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Prove bibliche

Il fuoco, simbolo biblico di purificazione


La dottrina dell'Inferno si basa essenzialmente su un'altra dottrina che all'inizio non apparteneva assolutamente alla Chiesa Cristiana: quella dell'immortalità dell'anima. Vi hanno mai detto che in tutta la Bibbia, che è un libro lunghissimo, composto a sua volta da 66 libri, le parole "anima" e "spirito" sono nominate complessivamente più di 1.600 volte, ma mai esse sono associate a un'idea di immortalità e di indistruttibilità? La cosa può sembrare ai vostri occhi assolutamente CLAMOROSA, specialmente poi se avete ricevuto un'educazione cattolica una delle prime cose che vi insegnano a catechismo è il dogma dell'immortalità dell'anima. In realtà, nella Bibbia l'anima ha vari significati: "essere vivente", "persona", "vita", "esistenza", e anche "animo", "parte affettiva". Ergo, come risulta ben comprensibile, queste varie parole si possono raggruppare in due significati essenziali: l'anima è l'uomo stesso, cioè "noi siamo anime"! E non "noi abbiamo un'anima"!

Dante alle porte degli Inferi
Inferno: Dante e le tre fiere (Canto I)
Inoltre, l'anima in senso biblico rappresenta i nostri affetti, il nostro animo, la nostra sensibilità: ma anche in questo caso non si può certo definire come un qualcosa che è staccabile dal corpo!!! Anzi, fa parte della nostra vera essenza di persone razionali e consapevoli. Analogamente, in tutta la Bibbia (eccetto in un caso particolare, ossia la parabola del ricco e Lazzaro, presente in Luca 16: 19,31, che sarà esaminata in seguito) non si parla di un luogo di sofferenze eterne per i malvagi, bensì viene citato numerosissime volte il giudizio finale, che si concluderà con la vita eterna per i credenti e la distruzione eterna per gli empi. Ecco qui alcuni passi biblici che provano ciò:

