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DESCRIZIONE La Valle Adamé è la principale e più estesa valle della Valsaviore.
Si trova in posizione intermedia rispetto alla conca d'Arno e alla Valle di Salarno.
E' percorsa dal torrente Poglia o Poja di Adamé; la denominazione deriva dal nome Adamello avendo
le sorgenti del torrente origine proprio alla base della parete Sud del monte Adamello. La valle di Adamè, in sponda sinistra orografica, dal monte Fumo fino alla cima d'Avolo, confina con la Val di Fumo, dove nasce il fiume Chiese, che si trova sul territorio della provincia di Trento e quindi fino al 1914 era confine di stato; fu quindi sede del fronte durante la grande guerra. Vi sono tuttora numerosissime testimonianze della presenza di fortificazioni, trincee, postazioni in particolare al passo della porta di cima Buciaga. |
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UTILIZZO IDROELETTRICO |
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L'utilizzo delle acque della valle Adamè per la produzione di energia elettrica risale ai primi anni del secolo scorso (XX), rientra nel progetto chiamato "Sistema del Poglia" messo in atto dalla società Generale Elettrica dell'Adamello che prevedeva di convogliare le acque nel lago d'Arno, per alimentare le centrali di Isola e di Cedegolo. Si racconta che all'inizio dei lavori, per le prime opere provvisionali, per il trasporto del cemento dalla Malga Lincino ad Adamé, si ricorreva normalmente al lavoro delle donne di Valle, abituate a portare il "zarlì" risultavano molto efficienti e venivano remunerate con un tanto per ogni viaggio di carico predefinito (circa 25 kg); e questo costituì per quell'estate una ricercata forma di integrazione del bilancio familiare poichè non distoglieva gli uomini dai lavori abituali.
Come in tutti i grandi lavori, purtroppo anche in questi, ci furono parecchie vittime; in particolare il 6 gennaio 1920 una valanga travolse il cantiere e provocò, tra Adamé e Campellio, ben 14 vittime. Attraverso una galleria di circa 6 km di lunghezza, le acque captate vengono convogliate nel lago d'Arno. Negli anni venti vennero convogliate in valle Adamè anche le acque della valle di Salarno, mediante una
galleria che attraversa la montagna spartiacque tra le due valli ed ha lo sbocco immediatamente a monte
della traversa di cui si è detto; attualmente è in servizio la galleria "diretta" che transita invece
immediatamente a valle della dighetta attraverso un ponte-canale che si trova dirimpetto alla traversa,
e che contiene anche le acque provenienti dalla centrale di Salarno e quindi anche dalla valle del
Baitone e del Miller. Adamé,fino alla seconda metà degli anni sessanta fu sede di un posto di guardiania delle società elettriche che si sono succedute nel tempo (società Adamello-SGEA-; società Cisalpina; società Edison, società Edisonvolta; Enel); memorabile fu la figura del guardiano "Marino" che per tanti anni rimase, estate ed inverno, in Adamé ed era famoso in loco sia per la sua ospitalità che come esperto cacciatore di camosci. Attualmente il fabbricato già sede della casa di guardia (ammodernato e parzialmente rifatto, anche a seguito di un incendio)costituisce il moderno rifugio Città di Lissone. |
N.B. approfitto di questa pagina per fare un appello al CAI Lissone;
ho vissuto con grande rammarico, anni fa, l'attribuzione del nome rifugio Lissone alla ex casa
di guardia di Adamé.
Avrei preferito che venisse chiamato "rifugio Adamé" e se si voleva esprimere il legame tra i cittadini
del CAI di Lissone
con la meravigliosa Valle Adamé, che si denominasse Sezione ADAME il CAI Lissone.
Per me questo fatto ha costituito un "esproprio" di nome che ha sapore di "conquistadores";
ancora adesso, ascolto con "disagio" quando sento dei conoscenti dire: "sono stato al Lissone" e personalmente
non uso questa espressione, ma io vado in Adamé (almeno tre o quattro volte all'anno).
Con queste affermazioni non vorrei comunque essere frainteso, non condivido le idee che, in questi ultimi anni,
purtroppo, si vanno diffondendo (non solo da noi) circa il concetto di "localismo" chiuso verso
l'esterno e/o il diverso.
Non ho nulla contro la città di Lissone, che peraltro non conosco, in me il nome
Lissone evoca la laboriosa (e prosaica)
Brianza e basta.
Comunque non è mai troppo tardi.....
