La nuova tecnologia informatica è la madre di uno spettro che si aggira per il Mondo, il Digital Divide; una linea di demarcazione, uno spartiacque, che separa di netto chi ha il digitale e chi non ce l'ha. Una distinzione netta, una esclusione che colpisce e divide i Paesi fra loro e al loro interno; Paesi ricchi da una parte e paesi poveri dall'altra. Dunque un nuovo muro di Berlino, che aggiungendosi ai tanti Divide già esistenti, aumenta, ancora di più, la distanza e il ritardo dei Paesi che non hanno ancora raggiunto una stabilità economica, politica e sociale.
Dagli USA parte una sfida forse impossibile contro il Digital Divide, che si va diffondendo in tutto il Pianeta; ma le perplessità non mancano di certo. I dati parlano chiaro: il 70% circa dell'umanità non avrebbe mai sentito parlare di Internet e solo d 5% (o forse già il 6 %) ha accesso alla Rete; il 97% dei siti web, il 95% dei server e l'88% degli utenti si trova nei paesi industrializzati (Stati Uniti e Canada hanno insieme il 57% dei navigatori, mentre Africa e Medio Oriente non raggiungono insieme l'1%); il divario tra inclusi ed esclusi è raddoppiato negli ultimi tre anni.
Una delle domande più frequenti è: quale utilità quali vantaggi potrebbe portare la nuova tecnologia informatica, in Paesi in cui ancora si combatte una battaglia, lungi dall'essere vinta, contro la fame, la povertà, la mancanza di acqua, l'assenza di minime condizioni sanitarie? Non sarebbe meglio cercare di risolvere prima i problemi fondamentali?. A rigor di logica, poiché - per ora - la digitalizzazione aggrava invece di alleggerire una divisione tra paesi ricchi e paesi poveri e tra strati sociali, sanare il divario digitale dovrebbe essere l'ultima delle preoccupazioni.
La lotta che viene portata avanti, contro il divario digitale, ha come stella guida la convinzione, per niente azzardata, che proprio la nuova tecnologia dell'informazione consenta di bruciare alcune tappe, ossia offre enormi possibilità per eliminare la povertà, per promuovere l'espansione economica, per aiutare i più deboli a inserirsi nei mercati mondiali, per diffondere l'insegnamento a distanza a poco prezzo, per accedere agli incredibili vantaggi della telemedicina, per consolidare le istituzioni democratiche, per migliorare governo e amministrazione, per dare nuova visibilità alla società civile. In sostanza, l'idea vincente che si è fatta strada è che l'Ict ( Information communication Technology ) può aiutare i paesi più bisognosi a saltare alcune tappe, talvolta lunghe e faticose, nel cammino verso lo sviluppo. La strada come i tempi, necessari per trovare delle risposte e delle soluzioni, sono molto lunghi, e nel mentre la tecnologia corre.
L'Ocse (Organisation for economic co-operation and development) ha pubblicato il primo rapporto sul Digital Divide, che viene fondamentalmente presentato come: una apertura fra individui, famiglie, businesses, aree geografiche di differente livello socio-economico, riguardante la comune opportunità di accesso all'informazione, alla comunicazione tecnologica e all'uso di Internet per un ampia varietà di attività. Oltre alla presenza delle infrastrutture delle telecomunicazioni, sono stati individuati altri importanti indicatori che determinano il Digital Divide, e sono: fra le famiglie il reddito e l'educazione, esistono poi altre variabili meno influenti come: grandezza della famiglia, tipo, età, genere razziale e linguistico, stato e locazione. Altri indicatori riguardano le differenze nel profilo dei Paesi, degli individui e del businesses, che usano, sfruttandone tutte le possibilità, l'Ict.
Sé, come dicevamo precedentemente, l'intento attuale è quello di eliminare il Digital Divide, portando in tutto il Mondo, la possibilità di usufruire delle nuove tecnologie informatiche dell'informazione, anche come mezzo per superare la povertà cronica, è senza dubbio necessario che i Governi abbiano informazioni sulla natura e l'estensione di tale fenomeno e sul tipo di misure che possono aiutare a superarlo.
All'inizio del paragrafo abbiamo detto che il Digital Divide, non divide solamente gli stati fra loro, ma li divide anche al loro interno. Sotto questa prospettiva più ristretta, cambiano indubbiamente anche i termini del problema, che gradualmente dimostra come, anche all'interno di un Paese in cui il digitale è di casa, lo spartiacque digitale sia una legge che esclude progressivamente dalla opportunità di sfruttare le possibilità della nuova tecnologia, chi non ha i mezzi, finanziari o tecnici, o la conoscenza adeguata per quel determinato livello di accesso.
Parliamo dunque di esclusione progressiva su una scala di accessi selettivi. La prima grande esclusione è rivolta a tutti gli Stati che non sono ancora arrivati sul pianeta del digitale, in successione viene escluso chi non sa usare la nuova tecnologia, ma anche chi la sa usare può non avere i mezzi per farlo, e chi ha i mezzi non sarà mai arrivato, perché la tecnologia corre, e la novità di oggi è già troppo vecchia per domani.
Una grande forbice dunque, che taglia fuori da Internet: chi non ha una velocità di connessione abbastanza veloce, chi ha un vecchio browser ed è la di fuori da certe funzionalità, i disabili che non potranno vedere certe cose perché non hanno gli strumenti. Ma il taglio è ancora più netto, infatti, alla sommatoria egli esclusi si deve aggiungere quella degli utenti potenziali, cioè quelle persone che hanno le capacità di usare Internet ma non lo fanno, e non lo faranno mai; ancora aggiungiamo altri potenziali utenti che non navigano, perché non sanno cosa c'è sulla rete, per mancanza di interesse. Gli elementi che maggiormente svolgono un ruolo di discriminazione di Internet, riguardano: l'età, la maggior parte degli utenti è rappresentata dai giovani, gli anziani si contano sulle dita di una mano; il titolo di studio, chi non è ne laureato ne diplomato difficilmente naviga sulla rete, e quando lo fa non ha le basi per comprendere e per usufruire di tutti i servizi. La nuova generazione ha segnato un inversione nella normale trasmissione pedagogica educativa, probabilmente non era mai capitato prima che i figli insegnassero hai genitori i codici della comunicazione, dell'informazione, della relazione.