traversa in inverno

Valle di Adamé

rifugio Lissone

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DESCRIZIONE

La Valle Adamé è la principale e più estesa valle della Valsaviore. Si trova in posizione intermedia rispetto alla conca d'Arno e alla Valle di Salarno. E' percorsa dal torrente Poglia o Poja di Adamé; la denominazione deriva dal nome Adamello avendo le sorgenti del torrente origine proprio alla base della parete Sud del monte Adamello.

La valle vera e propria inizia in corrispondenza dell'abitato della frazione Isola (875 m s.l.m.) e termina di fronte al gradone che la congiunge con il pian di neve (3200 m s.l.m.), tra il monte Fumo e il monte Triangolo.



La valle di Adamè, in sponda sinistra orografica, dal monte Fumo fino alla cima d'Avolo, confina con la Val di Fumo, dove nasce il fiume Chiese, che si trova sul territorio della provincia di Trento e quindi fino al 1914 era confine di stato; fu quindi sede del fronte durante la grande guerra. Vi sono tuttora numerosissime testimonianze della presenza di fortificazioni, trincee, postazioni in particolare al passo della porta di cima Buciaga.


dal rifugio Lissone


da oltre la malga


malga Adamé


rifugio
Lissone


dal bivacco
Baroni


sfioratore della
digha


 
UTILIZZO IDROELETTRICO


ponte-canale e opera di presa


opere idrauliche viste da monte


il torrente


...inverno al rifugio...


...inverno alla malga...

L'utilizzo delle acque della valle Adamè per la produzione di energia elettrica risale ai primi anni del secolo scorso (XX), rientra nel progetto chiamato "Sistema del Poglia" messo in atto dalla società Generale Elettrica dell'Adamello che prevedeva di convogliare le acque nel lago d'Arno, per alimentare le centrali di Isola e di Cedegolo.

Si racconta che all'inizio dei lavori, per le prime opere provvisionali, per il trasporto del cemento dalla Malga Lincino ad Adamé, si ricorreva normalmente al lavoro delle donne di Valle, abituate a portare il "zarlì" risultavano molto efficienti e venivano remunerate con un tanto per ogni viaggio di carico predefinito (circa 25 kg); e questo costituì per quell'estate una ricercata forma di integrazione del bilancio familiare poichè non distoglieva gli uomini dai lavori abituali.


Venne costruita negli anni 1911-1912; la bella "traversa" (diga di sbarramento del torrente) in granito lavorato a mano, da esperti scalpellini della Valsaviore, tuttora in servizio, all'inizio del pianoro, a quota 2000 m s.l.m. circa, che capta le acque, sempre abbondanti, del torrente Adamé.

Come in tutti i grandi lavori, purtroppo anche in questi, ci furono parecchie vittime; in particolare il 6 gennaio 1920 una valanga travolse il cantiere e provocò, tra Adamé e Campellio, ben 14 vittime.

Attraverso una galleria di circa 6 km di lunghezza, le acque captate vengono convogliate  nel lago d'Arno.

Negli anni venti vennero convogliate in valle Adamè anche le acque della valle di Salarno, mediante una galleria che attraversa la montagna spartiacque tra le due valli ed ha lo sbocco immediatamente a monte della traversa di cui si è detto; attualmente è in servizio la galleria "diretta" che transita invece immediatamente a valle della dighetta attraverso un ponte-canale che si trova dirimpetto alla traversa, e che contiene anche le acque provenienti dalla centrale di Salarno e quindi anche dalla valle del Baitone e del Miller.
La galleria fuori servizio è tuttora visibile, sulla sinistra per chi si dirige verso monte, in quanto da essa esce un ruscello di acque di venute che si immette direttamente nell'invaso della traversa.

Adamé,fino alla seconda metà degli anni sessanta fu sede di un posto di guardiania delle società elettriche che si sono succedute nel tempo (società Adamello-SGEA-; società Cisalpina; società Edison, società Edisonvolta; Enel); memorabile fu la figura del guardiano "Marino" che per tanti anni rimase, estate ed inverno, in Adamé ed era famoso in loco sia per la sua ospitalità che  come esperto cacciatore di camosci.

 Attualmente il fabbricato già sede della casa di guardia (ammodernato e parzialmente rifatto, anche a seguito di un incendio)costituisce il moderno rifugio Città di Lissone.

