Alla fine si sono
incontrati. A fine settimana il faccia a faccia al Botteghino fra
Piero Fassino e Nanni Moretti. Ora in programma il 22 febbraio
l'incontro fra il segretario dei DS e gli intellettuali italiani.
Nanni Moretti sarà presente ed ha gradito la decisione del Leader
della Quercia di non fare discorsi, limitandosi a porre delle
questioni.
Il popolo della Sinistra è tutto con Nanni Moretti.
Quando ha preso la parola in Piazza Navona erano in cinquemila, ma
se avessero saputo gli elettori che sarebbe intervenuto durante la
serata sicuramente si sarebbero registrate presenze da stadio.
Nanni Moretti ha ridato orgoglio al popolo dell'Ulivo, ancora
tramortito dalla sconfitta elettorale e disorientato dai toni soft
dei leader nazionali, ben lontani da quelli che vorrebbero i loro
elettori.
Nanni Moretti è un grande artista e sia Rutelli che D'Alema hanno
tentato invano di ridimensionare il suo ruolo critico a quello
delle esternazioni di un artista. Lui è molto di più, è un
intellettuale che tramite la cinematografia sa parlare ai cuori e
alle menti della gente. In Francia l'adorano, nel mondo lo
rispettano, in Italia debbono capire che non si può sottovalutare
la sua persona in quanto sa leggere e rappresentare magnificamente
il pensiero, le tensioni morali, le ideologie di coloro che da
Sinistra sognano un'Italia più giusta e più governata nella
solidarietà e nel rispetto dei valori.
Nanni Moretti ora è il presente dinanzi a leader che sono superati
dagli eventi e che potrebbero tranquillamente pensionarsi. Paolo
Villaggio ha provato a demolire le sue parole, ma lui era
pa-tetico mentre parlava e non Moretti che ha rispecchiato il
pensiero della massa.
Nanni Moretti sa che la sua libertà di pensiero lo porta a
rischiare molto, certamente non sarà più gradito sui mezzi di
informazione televisiva, ma è troppo libero, troppo intelligente
per non parlare.
Nanni Moretti non mollare: la libertà nasce dal dissenso, questa
volta degli apparati di partito.
la lettera di Nanni Moretti*
Io sono un moderato. Infatti voto Democratici di
sinistra; ma essere moderati non significa essere passivi,
rassegnati, abituati alle peggiori anomalie e anormalità italiane.
Del mio intervento di sabato scorso, qualcuno ha detto: non era
quello il modo, non era quello il luogo. Rispondo: ma se non ora,
quando? Cos'altro dobbiamo aspettare?
Non mitizzo quella che viene chiamata "società civile". Penso che
la politica debba essere fatta dai politici di professione, che
sappiano però ascoltare il loro elettorato. Noi, siamo
imbarazzati, siamo a disagio di fronte all'inadeguatezza dei
dirigenti dell'Ulivo. L'espressione è un po' brutale, ma noi
elettori siamo i datori di lavoro di quei parlamentari; se prima
non sono stati capaci di intuire il nostro disagio, oggi devono
saper ascoltare quando cominciamo a parlare. Il presidente del
Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato processato e lo è tuttora
per accuse gravissime. All'estero basterebbe un centesimo dei
punti interrogativi che gravano sulla sua carriera di imprenditore
per fargli smettere di fare politica. La situazione italiana è
pazzesca, anormale, e però è irreversibile: a Berlusconi è stato
permesso, unico caso nel mondo democratico, di avere tre reti
televisive nazionali; è stato permesso, contro una legge
esistente, di essere eletto, poi di diventare Presidente del
Consiglio (e tra alcuni anni, chissà, anche presidente della
Repubblica). Sì, c'è una legge che vieta l' eleggibilità di chi
abbia concessioni pubbliche, e giustamente Sylos Labini ce lo
ricorda da tanti anni. Ma ormai c'è una situazione di fatto: ci
sono state elezioni legittime che hanno visto vincere una persona
che illegittimamente siede in Parlamento. Oggi bisogna
fare i conti con questa situazione assurda in una democrazia.
