(I,1) Ser Ciappelletto (Panfilo)
TEMPO:
La vicenda si svolge nel giro di pochi giorni.
PERSONAGGI:
Protagonista di questa prima novella è Ser Ciappelletto da Prato che abitualmente viveva a Parigi. Egli era notaio e provava piacere nel fare atti falsi. Era bestemmiatore di Dio ed era un uomo malvagio che amava ingannare il prossimo, uccideva volentieri con gusto, insomma amava fare del male. Altro personaggio è Messer Musciatto Franzesi ricchissimo banchiere divenuto consigliere del Re di Francia il quale aveva l'ordine di riscuotere crediti fatti a più borgognoni. Altri personaggi sono i Fratelli Usurai fiorentini che ospitarono Ser Ciappelletto per amicizia di Messer Musciatto il quale lo aveva incaricato di riscuotere i crediti dai Borgognoni. Ultimo personaggio di questa novella è il Frate che compare nella narrazione durante la confessione, in punto di morte, di Ser Ciappelletto. Egli era una persona molto ingenua, infatti, crede a ciò che dice il moribondo giudicandolo un santo.
ANTEFATTO:
La vicenda si sviluppa intorno al seguente fatto: Musciatto Franzesi, banchiere francese, dopo essere divenuto consigliere ha il dovere di riscuotere i crediti fatti a più borgognoni. Essendo conosciuto da quest'ultimi si pone il problema di mandare una persona adatta a fare questo lavoro e egli vede in Ser Ciappelletto la persona più adatta a compierlo.
MODIFICAZIONE:
Ser Ciappelletto accetta il compito e quindi si reca in Borgogna e qui, successivamente, si ammala e trova ospitalità nella casa di due fratelli amici di Messer Musciatto. I fratelli preoccupati di questo suo malessere ma soprattutto di avere in casa un uomo di cattiva fama discutono del problema perché hanno paura di essere mal visti dalla gente, ma Ser Ciappelletto sentendo tutto rassicura i fratelli trovando la soluzione al problema e chiede che gli sia mandato il più santo e valente frate per potere avere l'ultima confessione.
NODO:
In essa Ser Ciappelletto fa di tutto per dimostrarsi un santuomo ingannando fino alla fine il frate che ingenuo crede a tuffo giudicandolo un santo
SCIOGLIMENTO:
Successivamente si ha la morte di Ser Ciappelletto che viene lodato e ricordato con una grande festa. Dopo la sua morte Ser Ciappelletto viene adorato come un santo e la sua tomba diventa meta di pellegrinaggi in cui le persone facevano dei voti.
CITAZIONE:
Testimonianze false con sommo diletto diceva, richiesto e non richiesto; e dandosi a quei tempi in Francia a giuramenti di grandissima fede non curandosi fargli falsi, tante questioni malvagiamente vincea a quante a giurare di dire il vero sopra la sua fede era chiamato... Invitato ad un omicidio o a qualunque rea cosa, senza negarlo volonterosamente v'andava, e più volte a ferire ed uccidere uomini con le proprie mani si trovò volentieri. Bestemmiatore di Dio e dei santi era grandissimo; e per ogni piccola cosa, sì come lui che più che alcun altro era iracundo", (Boccaccio, Decameron, Garzanti, pag. 34). Disse il santo frate: figlio mio, che hai tu? Rispose Ser Ciappelletto: Oimè messere che un peccato m'è rimasto del quale io non mi confessai mai si gran vergogna ho di doverlo dire... Il frate disse dillo sicuramente, ché io ti prometto di pregare Iddio per te. lo bestemmiai una volta la mamma mia. (ldem, pag. 44).