Introduzione.
Tutti i link che verranno richiamati in questa
pagina, verranno aperti in delle finestre nuove per darvi modo di consultare
contemporaneamente i vari testi citati.
Questa guida non deve in nessun caso sostituire l'intervento diretto di una
figura competente nel campo dell'insegnamento dello snowboard, infatti un
istruttore potra' correggervi con maggior precisione, e soprattutto sul momento;
questo significa minor tempo perso da parte vostra e sicuramente meno danni
fisici!
Regolarmente ad ogni inizio stagione compaiono sulle
varie riviste di sno' le classiche rubriche "Consigli per chi inizia". Ora,
visto che sicuramente per chi si mette una tavola ai piedi senza sapere nulla,
le prime ore si possono trasformare in un'esperienza problematica, se non anche,
talvolta, traumatica, non c'è dubbio che una serie di valide indicazioni possa
fare la differenza fra un buon principiante snowboarder e uno
snowboarder…mancato. Cercheremo però di affrontare la cosa in modo un po' più
approfondito, toccando alcuni aspetti su cui le classiche spiegazioni talvolta
sorvolano. Intanto un esempio… personale di come possa essere utile avere un
paio di nozioni di base prima di passare al debutto sullo "sno". Chi scrive ha
inforcato la tavola per la prima volta all'inizio del '92: noleggio "prendi esci
e arrangiati", Crazy Banana a punta con hard e scarponi da sci…. Nessuna idea su
come si giri "il coso", prove con le ginocchia disperatamente, come sugli sci,
ma niente. Pensate che scena, sulla pista siamo in diversi che rotoliamo e
strisciamo … Oltretutto, i rigidissimi scarponi da sci che tutti indossano
aumentano a dismisura la sgradevole sensazione di costrizione connessa ad essere
legato con entrambi i piedi ad un solo attrezzo, che inoltre ha un flex ed un
peso alquanto… marmorei. Risultato, dopo un ora la conclusione è: sono contento
di aver provato, ma non fa per me! E dovranno passare altri quattro anni per il
colpo di fulmine…. Eppure sarebbe bastato uno solo che sulla pista (o al
noleggio…) avesse detto: "gira le anche e le spalle, va in rotazione!". Oggi le
cose sono radicalmente cambiate, chi va ad un noleggio trova tavole flessibili e
sciancrate, attacchi soft e scarponi soft di discreta e talvolta buona fattura,
noleggiatori (con qualche distinguo) con perlomeno una preparazione di base;
alla fine il neofita di solito comincia con un attrezzo con un buon setup di
base, che favorisce sicuramente l'apprendimento dei primi rudimenti. Essenziale
è poi la scelta dell'attrezzatura soft, oramai quasi univoca, che sicuramente
permette subito di sentire il feeling di libertà e flessibilità dello snowboard,
e di confrontarlo in positivo… col dolore degli scarponi da sci! Anche chi, fino
a qualche anno fa, si ostinava a dire che l'attrezzatura hard permetteva una
maggior precisione nei movimenti e nell'apprendimento, oramai ammette che per
cominciare è meglio il soft, vista la maggior tolleranza verso gli errori di
questo. Peraltro, nella maggior parte delle "istruzioni per l'uso", si assistono
ancora a variazioni e carenze su alcuni aspetti specifici, che possono dar luogo
a spiacevoli equivoci, e, talvolta, anche a rifiuti ed abbandoni della tavola;
si cercherà quindi di aggiungere una serie di elementi che, in base
all'esperienza, si spera possano essere di aiuto nell'apprendimento.
Fasi preliminari.
Allora, vediamo qui di seguito di dar conto dei
"primi passi", cominciando dal cosidetto "setup iniziale", e poi proseguendo con
i primi movimenti sulla neve.
Potete consultare il vocabolario di Freestyler per
eventuali chiarimenti sui termini usati che vi fossero sconosciuti.
