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SAN
TOMMASO DI FRONTE AL PENSIERO MODERNO (I)
E'
passato ormai un secolo dal 4 agosto 1879, quando Leone XIII indirizzava al
mondo cattolico l'enciclica Aeterni Patris, con
la quale proponeva la dottrina di san Tommaso d'Aquino a guida degli studi
superiori di filosofia. L'enciclica portava infatti il titolo programmatico:
De philosophia christíana ad mentem S. Thomae Aquinatìs Doctoris
Angelici in scholis catholicís instauranda. Non
solo per l'importanza del documento e la risolutezza dell'atteggiamento
mostrata dal grande Pontefice, ma per l'argomento in se stesso che attingeva
direttamente alla difesa e preservazione della dottrina divina, e per gli
sviluppi non meno risoluti che l'ordinanza leonina ebbe nell'attività
dottrinale dei successivi Pontefici, l'Aeterni Patris è stata
considerata un fatto dogmatico, ossia una presa di posizione che segna una
tappa decisiva del Supremo Magistero nella sua missione d'indicare agli
uomini la via per la difesa della verità che salva.
Sul
significato storico della Aeterni Patris - di quella storia che
soprattutto nella vita della Chiesa si costruisce dall'interno dello spirito
e non torna mai indietro - si può osservare che la mente vigorosa di Papa
Leone aveva raccolto un progetto ch'era stato dello stesso Pio IX (1) e che
rispondeva alle vive richieste e proposte fatte dall'episcopato di tutto il
mondo a quel Pontefice e allo stesso Leone XIII appena salito al trono
pontificio, richieste e proposte ch'erano affiorate espressamente anche nel
Concilio Vaticano I. Era la voce dei Pastori della Chiesa che chiedeva al
Supremo Pastore di esser tratta in salvo e difesa dai pericoli di filosofie
malsicure che serpeggiavano nel mondo cattolico, dal fideismo
tradizionalistico di Lamennais, Bautain, Bonetty, all'idealismo immanentìstico
di Hermes, Gunther, Frohschammer, all'ontologismo di Ubaghs, Fabre, Rosmini,
Gioberti... Non per nulla l'antiromanesimo aveva con il kantiano R. Eucken
reagito con veemenza alla Aeterni
Patris proclamando
Kant il filosofo del protestantesimo in antitesi a san Tommaso filosofo del
cattolicesimo (2).
Due
mondi?
Il
motto dell'Eucken: « Tommaso d'Aquino e Kant, una guerra di due mondi »
dava a suo modo la formula esatta della situazione e quindi forniva la
giustificazione a contrario della Aeterni Patris. Ma è poi
vero, e in quale senso, che il pensiero moderno è opposto al pensiero
cristiano? - non diciamo il "mondo moderno", perché il mondo è
sempre l'aperto spazio del Vangelo in ogni tempo. È a questo punto che l'Aeterni
Patris non ha solo il significato di un bilancio, amaro bilancio, del
passato, ma soprattutto quello di un compito colmo di speranze - alcune già
in atto - per il futuro. E' vero che la Chiesa ha il suo depositum fidei di
cui vive e che propone alla vita spirituale dei fedeli: nell'esercizio del
suo Magistero ordinario e solenne - nel Vaticano I (3) -, essa ha additato
in san Tommaso la guida per operare l'incontro di fede e ragione, di natura
e grazia. Però l'uomo - e il credente come cittadino del mondo - vive in
una cultura che in prevalenza ha rotto questo equilibrio; la Riforma ha
respinto la regula fidei nei recessi della coscienza individuale, e
il pensiero moderno ha riportato all'attività della coscienza il fondamento
dell'essere, scardinando, passo per passo, il cammino della ragione alla
fede e proclamando nelle forme risolutive del pensiero contemporaneo
l'ateismo positivo e costruttivo: l'uomo ormai pretende di ergersi
unicamente sulla piattaforma delle proprie possibilità.
Non
v'è dubbio infatti che con l'avvento del pensiero moderno si è prodotto un
atteggiamento radicalmente nuovo dell'uomo verso la verità, cioè quello
del principio d'immanenza opposto alla trascendenza, come dichiarerà la
mirabile enciclica Pascendi (1907) di san Pio X, condannando il
modernismo come compendio di tutte le eresie e via prossima all'ateismo (4).
E'
vero insieme, e l'attuale figura del mondo ce lo mostra ad ogni passo, che
il pensiero moderno si è messo alla testa dello sviluppo della scienza,
delle concezioni sociali e politiche e di quello sviluppo della tecnica in
ogni settore della vita che ha messo nelle mani dell'uomo le chiavi delle
energie del cosmo e l'illusione di dominarlo.
