Purtroppo
quando a scuola noi impariamo la storia, non ce la insegnano
tutta: eppure essa ci viene in grande aiuto per confutare in modo
decisivo e inequivocabile la credenza dell'Inferno.
Nell'ora di religione che tutti più o meno abbiamo frequentato (con
non molta voglia e attenzione, per la verità...) si dicono tante
belle e giuste cose, ma si trascurano e si ignorano due argomenti
molto importanti: la storia del Giudaismo e quella del
Cristianesimo. Per onor di verità, è bene sapere che la
dottrina dell'anima incorporea e inconsistente è completamente
estranea alla cultura ebraica, ancora oggi! Gli Ebrei (i nostri
"fratelli maggiori", è bene ricordarlo) non hanno mai
creduto all'immortalità dell'anima, proprio perchè idea pagana
e completamente avulsa dal messaggio biblico. Infatti, essi
disprezzavano anche per questo i culti delle nazioni pagane,
poichè non solo esse si dedicavano a riti strani e addirittura
cruenti, ma anche perchè in tutte queste nazioni si credeva
all'immortalità dell'anima. Insomma, Egizi o Babilonesi, Greci o
Romani che fossero, su questa credenza tutti si trovavano
d'accordo: anzi, quasi tutti: mancavano gli Israeliti...
Analogamente, gli Ebrei non hanno mai creduto all'esistenza di un
Inferno eterno per i dannati, poichè essi conoscevano benissimo
la sorte riservata ai malvagi, ossia l'eterna distruzione, la
scomparsa per sempre. Anche oggi gli Ebrei non credono
all'immortalità dell'anima, proprio perchè per essi vale ancora
l'identità ANIMA=UOMO, e non, cattolicamente parlando, ANIMA=PARTE
INCORPOREA E INVISIBILE DELL'UOMO.
Anche la Chiesa Cristiana dei primi 2-3 secoli dopo Cristo è
rimasta fedele all'insegnamento del Signore: ci sono le prove
anche di questo. Sentite un po' cosa diceva il martire Giustino,
vissuto a cavallo fra il 2° e il 3° secolo d.C. e proclamato
santo dalla Chiesa Cattolica: "Se avete conosciuto persone
che si proclamano cristiani e che negano la resurrezione dei
morti, sostenendo invece che dopo la morte la loro anima sarà
accolta in cielo, allora non considerateli cristiani!". E'
un'affermazione che non lascia spazio al minimo dubbio. Essa ci
dimostra anche che c'erano varie infiltrazioni pagane all'interno
della Chiesa, tra cui anche quella dell'immortalità dell'anima.
Giustino volle quindi mettere in guardia i fedeli da questa
credenza pagana ma assolutamente anticristiana. Del resto, anche
Paolo di Tarso aveva già lanciato l'allarme: "... la loro
parola rode come cancrena. Tra questi vi sono Imeneo e Fileto, i
quali si sono allontanati dalla verità, dicendo che la
resurrezione è già avvenuta, e pervertendo in tal modo la fede
di alcuni" (2 Timoteo 2: 17,18). E' evidente che qui Paolo
non si riferisce di certo alla resurrezione del Cristo, che mai
avrebbe negato! Infatti, il riferimento alle credenze paane
sull'immortalità dell'anima è chiarissimo. D'altronde, egli
parlava proprio di due greci, i quali stavano appunto tentando
un'operazione assai pericolosa: quella di trasportare nella
Chiesa elementi del loro patrimonio di cultura e religiosità
pagane. E infatti, questo fu ciò che si verificò in seguito.
Con l'andar del tempo il Cristianesimo prese sempre più campo nell'Impero: nonostante le feroci persecuzioni delle autorità romane, il numero dei pagani che si convertivano salì progressivamente. Purtroppo però aumentò anche l'influenza delle false credenze pagane nella Chiesa, anche perchè molti filosofi e esegeti pagani aderirono al Cristianesimo portando con sè il tutto loro bagaglio culturale. Quattro di loro dettero una grande spinta alla diffusione delle credenze dell'Inferno e dell'anima immortale: Tertulliano (circa 160- 220 d.C.), Clemente d'Alessandria (circa 150-215 d.C.), Origene (circa 185-254 d.C.) e Agostino di Ippona (354-430). | Sant'Agostino d'Ippona |
Tertulliano
fu infatti il primo a incorporare nel suo edificio dottrinale il
purgatorio, l'inferno con le pene eterne e le preghiere per i
defunti, mentre Clemente d'Alessandria rifiutava la tesi delle
pene eterne, sostenendo invece la dottrina biblica
dell'annientamento delle anime empie, contraddicendosi però
clamorosamente in quanto assertore dell'immortalità dell'anima.