Scelta dell'attrezzo: anche se vediamo dei nostri amici viaggiare con un bel 160-163 da boardercross, abbiamo l'umiltà, per le prime uscite, di limitarci ad una misura a noi piu' consona, considerando che la tavola per un normotipo (cioe' una persona alta 1,70 e di 70 kg di peso) e' lunga circa 156 cm. per il soft e 164 cm. per un hard, a questi valori dovremmo sottrarre da 1 a 5 cm; una tavola siffatta ci aiuterà molto nelle prime scivolate trasversali e nelle prime curve. Inoltre, per il debutto, evitiamo una pista dura come il marmo, all'inizio sarà inevitabile "testarla" con tutte le parti del corpo, ginocchia e posteriori in primis…
Direzione, passo, e angolazione: per il "senso di marcia" se
andate gia' con lo skateboard mettete davanti il piede che tenete sulla tavola
quando spingete, altrimenti esistono diversi sistemi, tutti relativamente
validi, di determinare quale sara' il piede da mettere avanti: ad esempio
potrebbe essere il piede che staccate per ultimo in un balzo, oppure il piede su
cui fate perno per giocare a calcio, o ancora il piede che usate per pulire con
uno straccio per terra. Tutti questi metodi sono validi in generale ma, se vi
sentite a disaio una volta sistemati sulla tavola, non esitate a cambiare subito
la postura, non c'e niente di piu' sbagliato che perseverare in un errore. Una
piccola avvertenza: si sono già visti voli fantozziani di chi, non abituato allo
scivolamento o non preparato alla diversa reazione di uno snowboard, che ha
molta più superficie dell'insieme di due sci (… e non ha gli skistoppers!), ha
messo un piede fra i due attacchi e…lanciato la tavola a diversi metri di
distanza! Specie per gli ex sciatori, ma anche per i distratti cronici (come chi
scrive), il consiglio è, oltre che di fare le prime prove su un piano perfetto,
senza pendio dopo pochi metri, e non attorniato da decine di persone, di
agganciare prudentemente il caro e spesso dimenticato classico leash di
sicurezza di volta in volta alla gamba che si prova come anteriore, anche se non
si aggancia nessuno dei due attacchi.
Per il passo, consigliamo un
quarto dell'altezza +5 cm come minimo e un quarto dell'altezza +15 come
massimo.; e in ogni caso quello col quale ci si sente più a proprio agio, anche
se sono assolutamente sconsigliate, oltre che demodè, esagerazioni, specie in
aumento; come ultima cosa, un leggero arretramento del passo rispetto alla
boccolatura, 1-2 cm massimo, puo' favorire le prime curve, comunque se non siete
sicuri mantenete la centralita' sulla tavola. Gli attacchi soft vanno montati
con la serie di buchi perpendicolare alla lunghezza della tavola, in modo tale
da poter centrare perfettamente il piede e non farlo sporgere troppo da una
parte o dall'altra, qualora il vostro piede fosse normalmente gia' centrato
sulla tavola montate pure i fori in direzione parallela (come peraltro si
dovrebbe fare con gli attacchi hard) in modo da poter fare una regolazione piu'
fine del passo.
Per l'angolazione il discorso si fa spesso variabile a seconda della
rivista o del "consigliere" di turno, e il nostro consiglio, costante e sperimentato
nel tempo, è: 20° per il piede anteriore, 10° per quello posteriore , per quanto
riguarda il soft, mentre invece un'angolazione rispettivamente di 51° e 45°
per quanto riguarda l'hard. Questo è un buon compromesso fra una trasversalità
accentuata, che da la massima stabilità e quindi aiuta moltissimo nelle fasi
iniziali, ed un po' di direzionalità che permette subito dopo di apprendere
le prime curve. Si ricordi comunque, per inciso, che il sistema soft è concepito
per un movimento prettamente front-back trasversale rispetto alla tavola, e
pertanto angolare un attacco decisamente oltre i 35°-40° espone le caviglie
a rischi di distorsione, introducendosi una componente laterale del movimento
della gamba per cui solo gli scarponi hard sono predisposti. Ovviamente, poi,
tutto dipende dal feeling con la neve del singolo; qualora questo fosse inizialmente
piuttosto scarso, con seri problemi a controllare lo scivolamento di un attrezzo
sulla neve, forse sarebbe meglio passare la prima giornata con uno 10°-0° o
15°-5° per avere la massima stabilità trasversale. Inclinare, in ogni caso,
all'inizio di due-tre tacche entrambi gli spoilers posteriori degli attacchi,senza
superare i 15 gradi di inclinazione, per aiutare la flessione delle gambe e
il sollevamento della lamina che sta davanti alla punta dei piedi, ovverosia
la lamina TOESIDE (vedi il vocabolario del
sito); questo eviterà un po' la tendenza a contrastare lo scivolamento
(in posizione "heelside", ovverosia con le spalle rivolte a monte e lo sguardo
verso valle, e con la lamina posteriore appoggiata, ovvero la lamina dalla parte
dei talloni) irrigidendo le gambe e tirando su le punte dei piedi, con dolori
ai muscoli.. sicuri. Anche la divergenza fra i due attacchi, che come media
viene indicata in 10°, può essere aumentata e diminuita in base alle esigenze
del singolo, c'è chi si sente i piedi troppo a papera con 5°, chi sente invece
costrizione alle ginocchia con 15°; attenzione però a non esagerare.