C'è uno speciale - e nuovo, rispetto alla
vecchia Democrazia Cristiana - rapporto tra Berlusconi e il suo
elettorato. Un rapporto di identificazione da parte di persone che
nulla hanno a che vedere con lui. Il suo elettorato crede che i
comunisti abbiano governato per cinquant'anni perché lo dice
Berlusconi, crede che la maggioranza dei giornali e delle
televisioni siano in mano alla sinistra, crede che Berlusconi sia
perseguitato dalla magistratura, crede che il capo di un'azienda
possa far bene il capo dell'"azienda Italia" (anche se la crescita
e l'affermazione delle sue aziende è viziata, secondo molte
inchieste, da innumerevoli e varie irregolarità - ma questa non è
materia politica). Qualsiasi cosa Berlusconi dica o faccia che
metta in dubbio la sua onestà o capacità, non gli provoca la
perdita di un solo voto. Berlusconi fa il pieno del suo elettorato
potenziale (riuscendo a trascinare anche i seguaci di Alleanza
nazionale, che con il partito-azienda di Berlusconi non c'entrano
proprio niente). Nel centrosinistra c'è bisogno di qualcuno che
con la sua autorevolezza riesca a fare il pieno dell'elettorato
potenziale del proprio schieramento, che sappia parlare alI'anima,
alla testa, al cuore degli elettori. Ci sono tante persone che
sembra non aspettino altro che un segnale di tranquilla fermezza,
di serena decisione. Devono ricominciare a sentirsi rappresentate,
mentre l'impressione è che i dirigenti dell' Ulivo siano in attesa
degli errori di Berlusconi, senza che a loro tocchi fare nulla.
Paradossalmente, dopo la vittoria di Prodi e dell'Ulivo nel '96, è
stato proprio il centrosinistra a riqualificare politicamente
Berlusconi, che veniva in quegli anni considerato come perdente
dal suo stesso schieramento, che infatti si era già messo alla
ricerca di un nuovo leader. Dopo il '96, alcuni dirigenti del
centrosinistra hanno cercato addirittura di riscrivere la
Costituzione assieme a lui, regalandogli la patente di "statista".
Ora a me sembra che Berlusconi sia proprio il contrario dell'uomo
di Stato: la democrazia è qualcosa che gli è estranea, che non
riesce bene a comprendere, e comunque gli fa perdere tempo. Sta
facendo delle leggi a suo uso e consumo e, a questo proposito è
sconcertante come dai partiti suoi alleati non giungano voci di
dissenso. Altri errori sono stati fatti in quegli anni, dal
centrosinistra: mancata legge antitrust, mancata legge sul
conflitto d'interessi. Credo, e la cosa è ancora più grave, più
per sciatteria che per calcolo. Ma il governo Prodi aveva
un'autorevolezza e una credibilità inimmaginabili per un governo
italiano. Il declino dell'Ulivo è cominciato dalla caduta del suo
governo, voluta in Parlamento da Rifondazione comunista (-autunno
'98). In quei mesi si poteva (e si doveva) andare alle elezioni
politiche anticipate.
L'Ulivo non ha avuto quel semplice coraggio.
Anzi, un dirigente della sinistra ha dichiarato pubblicamente:
"Non possiamo andare alle elezioni, perché altrimenti segneremmo
il paese alla destra ". Che concezione della democrazia può avere
una persona che dice una cosa del genere? Non andando alle
elezioni, l'Ulivo ha permesso a Berlusconi di battere e ribattere
per anni sullo stesso tasto: il governo D'Alema non è legittimo.
Un governo è legittimato dai voti che trova in Parlamento, però è
vero che dalle elezioni del '94 è come se sulla scheda noi
elettori indicassimo il nome del candidato premier. Era insomma un
governo più che legittimo in Parlamento ma, è vero, il premier
D'Alema non era legittimato dal voto popolare. Ed è necessario
ricordare che l'elettorato cattolico dell'Ulivo ha vissuto come un
tradimento, dopo la caduta di Prodi, la nascita del governo
D'Alema. Nelle elezioni del maggio scorso, Rifondazione comunista
sembrava indifferente al risultato finale delle votazioni, che
vincesse Rutelli o Berlusconi. Temo fosse un sentimento comune al
partito e ai suoi elettori, tutti più che altro interessati al
raggiungimento del quattro per cento che gli avrebbe garantito una
rappresentanza in Parlamento. Ma i politici dell'Ulivo dovevano
ugualmente tentare, avevano il dovere di cercare di coinvolgere
quel partito e la lista Di Pietro in uno schieramento più ampio.
Mentre invece apparivano rassegnati a gestire una sconfitta che
loro stessi avevano annunciato da mesi. In quella campagna
elettorale, a poche settimane dalle votazioni, lo "statista
Berlusconi" aveva dichiarato che l'Ulivo aveva vinto nel '96
grazie ai brogli elettorali (e in quell' occasione forse sarebbe
stata opportuna una parolina del Presidente della Repubblica, non
genèricamente rivolta a svelenire gli animi, ma particolarmente
rivolta a un uomo politico che minava le basi della democrazia).
