Realtà
Dal
latino res, cosa. In
senso stretto designa ogni oggetto di esperienza: in senso lato, tutto ciò che
comunque esiste o può esistere. Nel significato di realtà è implicita una
contrapposizione a qualcosa considerato come "irreale", a qualcosa
cioè che possiamo ancora pensare, ma a cui non possiamo attribuire realtà,
nel significato ristretto che diamo alla parola.
Scrutando,
com’è sua consuetudine. il significato etimologico del termine, S. Tommaso
spiega che "assolutamente parlando si dice cosa (res) ciò che nel mondo
della natura possiede l’essere in modo valido e sicuro (habet esse ratum et firmum) e assumendo il nome res
in questo senso, si vuole indicare la quiddità o essenza di una cosa,
mentre il nome ens designa
ciò che possiede l’essere" (II Sent.. d. 37, q. 1, a. 1).
S.
Tommaso annovera la realtà (res) tra i trascendentali (insieme alla unità,
la bontà, la verità): "Hoc nomen
res est de transcendentibus" (I, q. 39, a. 3, ad
3). Infatti si può predicare di tutti gli enti. in quanto non esiste alcun ente
che non sia dotato di una essenza o natura: ora "il nome di cosa esprime
la quiddità o essenza dell’ente" (De Veritate, q. 1, a. 1).
Nella
teologia sacramentaria il termine res è usato per indicare la materia, e così
tutti i sacramenti richiedono cose e parole (cfr. Suppl., q. 29, a. 7; q. 34,
a. 5).
(V. ENTE,
TRASCENDENTALI, ESSENZA)