Come cadere: Per prima, una cosa sulla quale le istruzioni classiche si soffermano raramente, e che invece può avere una notevole rilevanza, cioè… come cadere! E', infatti, essenziale, per uno sport con un equilibrio statico instabile come lo snowboard, essere preparati all'inizio a possibili cadute, e pertanto avere qualche idea su come affrontarle può evitare ancor di più rifiuti traumatici della tavola. Quindi: cadendo in avanti con una certa forza si dovrà evitare sia l'impuntamento di ginocchia, scivolando invece in avanti con tutto il corpo come in una "rullata" di pallavolo, e in più in questa fase, si dovrà assolutamente evitare l'istintiva reazione di frontarsi con le braccia tese e le mani aperte ad angolo retto rispetto al polso, "allungandosi" a pelle di leone sulla neve, pena distorsioni o peggio. Idem per le cadute all'indietro, scivolare accompagnando con le braccia poste a fianco del corpo, e, mai e poi mai, girare le mani all'indietro o di fuori. Al momento esistono in commercio tutta una serie di protezioni per ogni parte ed articolazione del corpo, fra le quali, per i principianti, sono consigliabili le classiche ginocchiere, i parapolsi e i parasedere (vedete la sezione protezioni del sito). Evitate se potete le protezioni "fai da te", come cuscini, maglioni o altro, servono a poco e se non ben posizionati possono causare perfino danni.
Allora, adesso siamo sulla neve, sappiamo se siamo goofy o regular, abbiamo scelto angoli e passo, ecc., ecc. Mettiamo la tavola su un piano perfetto, senza discese nel raggio di una decina i metri, tenendo sempre saldamente in mano il leash, che sarà attaccato al lato interno, cioè verso il centro della tavola, dell'archetto dell'attacco anteriore, o nell'apposito buco sul lato dell'attacco. (Ah, tra l'altro, un leash normale (non di quelli supercorti) attaccato lì e legato all'altro archetto, si trasformerà in un ottimo "spallaccio" per portare in giro la tavola! Comunque, per prima cosa leghiamo il leash alla nostra gamba, appena sopra il polpaccio ed infiliamo il piede anteriore chiudendo bene ma senza esagerare le due straps o l'eventuale gancio hard. Dopodichè con cautela, mettiamo l'altro piede oltre la lamina "toeside" della tavola, e proviamo a muoverci più o meno in tondo, piano, per prendere confidenza con il "coso" attaccato. |
![]() |
![]() Non riteniamo che la cosiddetta sensibilizzazione con un piede solo, appena descritta, vada limitata alle primissime fasi in assoluto piano. Una discesa molto dolce (con una pendenza attorno al 10%) aiutera' molto a superare la sensazione di instabilita' sulla tavola, inoltre la possibilita' di poggiare in qualsiasi momento il piede sulla neve aiutera' a superare la sensazione di costrizione che potrebbe derivare dall'avere entrambi i piedi bloccati sullo stesso asse. |
Ora ci sediamo con la schiena rivolta a monte, infiliamo il piede nell'attacco posteriore e lo chiudiamo esattamente come abbiamo fatto prima con quello anteriore. Una volta che entrambi gli attacchi sono ben chiusi, possiamo alzarci: per far questo bastera' portare le braccia dietro il corpo, premere con i talloni in modo da far presa con la lamina, e spingere verso l'alto con le braccia tenendo le gambe piegate, in questo modo, dopo 2 o 3 tentativi, riusciremo ad alzarci. Una volta quasi in piedi, cominciamo a distendere le gambe, abbassando contemporaneamente la tavola ma cercando di rimanere comunque con la lamina anteriore leggermente sollevata dal terreno.. |
Giriamoci a terra: Distendiamoci sulla neve con le braccia aperte
ed alziamo abbastanza la tavola dal suolo, quel tanto che serve per farla ruotare
in aria; per far ciò ci spingeremo con le braccia distese quasi a 90° rispetto
al corpo, spingendo con un braccio e bilanciando con l'altro.