N.B. approfitto di questa pagina per fare un appello al CAI Lissone; ho vissuto con grande rammarico, anni fa, l'attribuzione del nome rifugio Lissone alla ex casa di guardia di Adamé. Avrei preferito che venisse chiamato "rifugio Adamé" e se si voleva esprimere il legame tra i cittadini del CAI di Lissone con la meravigliosa Valle Adamé, che si denominasse Sezione ADAME il CAI Lissone. Per me questo fatto ha costituito un "esproprio" di nome che ha sapore di "conquistadores"; ancora adesso, ascolto con "disagio" quando sento dei conoscenti dire: "sono stato al Lissone" e personalmente non uso questa espressione, ma io vado in Adamé (almeno tre o quattro volte all'anno). Con queste affermazioni non vorrei comunque essere frainteso, non condivido le idee che, in questi ultimi anni, purtroppo, si vanno diffondendo (non solo da noi) circa il concetto di "localismo" chiuso verso l'esterno e/o il diverso. Non ho nulla contro la città di Lissone, che peraltro non conosco, in me il nome Lissone evoca la laboriosa (e prosaica) Brianza e basta.

 Comunque non è mai troppo tardi.....

Ho visto, ad esempio, che anche la ex casa "operai" di Baitone, ceduta anni fa dall'Enel al comune di Sonico e trasformata, nel 1999 in rifugio, è stato denominato "rifugio Baitone" ed è stato apposto sul fabbricato la scritta un po' vistosa, ma tutto sommato "simpatica", visibile anche a distanza: "rifugio BAITONE 2281 m s.l.m.". Chissà che in futuro non possa vedere qualcosa di simile anche in Adamé...

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da: percorsi didattici in Valle Camonica - itinerario N. 2 ediz. Parco dell'Adamello - distretto scolastico N. 37 - Comunità Montana di Valle Camonica - Regione Lombardia:


La Val Saviore offre al visitatore due possibilità di accedere al gruppo dell’Adamello. Da una parte la Val Salarno e dall’altra la Val Adamé. E di questa che ci si occupa nel nostro itinerario. Abbastanza diversa dalla “gemella”, molto meno esposta al sole e pertanto più ricca di vegetazione e meno di prati e coltivi. Più ariosa si fa l’area denominata delle Raseghe e del Forame, meta di turisti estivi e domenicali; oltre la balza la vegetazione torna ad essere fitta fino alle malghe che avvertono la chiusura ad an­fiteatro della prima parte della valle. Ma oltre il gradone segnato dalle scale dell’Adamé si apre la più lunga valle di quota in terra camuna, la cui ultima meta è semplicemente il Pian di Neve. Per chi si ferma nella parte pianeggiante il gusto di annotarsi i fiori e gli alberi tra una miriade di cascatelle.

NOTIZIE UTILI

Indicazioni varie
Consorzio Sviluppo Turistico della Val Saviore - Cedegolo -tel. 0364-61558 Comune di Saviore - Uff. Staccato a Valle tel. 0364-64140

Guide turistiche

Guide Alpine di Valle Camonica- tel 0364-71065 0364-92566
CAI-Cedegolo c/o Bar Romelli - Cedegolo - tel. 0364-61070

Soccorso Alpino
Cedcgolo - tel. 0364-61070

Ricettività di base
Alberghi e pensioni in Cevo e Cedegolo.

Rifugi in quota
Rifugio Lissonc (in Val Adamé - m. 2.005) - tel. 0364-64250
Rifugio Stella Alpina (loc. Croste - m.1.316)-tel. 0364-64259

Vie di accesso
Da Cedegolo a Fresine e da qui verso Valle di Saviore.

Percorso

Strada carrozzabile sterrata ma ampia e pianeggiante fino alle Baite della Rasega (ora 20001 asfaltata)
Dalla Rasega fino alle Baite dei Morti strada asfaltata.
Sentiero segnalato di media difficoltà per i due percorsi facoltativi sia al Rif. Lissone sia al Lago d’Arno.

Periodo
Fin oltre la Rasega da aprile ad ottobre.
Al Rif. Lissone e al lago d’Arno in giugno.

Tempi
Da Valle alla Rasega-Forame: ore 1,00 scarse.
Dalla Rasega ai piedi delle Scale dell’Adamé: ore 1,00.
Dalla Rasega ai Rif. Lissone: ore 2,00.
Dalla Rasega al lago d’Arno: ore 2,00.