Ho visto, ad esempio, che anche la ex casa "operai" di Baitone, ceduta anni fa dall'Enel al comune di Sonico
e trasformata, nel 1999 in rifugio, è stato denominato "rifugio Baitone" ed è stato apposto sul
fabbricato la scritta
un po' vistosa, ma tutto sommato "simpatica", visibile anche a distanza: "rifugio BAITONE 2281 m s.l.m.".
Chissà che in futuro non possa vedere qualcosa di simile anche in Adamé...
Valsaviore
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Escursioni in Valle Adamé
La Val Saviore offre al visitatore due possibilità di accedere al gruppo dell’Adamello. Da una parte la Val Salarno e dall’altra la Val Adamé. E di questa che ci si occupa nel nostro itinerario. Abbastanza diversa dalla “gemella”, molto meno esposta al sole e pertanto più ricca di vegetazione e meno di prati e coltivi. Più ariosa si fa l’area denominata delle Raseghe e del Forame, meta di turisti estivi e domenicali; oltre la balza la vegetazione torna ad essere fitta fino alle malghe che avvertono la chiusura ad anfiteatro della prima parte della valle. Ma oltre il gradone segnato dalle scale dell’Adamé si apre la più lunga valle di quota in terra camuna, la cui ultima meta è semplicemente il Pian di Neve. Per chi si ferma nella parte pianeggiante il gusto di annotarsi i fiori e gli alberi tra una miriade di cascatelle.
NOTIZIE UTILI ATTIVITÀ ECONOMICHE ED ARCHITETTURA CONTADINA Ormai solo nei pressi dell’abitato di Valle si pratica la fienagione perché oltre il paese la vegetazione arborea invade quasi tutto il pendio. La mancanza del sole per un lungo periodo della stagione invernale ha qui danneggiato, se non totalmente impedito, la presenza di colture. Solo tra la Rasega e Forame si rinvengono alcuni cascinali, per lo più ricostruiti nelle strutture essenziali e con tetti in lamiera. La maggior parte sono stati trasformati in residenze estive se non addirittura in ristori. Lungo la balza delle Croste si scorgono antiche architetture contadine con i tetti lamierati ma coperti di grossi ciotoli per contrastare la neve e il vento. Da qui in su si possono incontrare i primi greggi di capre e pecore che di solito hanno il loro stanziamento estivo nelle malghe del Lincino, dei Morti e della Foppa. STRUTTURE ANTROPICHE Per vedere qualcosa di interessante dal punto di vista architettonico bisogna abbandonare, a Valle, la strada principale ed addentrarsi nel centro storico dove le case hanno mantenuto in parte le loro antiche caratteristiche di centro medievale, dove la chiesetta della prima metà del ‘500 mostra un buon portale in granito ed alcune discrete opere lignee e pittoriche. Se si ha del tempo a disposizione si può visitare la centrale idroelettrica di Isola che è stata costruita senza creare grossi danni di impatto ambientale, per cui assomiglia più ad una serie di casette in stile montano che ad una foresta di tralicci come invece appaiono quasi sempre le centrali di fondovalle. Infine da segnalare, all’albergo-rifugio Stella Alpina quel museo vivente della guida alpina Alberto Bonomelli che ha conosciuto più lui la Val Adamé, con tutte le sue piante, i suoi fiori, i suoi animali di qualsiasi altro esperto che lassù è salito a visitare e studiare la sua valle. Poco oltre la balza esiste un’area attrezzata a pic-nic. ASPETTO GEOLOGICO
Quest’area è stata scelta dagli studiosi specialisti come esempio di tipica valle glaciale.
