Approfondimento a "LA VIA DEI SIMBOLI"
“…E l'epoca
informatica funziona non più per messaggi assertivi, causa effetto, ma per
messaggi metaforici, traslati. Un edifico non è più buono solo se funziona ed
è efficiente, insomma se è una macchina, ma deve dire e dare di più…”
da A. Saggio – la via dei simboli
…e in
effetti, gli edifici che vediamo nascere soprattutto negli ultimi anni, sono
fortemente legati a un immagine o a un simbolo o ancora evocano un ricordo.
“Ginger e
Fred” a Praga o il museo Guggenheim a Bilbao di Frank O. Gehry, il Museo
Ebraico a Berlino di Daniel Libeskind, sono solo alcuni esempi di questa nuova
monumentalità, di questi edifici legati a immagini metaforiche e a messaggi che
diventano veri e propri simboli per la collettività; ma nel caso del museo di
Berlino il messaggio evoca anche un ricordo, una riflessione che è una risposta
dell’architettura ai grandi avvenimenti della storia.
E allora mi
domando…quale sarà la risposta che l’architettura saprà dare ai recenti
tragici fatti di New York? Cosa far nascere al posto di ciò che rappresentava
un simbolo per la città, per il mondo economico ma anche per la produzione
architettonica di un epoca? Sicuramente rilevante peso avrà il messaggio che
l’architettura saprà esprimere e quindi direttamente l’immagine che evocherà
il ricordo. Ciò che è stato collocato al posto delle torri, due provvisorie
“architetture” di luce, sono una rappresentazione simbolica che evoca un
ricordo; quale sarà la produzione architettonica che saprà esprimere un
messaggio equivalente?
Le due torri di luce proposte dai due artisti e dai due architetti Julian La Verdiere, Paul Myoda, John Bennet e Gustavo Monteverdi.
Altre proposte:
http://www.archimagazine.com/speciale/newyork/dalisi.htm una proposta curiosa
http://www.archimagazine.com/speciale/newyork/silvest.htm una proposta "sobria"
Sulla storia del World Trade Center: