Ragionamento
Qualsiasi
operazione discorsiva con cui muovendo da una o più premesse si ricava una
conclusione, che può essere vera o falsa, certa o probabile, a seconda della
natura delle premesse. Il ragionamento si suddivide in due tipi principali:
deduttivo (quando almeno una delle premesse è universale), oppure induttivo
(quando ciò che fa da premessa è un elenco più o meno esteso di dati
particolari). La forma più perfetta del ragionamento deduttivo è il
sillogismo. Nell’Organo, Aristotele ha studiato e fissato per primo la
struttura e le regole del ragionamento
S.
Tommaso fa interamente sua la teoria aristotelica del ragionamento, del quale dà
una precisa definizione nei termini seguenti: Ragionare significa procedere da
una conoscenza a un’altra, nel conoscere la verità (ratiocinari est
procedere de uno intellecto ad aliud, ad veritatem intelligibilem cognoscendam)
(...). II ragionare umano secondo il metodo di indagine o di
invenzione, parte da semplici intuizioni, quali sono i primi principi; e
finalmente ritorna (col metodo deduttivo) o per via di giudizio ai primi
principi, alla cui luce esamina le conclusioni raggiunte" (I, q. 79, a. 8).
Speciale
attenzione riserva S. Tommaso al ragionamento
pratico, a causa delta sua grande rilevanza per la morale, alla quale
spetta fornire indicazioni chiare su ciò che è bene e ciò che è
male, ciò che è lecito o illecito,
ciò che è doveroso e ciò che non lo è. La morale deve dire a un individuo
senza ambiguità ciò che deve fare in un caso concreto particolare e non
semplicemente fornire elenchi di principi universali astratti. L’uomo
prudente, che secondo S. Tommaso è l'autentico
moralista, è esattamente colui che sa cosa è giusto fare nel caso singolo e decide rettamente
(cfr. III .Sent., d. 33, q. 3,
a. 1, sot. 3). Ma come si passa dai principi universali al caso concreto? Lo si
fa attraverso il ragionamento (sillogismo) pratico. Come esempio di questo tipo
di ragionamento, S. Tommaso cita un caso di adulterio. Si può dimostrare la sua
malizia ragionando così: Qualsiasi male va evitato. Ma l'adulterio è male
perché è vietato da Dio (oppure perché è ingiusto e disonesto). Quindi
questo adulterio si deve evitarlo perché è
cattivo. S. Tommaso precisa che il
ragionamento pratico è più esposto all’errore del ragionamento speculativo,
e questo non tanto perché spesso si deve ricorrere a principi che non sono
naturalmente evidenti (per se nota
naturaliter), ma soprattutto perché vi si possono facilmente
intromettere le passioni "che legano il giudizio della ragione in quel caso
particolare" (II Sent., d.
24. q. 2. a. 4; d. 24, q. 3, a. 3; d. 39, q. 3, a. 2: d. 39, q. 3, a. 2, ad 5).
(V.
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METODO)
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