Strumenti utili
Carta topologica della Valle Camonica o carta della zona della Kompass scala 1:50.000K 71 (Adamello Presanella).
Bussola.
Guida illustrata per fiori, piante, rocce della zona alpina.

ITINERARIO CONSIGLIATO

Si lascia il centro abitato di Valle seguendo la strada provinciale di arrivo al paese. Essa è tutta piana, larga, sterrata e con gran muraglioni in cemento che la riparano dai franamenti a monte. A diff~renza della valle parallela del Salarno, qui la vegetazione arborea scende oltre la strada e copre entrambi i versanti fin quasi agli argini del torrente Poia. In men che non si dica si giunge alle cascine della Rasega e poco più su a quelle di Forame, purtroppo notevolmente danneggiate dai disastri alluvionali dell’estate ‘87. Grandi muraglioni intorno all’alveo del torrente per evitare ulteriori esondazioni. Da Forame ci si incammina ora su una strada asfaltata che aiuta a meno faticare nel salire la prima balza detta delle Croste. Grossi lastroni rocciosi ci accom­pagnano dilato, mentre lo sguardo viene rivolto alle numerose cascatelle che su entrambi i versanti scaricano impetuose le loro acque nel torrente Poia. Superato il gradone ci si imbatte nel Rifùgio-Bar a qui manca mezz’ora alle scale dell’Adamé e un’ora al Rifugio Lissone. Fino alle Mal~he dei Morti e del Lincino ormai è tutta una passeggiata sull asfalto completamente al piano. Da là si può vedere tutta l’intera vallata con a Est il Corno di Grevo, a Sud il M. Campellio e il M. Zucchello che nascondono agli occhi il Lago d’Arno. In fondo alla vallata verso Ovest l’altro versante della Valle Camonica con i monti di Sellero e la Concarena. Per chi vuole prose~ire da qui non gli rimane che affrontare con impegno le Scale dell’Adamé che lo porteranno in meno di 1 ora al Rif. Lissone, base d’inizio della più lunga valle di quota esistente in Valle Camonica. Ci vuole voglia e tempo, ma I o spettacolo non manca. Per chi vuole invece un percorso alternativo, deve fermarsi alla Rasega, attra­versare un ponte in legno ed entrare nel bosco seguendo un sentiero segnalato che lo porta traversalmente alla malga Cam­pellio. Si prosegue diagonalmente a destra della malga tra lanci, ontani e rododendri raggiungendo la presa della condo~ forza­ta. Qui prendere a sinistra lungo un sentiero piane~ante, tra piccole gallerie e paravalanghe e si arriva in vista~ della diga artificiale del lago d’Arno. Da una parte il M. Fnisozzo, il M. Campellio; dall’altra il panorama è verso il Piz Olda e il Pian della Regina. Ai piedi le splendide immagini della Traversera e del Listino del Frisozzo che chiudono tutto attorno il lago. Il ritorno può essere fatto dalla stessa parte o più rapidamente puntando su Isola in direzione della condotta.

ATTIVITÀ ECONOMICHE ED ARCHITETTURA CONTADINA

Ormai solo nei pressi dell’abitato di Valle si pratica la fienagione perché oltre il paese la vegetazione arborea invade quasi tutto il pendio. La mancanza del sole per un lungo periodo della stagione invernale ha qui danneggiato, se non totalmente impedito, la presenza di colture. Solo tra la Rasega e Forame si rinvengono alcuni cascinali, per lo più ricostruiti nelle strutture essenziali e con tetti in lamiera. La maggior parte sono stati trasformati in residenze estive se non addirittura in ristori. Lungo la balza delle Croste si scorgono antiche architetture contadine con i tetti lamierati ma coperti di grossi ciotoli per contrastare la neve e il vento. Da qui in su si possono incontrare i primi greggi di capre e pecore che di solito hanno il loro stanziamento estivo nelle malghe del Lincino, dei Morti e della Foppa.

STRUTTURE ANTROPICHE

Per vedere qualcosa di interessante dal punto di vista architettonico bisogna abbandonare, a Valle, la strada principale ed addentrarsi nel centro storico dove le case hanno mantenuto in parte le loro antiche caratteristiche di centro medievale, dove la chiesetta della prima metà del ‘500 mostra un buon portale in granito ed alcune discrete opere lignee e pittoriche. Se si ha del tempo a disposizione si può visitare la centrale idroelettrica di Isola che è stata costruita senza creare grossi danni di impatto ambientale, per cui assomiglia più ad una serie di casette in stile montano che ad una foresta di tralicci come invece appaiono quasi sempre le centrali di fondovalle. Infine da segnalare, all’albergo-rifugio Stella Alpina quel museo vivente della guida alpina Alberto Bonomelli che ha conosciuto più lui la Val Adamé, con tutte le sue piante, i suoi fiori, i suoi animali di qualsiasi altro esperto che lassù è salito a visitare e studiare la sua valle. Poco oltre la balza esiste un’area attrezzata a pic-nic.