Origene, suo discepolo, ne fu profondamente influenzato: egli
parlò addirittura di una preesistenza dell'anima, non solo della
sua immortalità: è uno dei primi a elaborare la dottrina del
Purgatorio. Alla fine fu considerato eretico, ma la cosa buffa è
che molte sue dottrine ebbero una grande influenza sul
Cattolicesimo. Infine arrivò Agostino di Ippona, il quale, prima
di convertirsi al Cristianesimo, scrisse un libro sull'immortalità
dell'anima. Convertitosi, non cambiò certo opinione in merito,
anzi la sua influenza fu talmente grande che tuttora si può ben
dire che la Chiesa Cattolica ha una matrice "agostiniana"...
Eppure, anche all'epoca di Origene alcuni continuarono a
sostenere le vere dottrine: lo scrittore cristiano Lattanzio
Firmiano, in origine pagano, vissuto tra il 250 e il 324 circa,
in assoluta sintonia con le affermazioni di Giustino Martire
continuò a mettere in guardia i cristiani dalla tesi
dell'immortalità dell'anima. Ciò indica anche uno scontro tra
due concezioni nei primi secoli della Chiesa: va da sè però che
la credenza pagana soppiantò (non subito, ma gradualmente)
quella biblica.
A questo punto, molti di voi potranno chiedersi: ma dove è
saltata fuori l'idea dell'Inferno così concepito? La spiegazione
è più semplice di quanto non crediate. In fondo, la parola
"inferno" significa solo "luogo situato sottoterra",
dove purtroppo tutti noi dobbiamo finire un giorno. Il problema
infatti non sono le parole, ma il senso che a loro si attribuisce:
prova ne è che l'originario significato di Inferno è totalmente
dimenticato, a scapito di quello prepotentemente dominanante:
ossia il Tartaro pagano.
Che cosa è il Tartaro? Nient'altro che una costruzione
filosofica greca. Platone nel suo "Fedone" (libro
LXII) afferma che le anime possono avere quattro tipologie di
destini: i "buoni" vanno in una sorta di paradiso; i
"mediocri" vanno in un luogo di espiazione da cui
usciranno dopo un certo tempo; i "cattivi" e i "cattivissimi"
vanno nel Tartaro, dove però solo i secondi soffriranno
eternamente per le loro colpe, mentre i primi ne potranno uscire
ottenendo il perdono delle persone offese. Noterete subito che la
somiglianza con le credenze di molte chiese cristiane è
impressionante! C'è l'idea del Paradiso, dell'Inferno e perfino
del Purgatorio: tutto questo è provato e appurato, più chiaro
di così...
La dottrina dell'Inferno (la quale fu dichiarata dogma cattolico
solo molto più in là, è bene chiarirlo subito) è tanto
fuorviante quanto illogica, ma una volta accettata diviene
giocoforza logico servirsene. Secondo voi, in che modo è più
facile convertire un pagano incolto e sprovveduto? Cercare di
convincerlo che Dio è amore e giustizia, oppure persuaderlo con
le minacce delle fiamme eterne? Va da sè, purtroppo, che la
seconda strada è molto più semplice: si fa meno fatica e sì è
più convincenti; come si suol dire, "la paura fa novanta"...
E così, è facile immaginarsi che fra i vari predicatori e
missionari che vagarono per l'Europa, molti ricorsero a questo
metodo aberrante per convertire sempre più anime al Cristianesimo. Ma la
domanda che automaticamente molti si porranno è questa: furono
davvero tutte sincere conversioni? Fu veramente il convincimento
di una giusta scelta o non fu invece la paura di un'eterna
punizione? Beh, visto il corso della storia, molta gente ha seri
dubbi in proposito...
Inizio Inferno Lo sapevate che...?
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