Ettore Bastianini nacque il 24 settembre 1922 a Siena nella contrada della Pantera, e morì a Sirmione sul lago di Garda il 25 gennaio 1967. Era figlio di padre ignoto e sua madre era tutto quello che lui aveva di più importante al mondo. La sua voce era molto bella naturalmente e iniziò subito dopo la guerra una breve carriera come basso che però stentava a decollare, ma poi, convinto dal suo maestro Luciano Bettarini, studiò per sei mesi da baritono nel 1951 a 29 anni. Era però molto povero e non poteva permettersi le lezioni, ma il suo maestro gli fece le lezioni a credito convinto che lo avrebbe ripagato, come infatti fece in seguito quando divenna ricco.
Era talmente povero che si doveva fare la barba per una settimana con la stessa lametta! Ci volle poco però perchè arrivasse il debutto come baritono nella sua Siena nel gennaio del 1952 e poi nel dicembre dello stesso anno al Comunale di Firenze nella "Dama di picche" di Ciaikovskij. Nel 1953 esordì poi a Torino nello "Chenier" e poi quello stesso dicembre era già al Metropolitan di New York in "Traviata" dove ricevette una vera ovazione alla fine della sua aria!!! La sua voce era così bella che venne paragonata al bronzo e al velluto poichè era potente e solida ma morbida allo stesso tempo.
Si avviò quindi ad una folgorante carriera che andò di trionfo in trionfo e nel 1955 era alla Scala di Milano nella leggendaria produzione di Visconti di "Traviata" con Maria Callas e Giulini sul podio. Cantò poi, nella sua pur breve carriera di poco più di 10 anni, in ben 20 opere diverse alla Scala come baritono principale. Diventò quindi il baritono principale dei principali teatri del mondo: la Scala, Vienna e New York oltre a frequenti apparizioni a Covent Garden a Londra, Salisburgo, Chicago.
Poi proprio quando, nel 1962, sembrava che avesse trovato in una giovane ragazza chiamata Manuela la donna della sua vita, la terribile diagnosi fattagli a Chicago: cancro alla gola! Non disse niente a nessuno e si tenne per sè il terribile segreto, considerato anche che la sua cara madre era appena morta ed era solo. Disse alla sua fidanzata che non potevano continuare insieme senza dirle il perchè. Continuò la sua carriera ma doveva sottoporsi alle terribili radiazioni poichè aveva rinunciato ad una operazione chirurgica che se poteva forse farlo vivere fino a tarda età, gli avrebbe d'altra parte tolto la sua principale ragione di vita: l'espressione artistica del canto lirico.
Naturalmente la sua voce non era più quella di prima ma nessuno sapeva perchè e alla fine accadde l'inevitabile: il 10 aprile 1962 venne fischiato alla Scala in Rigoletto dove la sua voce cominciò a non rispondere più ai comandi. Seguì un penoso declino che venne solo interrotto dalla gioia di veder vincere la sua contrada della Pantera nel Palio di Siena proprio nell'anno in cui lui ne era diventato il Presidente. Nelle foto in questa pagina potete vedere Ettore portato in trionfo dai suoi contradaioli e con il cavallo che vinse il Palio e che lui in seguito comprò e ribattezzò, naturalmente, "Ettore".
Poi tornò il dolore e i grandi teatri, uno dopo l'altro chiusero il contratto con lui e il destino volle che l'ultima scena che lui cantò nel 1965 nei tre grandi teatri di New York, Milano e Vienna sia stata proprio quella della morte del Marchese di Posa nel Don Carlo di Verdi, il nobilissimo ruolo che lui aveva sempre cantato così bene...
Il pubblico, la critica, i suoi stessi colleghi e tutto il mondo della lirica si interrogarono su questo misterioso calo di un cantante di poco più di 40 anni e fu con stupore e dolore che si apprese la notizia della sua malattia quando ormai era in punto di morte. Morì a Sirmione il 25 gennaio 1967 a 44 anni e fu solo per una pura coincidenza che la ragazza che lui aveva amato, Manuela, che aveva voluto lasciare 5 anni prima, che non aveva più visto e che si era anche sposata, si trovò lì sola con lui a raccogliere il suo ultimo respiro. Due giorni dopo ricevette a Siena dei funerali a cui fu presente tutta la città. Ricevette gli onori di Capitano in carica della contrada della Pantera e fu un cerimoniale di funerale di stato. Quando il funerale passò davanti ad una delle aperture su Piazza del Campo, la bara venne girata verso la Torre del Mangia per un ultimo saluto mentre la campana del Palazzo Comunale suonava a morto.
La memoria della sua arte non è però
mai morta e prosegue viva in tutto il mondo tra chi ama VERAMENTE la musica,
chi la studia, la canta, la segue a teatro cercando disperatamente di trovare
qualcosa di buono tra le troppe voci di cartone
che ci sono in giro, specialmente tra gli uomini. E' triste che l'arte lirica
così bella stia affogando per colpa di troppi cantanti SENZA
PALLE, chi vuole capire capisca...., e se qualcuno
di voi si offende è solo la prova che ho ragione io! Ettore Bastianini
vivrà per sempre nella nostra memoria.