ASPETTO GEOLOGICO

Quest’area è stata scelta dagli studiosi specialisti come esempio di tipica valle glaciale. La difficoltà di accesso alla parte più alta, quella per intenderci oltre le Scale dell’Adamé, ha fatto sì che comunque sia rimasta pressoché intatta e naturale a differenza della limitrofa Val Salarno in cui la presenza antropica si è fatta notevolmente avvertire. La geologia della valle è rappresentata come in tutte le valli che partono dal gruppo dell’Adamello, nella parte alta, da granodioriti e tonaliti; più in basso da rocce sedimentarie, in specifico arenarie rosse, e metamorfiche, cioè scisti di Edolo. Interessanti sono le coperture moreniche visibili sul versante sinistro; queste a loro volta lasciano il posto sul fondovalle a detriti di falda posti ai piedi delle pareti rocciose. Sono questi detriti che tanto materiale hanno scaricato sugli abitati di Forame e Rasega nell’estate ‘87 provocando enormi danni a persone e strutture abitative. La valle si sviluppa regolare fino alle Scale dell’Adamé dove un ripido gradino di 500 metri porta alla parte inferiore della Vai Saviore. E questa la linea di demarcazione tra la formazione tonalitica e quella degli scisti di Edolo, separata da una striscia sottile di arenarie rosse metamorfosate che ben appare anche sulla carta geolitologica della zona. I fianchi si presentano particolar­mente ripidi con lunghi minacciosi canalini: portano a valle prima la neve, poi i detriti. Nei pressi delle mal ghe Lincino e Adamé sono visibili due piccoli argini morenici. Da notare infine le placche pulite e lisciate dai ghiacciai lungo la balza delle Croste:
l’azione di esarazione è qui assai nitida.

ASPETTO BOTANICO

Innanzitutto bisogna sottolineare che questa vallata si distingue per il gran numero di maggiociondoli che si possono rinvenire con la loro fioritura giallastra tra il verde delle conifere e delle latifoglie. Come già detto, la vegetazione arbo rea si estende fin quasi alfondovalle lasciando pochi spazi ai prati ed ai pascoli. Presente soprattutto l’abete rosso ma nella parte bassa numerosi sono gli ontani neri, noccioli, lanci e betulle. Qualche salice e qualche pino sono presenti anch’essi prima della Rasega. Sulla balza delle Croste i lanci prendono il sopravvento ma poi lasciano totalmente il passo nella piana superiore agli abeti. Inoltre sono da notare consorzi di ginepro, di rosa canina, qualche pino mugo e cembro. I rododendri sempre e ovunque. Le ultime formazioni arboree prima del lago d’Arno annoverano tra di esse un buon contingente di pino cembro mescolato tra gli ontani di monte. Il detrito di falda della Traversera, a Est del lago, ospita boscaglie di pino mugo. Nelle pozze che circondano il lago, formazioni torbigene a cariceti ed eriofoni.

ASPETTO FLORISTICO

Guardando i bordi della strada che da Valle si dirige alla Rasega si può notare, tra i residui prati ed il primo sottobosco, un’infinita quantità e qualità di fiori. Si comincia con il ranuncolo e poi, via via, la campanula, il silene, il trifoglio, la piccola ginestnina, il nontiscordardime, la viola biflora, il raponzolo, il geranio silvano, il botton d’oro e l’imperatoria. Sulla balza delle Croste non viene meno l’interesse per la bellissima asclepiade, i vari cardi, la felce, la viola, la valeriana, il cerastio, la veronica e la sempre più diffusa ajuga piramidalis. L’enica è sempre presente su tutti i muretti e fra i sassi, come d’altronde le stupende sassifraghe. In alto, nei pressi del Lago d’Arno, la stella alpina, il doronico, la parnassia palustre e alcune rare sassif raghe, messe sotto riserva e protezione integrale.

