Estasi
Dal
greco ekstasis, condizione di chi esce
fuori da sé. Per molte tradizioni filosofiche e religiose, designa lo stato
di unione e comunione col divino che si raggiunge attraverso qualche forma di
esperienza mistica.
Secondo
S. Tommaso, l’estasi può coinvolgere nell’uomo sia la dimensione del
conoscere sia la dimensione del volere. "Si dice che uno patisce
l’estasi quando esce da sé stesso (cum
extra se ponitur). E ciò può avvenire sia per le facoltà conoscitive
sia per le facoltà appetitive. Si dice che uno è fuori di sé secondo le
potenze conoscitive, quando viene posto fuori dalla propria conoscenza: o perché
è sollevato a una conoscenza superiore, essendo ammesso a comprendere cose
superiori al senso e alla ragione, e allora si dice che patisce l’estasi perché
posto fuori dalla conoscenza naturale della ragione e dei sensi, oppure perché
decade al di sotto di sé; e così si dice che patisce "l’estasi” uno
che cade nella follia o nella demenza. Si
dice invece che uno patisce estasi secondo la parte appetitiva quando la sua
facoltà appetitiva si porta verso l’oggetto, uscendo in qualche modo da sé
stesso" (I-II, q. 28, a. 3).