"... il Signor Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio e di coloro che non ubbidiscono al Vangelo del nostro Signor Gesù. I quali saranno puniti di eterna distruzione..." (Tessalonicesi 1: 7,8). Si noti che Paolo parla di "eterna distruzione" e non di eterna sofferenza
"... il salario del peccato è la morte..." (Romani 6:23), e non l'Inferno, altrimenti Paolo 'avrebbe detto chiaramente!
"... l'anima che pecca sarà quella che morrà" (Ezechiele 18:4). Si noti che Paolo, vissuto molti decenni dopo il profeta Ezechiele, dice esattamente la stessa cosa; in più, si noti che qui anima vuol dire proprio "persona", "uomo", "essere vivente".
La credenza dell'Inferno si è sviluppata anche di pari passo con la errata interpretazione e traduzione di certe parole; due sono i termini in questione: "Scheol" (in ebraico, "soggiorno dei defunti", "sepolcro") e "Ades" (in greco, "tomba", "luogo invisibile"). Entrambi i termini designano la stessa cosa, ossia il ritorno alla polvere dell'essere umano. Mai però, eccetto il caso della succitata parabola del ricco e Lazzaro, vengono identificati in luoghi di infinito ed eterno dolore e di nessuna speranza, bensì di morte, di dissoluzione corporea, di sonno mortale, di privazione della vita, ecc. Sentite un po' cosa dice Salomone sul soggiorno dei morti:
"I vivi sanno che morranno, ma i morti non sanno più nulla; non c'è più mercede per loro; anche il loro ricordo è dimenticato. Tutto quello che ti occorre fare, fallo mentre sei in vita, perchè nello Scheol dove te ne vai non c'è più attività, nè pensiero, nè conoscenza, nè sapienza" (Eccl. 9: 5,10).
Che ne dite? Più chiaro di così... Gesù non ha certo rigettato e negato queste parole durante il suo ministero!!! Ma se i morti sono in uno stato di completa incoscienza, com'è possibile che soffrano? E di contro, com'è possibile che le cosiddette anime beate preghino e intercedano per noi, visto che per loro non c'è nè pensiero e nè conoscenza?
"... nella morte non vi è memoria di te (cioè Dio): chi ti celebrerà nel sepolcro?" (Salmo 6:5). "Operi tu (Dio) prodigi per i morti? Sorgeranno gli estinti a darti lode? Si parla del tuo amore nel sepolcro, o della tua fedeltà nelle tombe?" (Salmo 88: 11,12)
"Non i morti ti lodano, o Signore, nè chiunque è sceso nel silenzio, ma noi loderemo il Signore..." (Salmo 115: 17,18). Chiaro, no? Coloro che sono defunti non possono nè parlare, nè pensare, nè pregare, nè agire, e nemmeno godere o soffrire: sono in uno stato di completa incoscienza.
Addirittura, si parla di uguaglianza dell'uomo di fronte agli animali dopo la morte: sempre in Ecclesiaste 3:19,20, il saggio Salomone dice che "... la sorte degli uomini e quella degli animali è la stessa: come muoiono i primi, muoiono anche i secondi, e il soffio vitale è uno per tutti e la superiorità dell'uomo sulla bestia è nulla... Entrambi finiscono nel medesimo luogo; tutti e due sono usciti dalla polvere e nella polvere ritornano". Come sarebbe possibile questa uguaglianza se l'anima fosse immortale? E' evidente che sorgerebbe una contraddizione palese con il testo biblico.
La parola
chiave per fugare gli ultimi dubbi è appunto "immortalità". In tutta la Bibbia, questo termine è riferito esclusivamente a Dio, eccetto che in passo (I Corinti 15: 53,54) in cui l'apostolo Paolo, riferendosi alla resurrezione, dice: "... è necessario che questo corpo corruttibile si rivesta d'immortalità. E quando questo corpo corruttibile avrà rivestito l'incorruzione e questo corpo mortale avrà rivestito l'immortalità, allora avrà compimento la parola che fu scritta...". Si noti come nel testo non si parli assolutamente di anima immortale, ma di corpo!!! Quindi, secondo la Bibbia, alla fine dei tempi, con il ritorno di Cristo, i credenti come premio avranno l'immortalità, ma non dell'anima in quanto elemento staccato dal corpo!!!
Il testo di Apocalisse 21:4, 8 è straordinariamente chiaro riguardo alla sorte dei giusti e a quella dei malvagi: "E (Dio) asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro (cioè dei redenti), e la morte non esisterà più; nè vi saranno più cordoglio, nè grido, nè dolore, poichè le cose di prima sono passate... Ma quanto ai codardi, agli increduli, agli abominevoli, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e zolfo, che è la morte seconda".
Si notino tre cose: 1) si annuncia un tempo senza dolore e sofferenza. Strano questo se davvero esistesse un inferno eterno, no? Sarebbe una palese contraddizione, in quanto contemporaneamente ai beati ci sarebbero i loro familiari e amici a soffrire per sempre; 2) lo stagno di fuoco e zolfo. Qui urge una precisazione: nella Bibbia il fuoco non è simbolo di sofferenza inflitta ed eterna, ma di purificazione, di distruzione del male e di chi lo fa. Infatti, sempre nell'Apocalisse, al cap. 20, vers. 13-15, la Bibbia recita così: "E il mare rese i morti che erano in esso; e la morte e l'Ades resero i loro morti, ed essi (i morti) furono giudicati, ciascuno secondo le proprie opere. E la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco". Notare bene la frase sottolineata: "la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco". L'Ades è il soggiorno dei defunti, il sepolcro; lo stagno di fuoco è il simbolo di eliminazione del male. In parole povere, la frase vuol dire: la morte e i suoi effetti (l'Ades) saranno totalmente e per sempre eliminati, assieme agli empi e gli impenitenti.

 

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