case o i centri di accoglienza della vita, così da offrire alle
ragazze, alle madri e alle coppie in difficoltà non solo ragioni e convinzioni, ma anche assistenza e
sostegno concreti, per affrontare e superare le difficoltà nell'accoglienza di una vita nascente o
appena venuta alla luce.
§ 3. Sia valutata l'opportunità, almeno a livello zonale, di costituire un "Centro per la
famiglia", in cui convergano le esperienze delle varie realtà familiari e in cui sia possibile fruire anche
di servizi specializzati (preparazione di operatori per i corsi fidanzati, educazione sessuale,
consulenza dei metodi naturali, aiuto a coppie in crisi, servizio consultoriale, affronto di tematiche
educative, raccordo con il mondo della scuola, approfondimento del magistero sulla famiglia,
predisposizione di iniziative locali per la famiglia), come sostegno per affrontare le tematiche
antropologiche, psicologiche, sociologiche e di politica della famiglia.