Come trovare le caratteristiche di trasmissione dei Tasti Elettronici (Bug)

Molti sono i tasti elettronici per radiotelegrafia che da decenni sono usati da tutti i 
radioamatori al posto di quelli meccanici, quando si vuole raggiungere velocità di 
trasmissione elevate.
Se in questo gli elettronici hanno il vantaggio oltre alla velocità di far risparmiare 
in energia fisica il radiotelegrafista, c'è comunque sempre un consumo di energia mentale 
dovuta alla concentrazione necessaria nell'uso della macchina.

Alle alte velocità di trasmissione (QRQ), si possono facilmente verificare le caratteristiche
limite (se ci sono) della macchina che stiamo usando. Queste ci possono interessare per 
apportare delle regolazioni atte a migliorare la resa generale come pure semplicemente per 
conoscere oltre i limiti gli eventuali pregi.

Questo discorso esclude l'intervento quasi sempre degenerativo che apporta poi in pratica
l'apparato trasmittente che usiamo.
(Non considero i Bug montati dai costruttori all'interno degli RTX, non sempre all'altezza
della buona radiotelegrafia).
Ossia possiamo avere un bug elettronico perfetto ma poi in pratica il circuito del 
trasmettitore è mal studiato per il QRQ e quindi modifica i tempi di esecuzione dei nostri 
caratteri telegrafici. 
Un esempio negativo in questo è il vecchio TS120V (e non è il solo), per questo fatto l'ho 
modificato come si vede nell'articolo suo specifico. (vedi Radiotecnica)

Schema dei collegamenti necessari per verificare le caratteristiche del nostro Tasto 
Elettronico. Il frequenzimetro è di bassa frequenza con due decimali.

                                Cicalino piezo 
Uscita     <-------------(X)--------(<><>)--------(+)
Bug in    TX                                         4,5 Volt
prova      <---------(X)--------------------------(-)

           Collegare un frequenzimetro sui terminali (X), in parallelo all'uscita TX del bug.
           Evitare di usare relè o microrelè in uscita dal Bug elettronico.

Misurare gli Hz dei punti e delle linee è un sistema semplice e preciso.
Se ad esempio imposto il mio bug a 48 PM devo avere la frequenza di 20 Hz sui punti e 10 Hz le
linee quando il rapporto Punto/Linea è di 1/3. Ora supponiamo che cambio il rapporto a 1,1/3 
ossia allungo il punto. Se il bug si prende l'aumento del punto dallo spazio, 
(interno al carattere) quando vado a leggere il frequenzimetro dei punti trovo sempre 20 Hz, 
che significa una riduzione dello spazio non voluta (difetto). 
Se invece la frequenza è inferiore ai 20 Hz significa che lo spazio è rimasto invariato e 
quindi per forza di cose con il punto più lungo è diminuita la frequenza, perché se prima 
in un secondo ci stavano come durata 20 punti, ora ce ne stanno di meno. 
Il bug in questo caso si è comportato correttamente nella regolazione.
Lo stesso ragionamento lo possiamo fare per le linee, se accorciamo le linee deve aumentare la
frequenza e viceversa diminuire se le allunghiamo. Questo sempre se lo spazio all'interno del
carattere trasmesso non cambia.

In'altre parole un buon bug deve avere le regolazioni dei vari parametri indipendenti e quindi
senza la minima influenza l'uno dall'altro. In questo caso è sempre l'operatore che decide come
impostare il carattere e quindi diventa per così dire il padrone della macchina, e non viceversa 
lo schiavo, come spesso purtroppo accade.

Ecco le prove che ho eseguito sul Super Tasto Automatico 51 
Variazione della Linea senza cambiare velocità con VX



Variazione del Punto e dello Spazio senza cambiare la velocità con VX



Con questo sistema ora descritto si possono scoprire facilmente cose interessanti sul nostro 
Tasto Elettronico. Alla fine però è sempre grazie al nostro meraviglioso cervello se riusciamo
con facilità (meglio delle macchine) a ricevere o trasmettere anche in difficili condizioni. 

73 a tutti, Emilio - ik1wjq ex i1kib

PS:
Come si trova la relazione fra Hz Punti e Linee con Parole al Minuto e Bit al secondo,
nella trasmissione telegrafica.

Con la nascita nel secolo scorso della trasmissione dei dati alfanumerici con la telescrivente
che poi è stata collegata al computer. E' nata l'unità numerica minima di contenuto 
dell'infomazione di nome bit anche nella trasmissione seriale.
Come per la telegrafia occorrono due fili per alimentare e chiudere un circuito elettrico,
in modo da poter attraverso questo ricevere o trasmettere informazioni con il codice Morse.

Allo stesso modo, una porta seriale usa per i dati trasmessi o ricevuti sempre due fili in 
modo unidirezionale. 
Tutti i bit seriali hanno sempre la stessa durata, che cambia solo quando cambia la velocità
di trasmissione.
Un ragionamento simile ai bit seriali dei PC è stato fatto, con l'intento di stabilire la 
velocità in Parole al Minuto che si può trasmettere in telegrafia, al posto del conteggio
(comunemente usato) dei caratteri trasmessi in un minuto.  

Per questo calcolo si è scelto la parola PARIS come se fosse una parola seriale da trasmettere.
Questa ora la scomponiamo in bit (telegrafici).
Secondo il seguente criterio:

Un bit = tempo minimo del Punto o dello Spazio interno al carattere telegrafico.

1) Durata del Punto e dello Spazio (interno) = 1 bit
2) Durata della Linea telegrafica = 3 punti e quindi 3 bit.
3) Durata dello spazio fra due caratteri telegrafici = 3 bit (Come una linea dal rapporto 1/3)
4) Durata dello spazio fra una parola e la sucessiva = 7 bit (Secondo lo standard internazionale) 

Se facciamo una serie continua di punti abbiamo un segnale ad onda quadra all'uscita del tasto 
elettronico. Se facciamo 10 punti in un secondo, abbiamo la frequenza di 10 Hz che è uguale a 
20 bit al secondo. (Uno spazio (interno) e un punto (2 x 10) = 20 bit)
Se facciamo invece 5 linee al secondo, abbiamo  la frequenza di 5 Hz, ma sempre 20 bit al 
secondo. Uno spazio (interno) più la linea (4 x 5 = 20 bit). 

Ora la parola Paris scomposta in bit al secondo come sopra spiegato è composta da 43 bit, 
sommati poi ai 7 bit di pausa all'inizio oppure alla fine della parola trasmessa, abbiamo 
in totale 50 bit. 

Se trasmettiamo con la frequenza di 10 Hz dei punti ossia 20 bit/sec, calcoliamo 20 x 60 = 
1200 bit/minuto.
Dividiamo i 1200 bit/minuto per 50 bit di Paris, otteniamo : 
1200 / 50 = 24 Parole al Minuto (PM). 
Di conseguenza se ho i punti a 20 Hz e le linee a 10 Hz, trasmetto ad una velocità di 48 PM.

Riassumento le relazioni:
Hz Punti = PM / 2,4 e Bit/sec = PM / 1,2. 

Per esempio, quando trasmettiamo alla velocità di 48 PM in CW, è come dire che 
imitiamo un PC che trasmette in modo seriale alla velocità di 40 bit/sec.

Di tempo ne è passato, ma la telegrafia sembra che non invecchia mai. 
Ancora saluti a tutti, Emilio - ik1wjq. 

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