Soprannaturale
Indica
tutto ciò che trascende nell’ordine dell’essere e dell’agire la natura
creata. Il soprannaturale è anzitutto intrinsecamente, originariamente e
assolutamente Dio (la Trinità). Ma per bontà di Dio e soprannaturale anche
quanto egli concede all’uomo al di là di ciò che gli è dovuto in forza
della sua costituzione naturale, per rendere l’uomo partecipe della vita
divina. Questo dono può riguardare sia il piano operativo (le virtù teologali
e i doni dello Spirito Santo), sia quello ontologico, dell’essere (la grazia
santificante).
Il
rapporto tra naturale e soprannaturale è stato messo a fuoco esplicitamente
durante il secolo XX. In effetti, però, tale rapporto è sempre stato oggetto
di animate discussioni nella teologia cristiana e da sempre sussistono due
tendenze: quella di contrapporre il soprannaturale al naturale (Tertulliano,
Agostino) e quella di saldarli in una profonda unità (Clemente, Origene,
Atanasio, Pseudo-Dionigi).
S.
Tommaso segue una linea di netta distinzione,che però non è tesa a
contrapporre il soprannaturale al naturale bensì a unirli strettamente, in base
al principio "gratia non tollit
naturam sed perficit" (I, q. 1, a. 8, ad 2).
S.
Tommaso definisce il soprannaturale come "ciò che oltrepassa ogni potere
della natura" (qui est... supernaturalis,
excedens omnem naturam) (In Div. Nom.. q. 11, a. 3). E' soprannaturale
qualsiasi intervento straordinario di Dio nella storia della salvezza. Così
1’Angelico può parlare di lumen
soprannaturale (la fede), di finis
soprannaturale (la
visione beatifica), di donum soprannaturale (la grazia), di signa
soprannaturali (i
miracoli), di cognitio soprannaturale (la fede);
di res, perfectio, operatio, principium,
ecc. soprannaturali La teologia ha come oggetto proprio lo studio dei
"misteri soprannaturali" (de supernaturalibus
mysteriis) (I, q. 54. a. 1. ad 2).
Soprannaturale
per eccellenza è la grazia, la partecipazione alla vita divina. Si tratta
infatti di qualche cosa che, per definizione, l’uomo non può guadagnarsi con
le sue forze e con le sue risorse ma che riceve esclusivamente dalla bontà di
Dio: "Duo ad rationem gratiae
pertinent..., quorum primum est, ut id,
quod est per gratiam, non insit homini per seipsum vel a seipso, sed ex dono
Dei... Secundo pertinet ad rationem gratiae ut non
sit ex operibus praecedentibus"
(In Ep. ad Ephes. c. 2, lect. 3).
I punti fermi della dottrina di S. Tommaso sui rapporti tra naturale e
soprannaturale (grazia) si possono ridurre a tre:
1)
1)
Tra natura e soprannaturale non c’è
nessuna opposizione. Il soprannaturale. nel suo stesso concetto, esige la
natura umana e non la distrugge ma al contrarlo la perfeziona.
2)
2)
Tra la natura creata e il
soprannaturale c’è un’assoluta distinzione, che si fonda sulla loro
differenza entitativa, come conseguenza della trascendenza e gratuità del
soprannaturale
3)
3)
Nella natura umana c’è la capacità
di ricevere il soprannaturale e di essere elevata allo stato e all’attività
dell’ordine soprannaturale.
(Vedi: GRAZIA, NATURA, POTENZA OBBEDIENZIALE)
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