Mi è stato detto: "Non era quello il luogo, non era quello il
modo". Ma anche nel mio lavoro non ho mai avuto paura che le mie
critiche alla sinistra potessero essere usate o strumentalizzate
dalla destra. Non sono mai stato d'accordo con la pratica
stalinista della doppia verità, che dice: "Le critiche ce le
dobbiamo fare in privato, in pubblico invece dobbiamo apparire
monolitici, tutti d'accordo". No, secondo me i "panni sporchi"
vanno lavati in pubblico. E, a giudicare da alcune reazioni, mi
sembra che il mio sfogo non sia stato inutile. I dirigenti del
centrosinistra hanno preso tanti (troppi) schiaffi dagli
avversari, forse sarà salutare lo schiaffo di un elettore.
*testo integrale della lettera a firma del
regista pubblicata sul quotidiano La Repubblica il 5 febbraio 2002
Le Opinioni:
Michele Giannì
Conduttore di Bianco e Nero
in onda su Gari TV
"Nanni Moretti ha esternato lo stato d'animo attuale del popolo
dell'Ulivo. La forma usata, che è stata criticata da molti, io
ritengo che era necessaria, altrimenti non se ne sarebbe parlato.
C'è da dire che purtroppo dal 13 maggio ad oggi la dirigenza
nazionale e locale del Centrosinistra ha fatto finta che la
sconfitta non c'è stata. Lo dimostra il fatto che è mancata ogni
autocritica e che nessuno ha voluto fare un'analisi del voto.
Sbagliano i dirigenti del Centrosinistra che liquidano il caso
Moretti criticando l'intervento del regista. Là dove c'è una voce
del dissenso non va repressa ma ascoltata per capirne le cause".
E' questo quanto ha affermato Michele Giannì, noto giornalista
cassinate. Ricordiamo che Giannì in passato è stato uno dei
fondatori del Movimento per l'Ulivo a Cassino e ne è stato anche
segretario. E' un attento conoscitore delle vicende che
caratterizzano il Centrosinistra.
Sandro Bartolomeo
già Sindaco di Formia
esponente dei DS
"Le accuse fatte da Moretti credo che esprimano un sentimento
diffuso di critica verso il gruppo dirigente del Centrosinistra.
Non penso che lui abbia voluto colpire in particolar modo Fassino,
Rutelli o D'Alema ma ha voluto portare all'attenzione di tutti
quello che sta attualmente accadendo. E' stata una critica
generale rivolta essenzialmente all'ultimo periodo caratterizzato
da logorazioni
interne, più che da proposte risolutive. E' stato un discorso
quello di Moretti apparso agli occhi di tutti molto forte ma in
ogni modo ha solamente espresso a modo suo delle critiche su
difetti che militano all'interno del Centrosinistra. Non dobbiamo
farne un problema troppo grosso, all'interno del partito ci sono
delle capacità di critica e autocritica spiccate, che a volte
possono esprimersi in forme paradossali. Nanni Moretti è un
regista, non un politico, ha detto quello che pensava, senza
tergiversare con parole inutili. E' vero, purtroppo al vertice ci
sono dei problemi, l'elettorato deve essere ascoltato. Propositiva
la disponibilità di Fassino per un confronto dialogico con il
popolo di Centrosinistra. In quest'ultimo periodo abbiamo
assistito ad uno spettacolo che non si può definire dei migliori,
per uscire fuori da questo impasse bisogna lavorare unitamente,
così come ha detto Amato; l'Ulivo deve essere assolutamente un
soggetto politico reale".
Felice Adinolfi
Segretario Comunale
dei DS di Cassino
"Sostanzialmente posso affermare che il discorso di Nanni Moretti,
al quale tra l'altro ero presente, è stato estremo e un po'
semplicistico, ha comunque avuto lo scopo di scuotere i dirigenti
del Centrosinistra. A questo poi, si è aggiunto il consenso
ottenuto dai presenti nella piazza, che hanno applaudito
lungamente il suo intervento. Le accuse che Moretti ha rivolto
alle sfere alte del Partito, dovevano in qualche modo suscitare
delle polemiche, altrimenti il suo discorso non avrebbe avuto
senso. Ho apprezzato in particolar modo quello che ha detto sulla
questione della Giustizia e sulla revisione dell'articolo 18,
argomenti di importante rilevanza e che necessitano una
risoluzione immediata. Positivo secondo il mio parere la risposta
di Fassino, in quanto si è detto pronto al dialogo e al confronto.
Come lui stesso ha affermato, la nuova politica del Centrosinistra
si propone di dialogare con tutti".
Maurizio Faticoni
Consigliere Comunale DS di Minturno
aderente al Nuovo PSI
"Penso che la Sinistra oggi debba ritrovare una propria identità,
deve ritrovare quello spirito combattivo e deve assolutamente
ritrovare quell'unità di intenti e di battaglia, perché così come
si presenta attualmente non andrà da nessuna parte. L'Ulivo non è
completo perché all'interno di esso ci sono partiti che a tutti i
costi vogliono primeggiare. Nanni Moretti ha centrato in pieno il
problema, gli attuali dirigenti devono fare un passo indietro, la
devono smettere di preoccuparsi solo di occupare posti di grande
prestigio, e riflettere su quanto è accaduto, iniziando così a
fare della vera politica".