La difficoltà di accesso alla parte più alta, quella per intenderci oltre le Scale
dell’Adamé, ha fatto sì che comunque sia rimasta pressoché intatta e naturale a
differenza della limitrofa Val Salarno in cui la presenza antropica si è fatta
notevolmente avvertire. La geologia della valle è rappresentata come in tutte
le valli che partono dal gruppo dell’Adamello, nella parte alta, da granodioriti
e tonaliti; più in basso da rocce sedimentarie, in specifico arenarie rosse, e
metamorfiche, cioè scisti di Edolo. Interessanti sono le coperture moreniche
visibili sul versante sinistro; queste a loro volta lasciano il posto sul
fondovalle a detriti di falda posti ai piedi delle pareti rocciose. Sono questi
detriti che tanto materiale hanno scaricato sugli abitati di Forame e Rasega
nell’estate ‘87 provocando enormi danni a persone e strutture abitative. La
valle si sviluppa regolare fino alle Scale dell’Adamé dove un ripido gradino di
500 metri porta alla parte inferiore della Vai Saviore. E questa la linea di
demarcazione tra la formazione tonalitica e quella degli scisti di Edolo,
separata da una striscia sottile di arenarie rosse metamorfosate che ben appare
anche sulla carta geolitologica della zona. I fianchi si presentano particolarmente
ripidi con lunghi minacciosi canalini: portano a valle prima la neve, poi i
detriti. Nei pressi delle mal ghe Lincino e Adamé sono visibili due piccoli
argini morenici. Da notare infine le placche pulite e lisciate dai ghiacciai
lungo la balza delle Croste: ASPETTO BOTANICO Innanzitutto bisogna sottolineare che questa vallata si distingue per il gran numero di maggiociondoli che si possono rinvenire con la loro fioritura giallastra tra il verde delle conifere e delle latifoglie. Come già detto, la vegetazione arbo rea si estende fin quasi alfondovalle lasciando pochi spazi ai prati ed ai pascoli. Presente soprattutto l’abete rosso ma nella parte bassa numerosi sono gli ontani neri, noccioli, lanci e betulle. Qualche salice e qualche pino sono presenti anch’essi prima della Rasega. Sulla balza delle Croste i lanci prendono il sopravvento ma poi lasciano totalmente il passo nella piana superiore agli abeti. Inoltre sono da notare consorzi di ginepro, di rosa canina, qualche pino mugo e cembro. I rododendri sempre e ovunque. Le ultime formazioni arboree prima del lago d’Arno annoverano tra di esse un buon contingente di pino cembro mescolato tra gli ontani di monte. Il detrito di falda della Traversera, a Est del lago, ospita boscaglie di pino mugo. Nelle pozze che circondano il lago, formazioni torbigene a cariceti ed eriofoni. ASPETTO FLORISTICO Guardando i bordi della strada che da Valle si dirige alla Rasega si può notare, tra i residui prati ed il primo sottobosco, un’infinita quantità e qualità di fiori. Si comincia con il ranuncolo e poi, via via, la campanula, il silene, il trifoglio, la piccola ginestnina, il nontiscordardime, la viola biflora, il raponzolo, il geranio silvano, il botton d’oro e l’imperatoria. Sulla balza delle Croste non viene meno l’interesse per la bellissima asclepiade, i vari cardi, la felce, la viola, la valeriana, il cerastio, la veronica e la sempre più diffusa ajuga piramidalis. L’enica è sempre presente su tutti i muretti e fra i sassi, come d’altronde le stupende sassifraghe. In alto, nei pressi del Lago d’Arno, la stella alpina, il doronico, la parnassia palustre e alcune rare sassif raghe, messe sotto riserva e protezione integrale. ASPETTO FAUNISTICO Da Valle alla Rasega non è improbabile imbattersi nella lepre comune, oltre la Rasega, come pure nella conca dell’Arno, c’è invece la lepre bianca. Si contano un centinaio di capi di marmotte tra il Passo di Poia e il Passo di Campo. Oltre il M. Re di Castello, sul versante trentino, vi è l’attuale area distazionamento dell’orso bruno. Presenza occasionale di cervi è stata segnalata nei boschi tra Isola e Mezzo Clevo. Di passaggio nella parte alta anche il capniolo che preferisce la Vai Malga e la Vai Paghera di Ceto. Sconfinamenti occasionali dal Trentino avvengono in Vai Adamé anche per i camosci. Per l’avifauna si possono contare il francolino di monte, il gallo forceilo, il fagiano, la coturnice e la perùice bianca, quasi tutti sul versante sinistro del torrente Poia verso ed oltre il Lago d’Arno. In basso, ben visibile, il codirosso e il culbianco, oltre ai numerosi passeracei. |
Riporto quanto scritto nel pieghevole "CAI Cedegolo-Vallecamonica - Commissione sentieri di Vallecamonica" - ...a piedi alla scoperta della Valsaviore,porta d’entrata ai tesori dell’Adamello La Val Adamé è forse la più bella e la più caratteristica delle valli che circondano a
raggiera il Monte Adamello. Via d’accesso: da Valle di Saviore Da Valle di Saviore sì raggiunge per strada asfaltata la località “La Rasega” da dove
parte il sentiero CAI n. 15 che in circa 0,45 ore porta alla Malga Lincino
(raggiungibile anche in automobile), e in altre 0,45 ore, perconendo le ‘Scale
dell’Adamé’ al Rifugio Lissone, posto all’inizio della valle. |