La derapata sulla massima pendenza: Adesso, un po' di pendenza ci
vuole… Anzi, per i primi scivolamenti il terreno migliore è un pendio
leggero ed ampio; comunque che non sia così piatto da far sì che la lamina a
valle tocchi spesso il manto nevoso. Questo per evitare, o quantomeno ridurre,
improvvise cadute, ovverosia i famigerati "controlamina"; situazioni ad affrontare
le quali, comunque, si dovrebbe essere preparati in base ai consigli dati nella
prima parte…
I primi scivolamenti saranno in backside, cioè, appunto, voltati verso
valle, e consisteranno semplicemente nel diminuire la presa di spigolo della
tavola sulla neve, restando centrali col peso distribuito su entrambe le gambe;
la posizione che assumeremo per quest’esercizio e’ molto importante
perche’ condizionera’ tutto cio che seguira’. Quindi stiamo
con gli arti inferiori leggermente flessi e con le braccia allargate tenendo
i gomiti un po’ piegati (per non sembrare jesus christ superstar…)
e il busto eretto; in particolare ricordiamo che mai e poi mai bisognerà tenere
un braccio dietro il corpo, pena, in caso di cadute improvvise, spiacevoli sorprese
ai polsi… Tornerà utile a questo punto l'inclinazione di un paio di tacche
degli spoilers, che dovrebbe determinare una corretta preflessione delle ginocchia
e delle caviglie, la quale a sua volta evita posizioni scorrette e anche un
po'… ridicole, per capirsi simili a quelle di chi cammina solo sui talloni
con le con le gambe dritte e irrigidite… Per fermarci facciamo forza con
i quadricipiti come se dovessimo sollevare le punte dei piedi e contemporaneamente
pieghiamo leggermente le gambe, in questo modo faremo cambiare l’angolo
di incidenza della lamina della tavola sulla neve rallentando la nostra discesa
fino a fermarci; e’ importante mantenere il busto dritto altrimenti si
rischia di portare il sedere fuori dalla tavola, non scaricando il peso sulla
lamina e spostando il baricentro all’indietro, cosa che ci fara’
di certo fare una brutta caduta (la mitica “culata”).
Passiamo quindi alle prime derapate sulla
lamina frontside, che per il neofita sono in genere più fastidiose, perché
si deve scivolare all'indietro e psicologicamente non si vede "il dirupo" (anche
se invece si vedono i simpatici sciatori piombare da monte e sfiorarci a 100
all'ora…). Anche in questo caso per fermare la nostra derapata dovremo
cambiare l’angolo di incidenza della lamina e lo faremo facendo forza
sui polpacci (come se dovessimo sollevarci in punta di piedi) e contemporaneamente
piegando le gambe mantenendo sempre il busto eretto.
Problemino: visto che, al punto in cui siamo, non sappiamo ancora curvare, come passare dalla posizione frontside, cioè "fronte verso monte", alla posizione backside, cioè "schiena verso monte", e viceversa? Bè, all'inizio il sistema forse non più elegante, ma più efficace, sarà quello di utilizzare la girata a terra descritta all'inizio di questa pagina..
La derapata in diagonale: Una volta che avremo acquisito una buona
sicurezza negli scivolamenti dritti possiamo provare, semplicemente abbassando
leggermente la spalla davanti, a eseguire una derapata in diagonale che ci porti
progressivamente da un lato all’altro della pista. Una volta arrivati
in prossimita’ del lato della pista dobbiamo riuscire a perdere la velocita’
che abbiamo acquisito fino a quel punto. Senza farci prendere dal panico riportiamo
il peso al centro della tavola annullando il piegamento della spalla e ritorniamo
a derapare sulla massima pendenza, stando bene attenti a non sbilanciarci indietro;
cosi’ infatti non solo non riusciremo ad arrestarci ma bensi’ perderemo
il controllo della tavola aumentando la velocita’ anziche’ frenare.
Una volta fermi e’ necessario girarsi sull’altro lato usando il
metodo sopra descritto per poi ripartire con un’altra diagonale sulla
lamina opposta.
Per questo esercizio tenete presente che non e’ utile andare
in fackie (cioe’ con il piede dietro avanti) perche’ potrebbe confordere
le vostre idee al momento gia’ incasinate, inoltre e’ meglio partire
derapando sulla lamina su cui vi sentite piu’ sicuri. Se per caso facendo
questo esercizio vi doveste sentire a disagio e piu’ propensi ad andare
con l’altro piede in avanti non vi spaventate (ve l’avevo detto
che il metodo per determinare quale piede deve andare avanti e’ arbitrario…)
basta perdere 5 minuti con un cacciavite per girare gli attacchi e il gioco
e’ fatto.