Andrea Paparello
Segretario Unione Comunale
Democratici di Sinistra di Minturno
"La dichiarazione di Moretti in effetti è giunta in un momento
opportuno così come ha detto Fassino; ha smosso qualche
ingranaggio che non andava in questa opposizione un po' timida.
Tutti notiamo che c'è molto malcontento nelle file dell'Ulivo e
dei Ds. Questo malcontento non va assolutamente sottovalutato, va
preso in considerazione e serve per far discutere. Sono
perfettamente d'accordo con le parole pronunciate dal regista
Moretti e approvo la lettera che Piero Fassino ha pubblicato su
'L'Unità'. Dobbiamo creare un'opposizione più forte, vogliamo
senza dubbio assorbire il lutto della sconfitta e discutere. Nello
spirito della discussione però dobbiamo imparare ad ascoltare, se
vogliamo avere un consenso elettorale più cospicuo, dobbiamo
interpretare quello che gli elettori ci chiedono. In questo modo
si potrà facilmente arrivare ad una soluzione. Non a caso Fassino
ha invitato Moretti e tutti gli altri a riflettere ed uscire allo
scoperto".
Giuseppe Golini
Petrarcone
già Sindaco di Cassino
esponente dei DS
"Condivido in larga parte le accuse e le motivazioni di Nanni
Moretti. Il suo intervento così duro e diretto nei confronti dei
dirigenti del Centrosinistra, forse poteva essere espletato in
maniera diversa, in un'altra sede, forse in un'altra occasione.
Una lettera aperta a mio parere sarebbe stata più indicata; ma se
questo è servito a sollevare il polverone, che ben venga questo
intervento. Credo che all'interno dell'Ulivo e dell'intero
Centrosinistra debba iniziare un momento di grande riflessione,
con l'intento di gettare le basi per una concreta politica
d'opposizione a questo governo e con la prospettiva di vittoria
alle prossime elezioni politiche. Il Segretario dei DS Fassino è
stato l'unico a mio parere che ha avuto un comportamento più
adeguato nel calmare gli animi di Moretti e di quanti lo hanno
applaudito in piazza sabato scorso. Si è tranquillamente aperto al
dialogo, ed è stato quello che maggiormente si è reso conto della
situazione. Le sue parole sono state propositive e ben auguranti".
Tommaso Marrocco
capogruppo dei DS
di Cassino
"Lo show di Nanni Moretti alla manifestazione per la giustizia non
è stato un fulmine a ciel sereno come molti dirigenti del
centrosinistra si ostinano ad affermare. Per molti militanti della
sinistra, invece, è stato uno sfogo condivisibile. Moretti ha
invitato i dirigenti del centrosinistra ad andare a casa ed a lui
si uniscono tutti coloro che fanno un'analisi realistica dello
stato in cui versa l'intera opposizione. Questo è un momento
cruciale per il futuro della sinistra e se non cambia qualcosa non
abbiamo alcuna speranza di poter tornare a governare il nostro
Paese. Occorre cambiare, intanto, i leader che hanno governato per
cinque anni e che hanno perso le elezioni, perché la cosa
principale da perseguire è l'unità di tutta la sinistra con
Rifondazione ed Italia dei Valori. In passato questo non è
avvenuto perché abbiamo abbandonato la battaglia sul conflitto
d'interessi, sulla legalità, la trasparenza, la pulizia, la
questione sociale. Oggi viviamo il disagio di avere davanti un
futuro incerto e senza punti di riferimento. Anche l'ultimo
congresso dei DS ritengo sia stato un mezzo fallimento, alla fine
si è ridotto ad essere un congresso per eleggere un segretario.
Bisogna unificare tutte le forze di sinistra, le associazioni, i
movimenti e tutti coloro che percepiscono il momento particolare e
vogliono collaborare e partecipare ad affrontarlo. Ritorniamo ad
essere punto di riferimento e speranza dei ceti più disagiati, del
Mezzogiorno, dei cittadini onesti".
Andrea Vizzaccaro
esponente dei DS
di Cassino
"Penso che abbia detto cose condivisibili, anche se non approvo il
modo in cui sono state dette.
E' facile stare addosso ad una classe dirigente ed a una
coalizione che sono in grosse difficoltà. Sarebbe auspicabile
però, che persone come Nanni Moretti, che da sempre si riconoscono
nei valori e negli ideali della Sinistra diano un contributo per
uscire al più presto da questa difficile situazione". |