ASPETTO FAUNISTICO

Da Valle alla Rasega non è improbabile imbattersi nella lepre comune, oltre la Rasega, come pure nella conca dell’Arno, c’è invece la lepre bianca. Si contano un centinaio di capi di marmotte tra il Passo di Poia e il Passo di Campo. Oltre il M. Re di Castello, sul versante trentino, vi è l’attuale area distazionamento dell’orso bruno. Presenza occasionale di cervi è stata segnalata nei boschi tra Isola e Mezzo Clevo. Di passaggio nella parte alta anche il capniolo che preferisce la Vai Malga e la Vai Paghera di Ceto. Sconfinamenti occasionali dal Trentino avvengono in Vai Adamé anche per i camosci. Per l’avifauna si possono contare il francolino di monte, il gallo forceilo, il fagiano, la coturnice e la perùice bianca, quasi tutti sul versante sinistro del torrente Poia verso ed oltre il Lago d’Arno. In basso, ben visibile, il codirosso e il culbianco, oltre ai numerosi passeracei.

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Riporto quanto scritto nel pieghevole "CAI Cedegolo-Vallecamonica - Commissione sentieri di Vallecamonica" -

...a piedi alla scoperta della Valsaviore,
porta d’entrata ai tesori dell’Adamello


La Val Adamé è forse la più bella e la più caratteristica delle valli che circondano a raggiera il Monte Adamello.
Maestosa valle glaciale, si estende dalla sommità dell’imponente salto roccioso noto come le ‘scale’ dell’Adamé fino all’omonima Vedretta, la lingua più meridionale del Pian di Neve.
Percorsa interamen­te dal Torrente Poglia, sempeggiante tra le piane alluvionali che sì susseguono e che precipita in cristalline cascate lungo i gradi­ni glaciali che le separano, questa valle alpina racchiude in sè tutto il fascino e la magia delle grandi opere della natura: dal­l’imponente seraccata che troviamo alla testata della valle, alle cime rocciose che formano la catena delle Levade e la catena del Salarno; il sussegguirsi delle glaciazioni ha lasciato segni evi­denti, dalla caratteristica modellazione a “u” della valle, ai “coster” su cui poggiano i contrafforti delle sue vette, alle rocce montonate e ai massi erratici sparsi per la valle; il mondo dei fiori, nella breve stagione estiva, sfoggia alcuni tra i suoi più bei gioielli:

dai cespugli di rododendro (Rhododendron ferrugineum) che co­lorano la valle, alle numerosissime specie, a volte anche rare, che popolano le torbiere e praterie umide (Drosera rotundifolia, Epìlobìum nutans, Primula minima, Menyanthes trifoliata, Carex sp.)ancora le rosse cascate di Saxifraga oppositifolia ai bordi del ghiacciaio...

La Val Adamé è uno scrigno prezioso, un ambiente ancora intat­to, a cui bisogna avvicinarsi con rispetto, se vogliamo continua­re a godere dei suoi tesori.

Via d’accesso: da Valle di Saviore


Da Valle di Saviore sì raggiunge per strada asfaltata la località “La Rasega” da dove parte il sentiero CAI n. 15 che in circa 0,45 ore porta alla Malga Lincino (raggiungibile anche in automobi­le), e in altre 0,45 ore, perconendo le ‘Scale dell’Adamé’ al Rifugio Lissone, posto all’inizio della valle.

Principali mete (tempi di percorrenza calcolati con partenza dal Rifugio Lissone, 2020 m).

Attraversata della Val Adamé fino ai piedi della Vedretta dell’Adamé(2.350 m. circa), con il sentiero n° 1 e 29.
Ore:1,30 -
Difficoltà: percorso alpinistico d’alta quota, privo di particolari difficoltà
- Periodo: dalla primavera all’autunno, sci alpinismo in inverno (pericolo slavine).

Il sentiero, segnavia CAI n° 1, percorre il lato destro orografico della valle, risalendo dolcemente la vallata, costeggiando le nu­merose piane alluvionali e il torrente, immerso in uno stupendo ambiente alpino.
Poco dopo la partenza si incontra la Malga Adamé, tutt ‘ora utilizzata, di proprietà del Comune di Cedego­lo, dove durante l’estate ci si può approvvigionare di prodotti caseari.

