Giustino Martire nacque a
Flavia Neapolis (Grecia) intorno al 100 d.C. e visse durante
l'impero di Marco Aurelio. Di origini pagane, ricevette una formazione
filosofica di natura stoica e platonica; più tardi si convertì
al Cristianesimo, di cui sposò la causa con le due "Apologie",
divenute poi celebri poichè furono indirizzate agli imperatori
romani Antonino, Lucio Vero e Marco Aurelio per difendere i
cristiani dall'accusa di essere atei e ostili allo Stato romano.
L'altra opera che ci interessa più da vicino è il "Dialogo
con il giudeo Trifone", che in pratica è la storia
della sua conversione e la difesa del Cristianesimo dalle
calunnie degli Ebrei. Morì martirizzato a Roma nel 165, e la
Chiesa Cattolica ne celebra la festa il 1° Giugno.
Fin qui, nulla di particolarmente rilevante, a parte i suoi
appelli a Marco Aurelio e agli altri imperatori: sembra la figura
di un santo qualsiasi (sempreché un santo possa essere
considerato una persona qualunque), ricordato da pochi e a cui
pochi fanno caso. Ma non è proprio così, almeno per l'argomento
che ci riguarda.
Nel Capitolo LXXX del "Dialogo con il giudeo
Trifone", Giustino esprime il seguente
ammonimento:
"Se
avete conosciuto persone che dicono di essere cristiani e che
negano la resurrezione dei morti, sostenendo invece che la loro
anima verrà accolta in cielo subito dopo la morte, ALLORA
NON CONSIDERATELI CRISTIANI".
E' un'affermazione
categorica e perentoria che non lascia adito a dubbi e
ripensamenti: QUESTO ERA L'INSEGNAMENTO DELLA CHIESA ALL'EPOCA DI
GIUSTINO. Egli afferma senza mezze misure e giri di parole che
chiunque creda che ci sarà un giudizio immediato e individuale
post mortem si sbaglia di grosso, ma non solo: TUTTI COLORO CHE
SEGUONO QUESTE CREDENZE SONO INELUTTABILEMENTE FUORI DALLA
CHIESA, cioè non sono cristiani.
Nonostante la sua formazione filosofico-pagana, Giustino aveva le
idee molto chiare in merito e non mischiava certo il paganesimo
con la Bibbia. Ma a questo punto sorgono dubbi e contraddizioni
difficilmente trascurabili: infatti, Giustino fu proclamato santo
dalla Chiesa Cattolica. La stessa Chiesa Cattolica però professa
il dogma dell'immortalità dell'anima con tutto ciò che ne
consegue (Paradiso, Inferno, giudizio individuale e immediato,
ecc.) e sostiene che coloro che rifiutano il dogma dell'anima
immortale sono fuori dalla Chiesa e dalla grazia di Dio. E
allora? Chi ha ragione? Chi è davvero cristiano e chi non lo è?
Giustino o la Chiesa Cattolica? Perchè se lo è il primo non lo
è la seconda e viceversa; comunque sia, non possono esserlo
ambedue contemporaneamente! E ancora: Se Giustino è in errore (quindi
eretico e non cristiano), allora perchè si trova sui
calendarietti e sugli almanacchi dei santi e beati? Sarebbe bene che qualcuno (del
Vaticano e dintorni) desse delle spiegazioni assai convincenti...