Ma
è altrettanto evidente che proprio questo crescente inoltrarsi dell'uomo
nella natura e il suo inabissarsi nei misteri tenebrosi della psiche
gli hanno dato come un tremito e un senso di insicurezza crescente, quasi
che ogni conquista nell'esplorazione del cosmo e del preteso dominio della
materia gli rivelasse con orrore lo smarrimento dell'io nella perdita della
sua libertà e l'affermarsi di una minaccia, avanzante da tutti i fronti,
delle forze della natura pronte a scatenarsi per travolgere l'incauto
esploratore. Così, l'età della massima potenza che l'uomo abbia mai
raggiunto coincide oggi con l'insicurezza essenziale, la quale, palese o
nascosta, circola nelle più intime fibre dello spirito, e l'uomo s'accorge
di aver troppo camminato sulla via ch'egli credeva della suprema libertà e
che si è rivelata invece come quella dell'ultima sua alienazione. E non a
caso tanto la filosofia come la scienza contemporanea si trovano a
fronteggiare la possibilità del nulla e dell'insignificanza dell'uomo in un
mondo che lo vuole assorbire e travolgere nel suo destino (5).
La
filosofia moderna ha risposto e continua a rispondere che solo l'uomo può
salvare l'uomo: ma la scienza oggi risponde che la natura è diventata a
causa dell'uomo più forte dell'uomo, e la storia ci ammonisce che la volontà
dell'uomo, quand'è volontà di potenza, può distruggere, dilaniare e
perdere, mai costruire e salvare. Evidentemente l'uomo, oggi come sempre -
come ai tempi di sant'Agostino e di Pascal, di Vico e di Manzoni - si trova
sull'orlo dell'abisso, ma si ribella alla legge della necessità e del fato,
non crede più al mito dell'eterno ritorno del simile" e non vuole
credere all'inevitabilità della catastrofe. E' possibile salvare e
alimentare la fiamma di questa speranza? Per il credente, per colui che
tiene fermo il pensiero della Provvidenza ed è convinto che la vita del
tempo si può configurare per l'eternità e in essa redimere e compiersi, la
risposta non ammette dubbi né oscillazioni, quali che siano gli umani
eventi e l'avvicendarsi delle umane passioni. Ma questa sicurezza del
credente, per chi la guardasse dal di fuori, forse potrebbe confermare ed
esasperare il distacco fra il cristianesimo e il mondo moderno e acuire
l'opposizione fra scienza e fede, fra natura e grazia, tra filosofia e
teologia... che sembrano ormai giunte al punto massimo di tensione e
saturazione. In questo senso, la situazione odierna della Chiesa ha profonde
analogie con la situazione del Concilio Vaticano I: anche se la polemica
contro la Chiesa è oggi
meno clamorosa, il distacco dell'uomo da Dio è più profondo, e le istanze
sembrano perciò tanto più decisive.
E'
per questa situazione di sincerità e d'impegno radicale del cristiano con
se stesso e con il mondo che il Magistero della Chiesa ha posto san Tommaso,
in quest'ultimo secolo, in una posizione che è stata assunta a valore di
guida e ad affermazione di principio. Questo fatto, certamente unico nella
storia della Chiesa, ha turbato non pochi, fuori e dentro, ma a questo
turbamento i documenti pontifici hanno ovviato con principii precisi, che è
indispensabile tener presenti per non mancare il segno nel momento
essenziale. Per chiarire la posizione del cristianesimo nel mondo moderno, e
di riverbero la funzione del tomismo all'interno della verità cristiana, si
deve procedere in modo fondamentale sgomberando prima il terreno dalle
insidie più vistose.
Note:
1)
Ha raccolto con impegno la documentazione a stampa A. PIOLANTI, Pio
IX e la rinascita del tomismo,
Città del Vaticano 1974. Per la messa a punto dell'intera questione, e in
particolare per la saggezza di Pio IX nel tortuoso e non ancora chiarito
affare Rosmini, è indispensabile lo studio diretto dei documenti, per la
massima parte ancora inediti. L'opera del Radice, citata a p. 50,
nell'impostazione e nelle conclusioni dovrà subire radicali modifiche.
(2)
Nel saggio Thomas Aquinas und Kant, Ein Kampf zweier Welten, Berlino
1901. In precedenza l'A. aveva attaccato direttamente l'Aeterni Patris nel
volume Die Philosophie des Thomas von Aquin und die KuItur der Neuzeit, 1
ed. Leipzig 1886; 11 ed. Bad. Sachsa 1910. Da parte cattolica
l'enciclica fu attaccata con violenza dal FROHSCHAMmER, Die
Philosophie des hl. Thomas von Aquin, Leipzig 1889.
(3)
Cfr decr. Optatam totius, n. 16 e dich. Gravissimum educationis, n.
10.
(4)
Enchiridion symbolorum, DB
(1932), nn. 2071 ss. (2a ed. DS, 1963: è notevolmente abbreviata).
(5)
Vedi GIOVANNI PAOLO II, enc. Redemptor hominis, marzo 1979,
n. 15.
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