Non continuate con questo o gli esercizi piu’ avanti se non vi sentite
a vostro agio sulla tavola nella posizione con cui avete cominciato, le torsioni
che si creerebbero a livello di schiena e di legamenti delle gambe valgono sicuramente
il tempo che investirete nella regolazione dell’attrezzatura.
La curva controllata: E’ il primo tipo di curva che dobbiamo
imparare ad eseguire, non state a sentire chi vi dice che e’ inutile perche’
probabilmente non se ne intende molto di insegnamento dello snowboard. Per fare
correttamente questo esercizio dovremo trovare un pendio medio dolce, possibilmente
un campo scuola, dove non ci cureremo dei bambini di 5 anni che ci sfrecciano
davanti e ci prendono in giro, (se lo fanno ricordategli che anche loro non
sono usciti dall’utero che gia’ sapevano sciare…) ma ci concentreremo
sui movimenti da eseguire e li potremo ripetere da fermi fino ad assimilarli.
Nello snowboard e’ controproducente buttarsi senza aver prima adeguatamente
riflettuto su cosa fare una volta partiti.
Partendo dalla derapata in diagonale accentuiamo l’abbassamento
della spalla davanti e la accompagnamo con una leggera flessione del ginocchio
anteriore, contemporaneamente ruotiamo il busto e le spalle all’interno
della curva che intendiamo fare, questi movimenti ci aiuteranno a portare la
tavola sulla linea di massima pendenza e ad annullare la presa di spigolo che
non ci permetterebbe di completare la curva. Ora siamo a meta’ dell’opera
e nel punto sicuramente piu’ critico…la tavola infatti comincera’
a prendere velocita’ e se non saremo ben sicuri dei movimenti da eseguire
e ci lasceremo prendere dal panico continuera’ la sua corsa trascinandoci
con lei. Ma come dicevo prima questo non succedera’ perche’ avremo
avuto la pazienza di studiare a fondo i movimenti da eseguire e perche’
il pendio da noi scelto non sara’ troppo ripido.
Senza fermare
il nostro movimento rotatorio (mantenendo quindi le spalle ruotate rispetto
all’asse della tavola) e possibilmente senza dare colpi o strattoni con
la gamba posteriore completiamo la curva cambiando lo spigolo e portandoci gradualmente
in posizione di base come per eseguire una derapata sulla massima pendenza.
Sara’ meglio quindi fermarsi prima di cominciare un’altra curva
usando le tecnica sopra descritta, questo al fine di non strafare e non confondere
i movimenti.
Ripetiamo l’esercizio varie volte per entrambe le curve fino a che non
avremo acquisito una padronanza completa dei movimenti da eseguire, solo allora
potremo arrischiarci a concatenarle, cioe’ ad eseguire due curve di seguito.
Piegamenti e distensioni: Il successivo passo sarà quello di introdurre dei movimenti di compressione ed estensione. Per un principio analogo a quello dello sci nello snowboard si eseguono piegamenti e distensioni allo scopo di favorire rispettivamente la presa di spigolo e il cambio di lamina. Per poterli inserire correttamente all’interno degli esercizi che abbiamo appena imparato ci vorra’ un po’ di tempo, necessario per calcolare il momento giusto di esecuzione. Nella curva controllata va eseguita una leggera distensione al momento di iniziare la curva e un leggero piegamento appena compiuta la cosiddetta "inversione di lamina", nel completare la curva. Per inciso la presenza del piegamento e della distensione rendera’ inutile, via via che verra’ eseguita con piu’ precisione, il macchinoso movimento di abbassamento della spalla e la leggera flessione del ginocchio che dovevamo eseguire prima. Attenzione che il passaggio dall’una all’altra tecnica non e’ il salto di un baratro ma una lenta e graduale evoluzione dove “ il vecchio metodo” e’ sempre valido qualora non ci si sentisse sicuri. Anche se tutto ciò, descritto a parole, può sembrare una sequenza complicata da rammentare, in realtà ricordiamoci che la curva con lo snowboard è davvero una delle cose più istintive e naturali, ben più difficile da descrivere che poi da realizzare; ben diversamente dalla curva a sci uniti con "le due assi", per la quale ci vogliono spesso anni di tentativi. Per cui non scoraggiamoci per qualche "tuffo" fuori programma; si sa, lo sno' ha una lamina sola, e gli errori si constatano spesso solo… dopo, per terra.