A circa metà vallata troviamo la Baita Adamé, rifugio del CAI Cedegolo­-Vallecamonica (autogestito dal Gruppo di Cede­golo/Grevo, (uso su prenotazione).
Lo stesso sentiero ci porta poi fino al Cuel del Manzoler (grosso masso di frana), da dove, abbandonato il n° 1 si prosegue con il segnavia n° 29 fino al Pian della Vedretta, alla te­stata della valle.

- Passo Forcel Rosso (2.598 m) con il sen­tiero n° 24
- Dif­ficoltà: escursione d’alta quota, facile nella prima parte, più impegnativa nel canalone finale per il terreno franoso
- Periodo: estate.
Escursione breve, ma interessante per le risorse floristiche, ge­ologiche e paesaggistìche. Al passo e nei dintorni resti di trin­cee e altri reperti della Grande Guerra.
Dal passo è possibile raggiungere il Rif. Val di Fumo, con il sentiero SAT n° 222, in circa 2.30 ore.

- Corno di Grevo (2.869 m), per la ferrata dello spigolo Nord­Ovest
Ore:4.00
- Difficoltà: ferrata difficile, per esperti alpinisti
- Periodo:estate, autunno
Bellissitna via che si svolge lungo lo spigolo, aerea e molto spettacolare, ma da non sottovalutare. Il ritorno si effettua at­traverso il passo del Forcel Rosso.

- Porta di Buciaga (2.809 rn.), con il sentiero n° 1 e 36 Ore: 3,30
- Diffcoltà: poco difficile
Caratteristico sentiero di alta quota, con belle viste sulla Val Adamé, e la Val di Fumo, ricco di resti della Grande Guerra, Dal passo si può raggiungere il Rifugio Val di Fumo in 2,30 ore.

- Bocchetta delle Levade (2.880 m), con il sentiero n. 1 e 30
Ore: 3.30
- Difficoltà: impegnativo
- Periodo: estate, autunno.
Grande itinerario che percore tutta la Val Adamé, raggiunge il Bivacco Baroni per morene e ghiaioni, quindi il passo dopo aver attraversato un nevaio spesso ghiacciato. Bellissime viste su tutta la valle, la Vedretta dell’Adamé e la testata della Val di Fumo.

- Passo Salarno (3.168 m), con il sentiero n° 1 e 29
Ore:4.30
- Difficoltà: difficile, per alpinisti esperti, tratti attrezzati con catene
- Periodo: estate, autunno
È un itinerario molto interessante, per gli aspetti naturalistici, paesaggistici e alpinistici che presenta. E’ anche una frequenta­ta via per raggiungere l’Adamelio (ore 6.00 dal Rifugio Lissone).

- Passo Poia (2775 m), con il sentiero n° 1.
Ore:2,15
- Difficoltà: impegnativo
- Periodo: estate, autunno
Valico che collega la Val Adamé e la Vai Salarno.

Rifugi e Bivacchi

Baita Adamé (2140 m.)
Situata al centro della Val Adamé, di proprietà del Comune di Cedegolo, in affitto cinquantennale alla Sezione CAI Cedego­lo-Vallecamonica, che ne ha curato la ristrutturazione. Posta su due piani, dispone di 35 posti letto con sala da pranzo cucina e servizi, dispone di energia elettrica. Gestita autonomamente dal Gruppo di Cedegolo-Grevo, è utilizzabile su prenotazione.
Telefono Sezione CAI Cedegolo (20-22 giovedì): 0364630139
Telefono responsabili: Leone Romelli, 0364630105
- Tonino Albertelli, 036461484.
Baitello invernale 6 posti letto.

Rifugio CAI Lissone (2.020 m.)
Posto all’inizio della Val Adamé, di prorpietà del CAI Lissone, è un albergbetto alpino con 98 posti letto, locale invernale con 10 posti letto, gestito dalla Guida Alpina Domenico Ferri, aperto da luglio a metà settembre.
Telefono: 0364638296
Telefono gestore: 0364638292

Bivacco Ceco Baroni (2.800 m.)
Posto sul coster sinistro della valle, poco discosto dalla Bocchetta delle Levade, domina la Val Adamé e la Vedretta dell’Adamé. Dispone di 6 posti letto, acqua di fusione nelle vicinanze. Pro­prietà dell’ANA di Brescia, Sempre aperto.

Bivacco Giannantonj (3.168 m.)
Posto nei pressi del Passo Salarno, domina la Val Salarno e il Pian di Neve. Dispone di 6 posti letto, acqua di fusione nelle vicinanze.
Proprietà del CAI Sezione di Brescia.

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