1919-1928
Motore monocilindrico orizzontale a quattro tempi di 500 cc, testata a 4 valvole e albero di distribuzione in testa, alesaggio 88 mm, corsa 82 mm… Carlo Guzzi ha appena costruito con l'aiuto di un fabbro, Giorgio Ripamonti, la sua prima motocicletta. E' il 1919, e la moto viene presentata ad Emanuele Vittorio Parodi, armatore genovese che, dopo un primo prestito di duemila lire, accorda un finanziamento per la costituzione di un'azienda per la fabbricazione di motociclette. Carlo Guzzi, geniale tecnico e progettista, e l'amico Giorgio Parodi, figlio di Emanuele, fondano il 15 marzo 1921 a Mandello del Lario, sulla riva orientale del lago di Como, la "Società Anonima Moto Guzzi". Nasce così uno dei più prestigiosi marchi motociclistici del mondo. Carlo Guzzi e Giorgio Parodi si sono conosciuti qualche anno prima in aviazione e, insieme al pilota di moto Giovanni Ravelli, nutrono una fortissima passione per le due ruote. Rispetto a quasi tutti gli altri costruttori, in quegli anni costantemente tesi alla ricerca delle prestazioni, la motocicletta che Carlo Guzzi ha in mente è razionale ed essenziale in tutte le sue componenti, deve garantire innanzitutto funzionalità e affidabilità, a cominciare da quel primo prototipo, così diverso dalle altre moto per la conformazione del motore e per la struttura molto bassa del telaio. Una filosofia che ha sempre accompagnato i prodotti Guzzi in 80 anni di vita.
Sulla prima moto compare la scritta G.P. (Guzzi-Parodi), ma per evitare confusione con le iniziali di Giorgio Parodi, i modelli successivi verranno siglati Moto Guzzi. L'aquila del logo viene aggiunta in omaggio a Giovanni Ravelli, scomparso prematuramente in un incidente aereo. Carlo Guzzi, per far conoscere il nuovo marchio, decide di debuttare subito nelle corse iscrivendo il 28 maggio 1921, al raid Milano-Napoli, le uniche due moto fino ad allora costruite che ottengono un ventesimo ed un ventiduesimo posto. Ma occorrono solo quattro mesi per vedere la Guzzi di Gino Finzi giungere clamorosamente prima al traguardo della famosa Targa Florio. E' l'inizio di una straordinaria serie di 3.329 successi, 11 Tourist Trophy e 14 Titoli mondiali che dal 1921 al 1957 accompagnano l'impegno sportivo della Casa di Mandello. L'esperienza nelle corse si riflette nella produzione di serie sia in termini qualitativi, nell'adozione di soluzioni tecniche d'avanguardia, che in termini quantitativi, grazie ai grandi successi che accrescono la notorietà del marchio tra il pubblico. Alla serie Sport, inaugurata nel 1923, e che riscuote un grandissimo successo specie con il modello Sport 15, segue nel 1928 l'uscita della GT, la prima Moto Guzzi con telaio elastico, innovazione prima criticata poi adottata da tutti i costruttori del mondo.
1934-1946
La crescita dell'azienda è repentina. Nel 1934, a soli 13 anni dalla nascita, i 17 dipendenti dello stabilimento Guzzi a Mandello sono diventati 700.
E' di un anno prima il debutto della famosa Guzzi 500 bicilindrica che, dal 1933 al 1951, dominerà incontrastata i circuiti mondiali con il suo originalissimo propulsore a V di 120°.
La definitiva consacrazione internazionale in campo sportivo giunge nel 1935 sul circuito dell'Isola di Man con le vittorie al Tourist Trophy delle Guzzi 250 e 500 bicilindrica, entrambe con telaio elastico. Per la prima volta nella storia una moto non inglese vince la gara allora più importante del mondo e la Moto Guzzi entra nel mito insieme a straordinari protagonisti delle corse di quegli anni, come Tenni, Woods, e, più tardi, Ruffo, Lorenzetti, Anderson e Lomas, solo per ricordare alcuni dei piloti ufficiali della Casa di Mandello. Negli anni Trenta, i due nuovi modelli presentati al pubblico sono la P 175 e la P 250, dalla quale derivano le versioni P.E., P.L., Egretta, Ardetta, fino a giungere, nel 1939, al celebre Airone 250, che costituirà per quasi 15 anni, la moto di media cilindrata più diffusa in Italia. Per i piloti privati vengono approntati modelli sportivi come il Dondolino, il Gambalunga e il Condor.
Trascorsi gli anni della guerra, il mercato della motocicletta appare profondamente mutato.
In un paese fortemente segnato dalle vicende belliche, in cui le strade sono quasi tutte accidentate e l'automobile è un mezzo alla portata di pochissimi, le due ruote diventano determinanti nella mobilità degli italiani, grazie anche ai progressi della tecnica che consentono di approntare moto di piccola cilindrata molto efficienti.
Gli italiani del dopoguerra viaggiano sugli scooter e sulle cosiddette "motoleggere" che attirano un pubblico molto più vasto rispetto alle sorelle di cilindrata maggiore perché, pur raggiungendo una buona velocità, sono robuste, sporcano poco e si lasciano guidare con facilità e maneggevolezza.
1946-1967
Queste ultime sono proprio le caratteristiche principali del Guzzino 65 cc che la Moto Guzzi presenta nel 1946. Ideato da Antonio Micucci, e ribattezzato Cardellino negli anni Cinquanta, il Guzzino sarà per più di un decennio la motoleggera più venduta in Italia e in Europa, tanto che al primo raduno, organizzato nel 1949 a soli tre anni dalla prima uscita, partecipano 14 mila persone. Il successo senza precedenti del Guzzino apre la strada alla produzione di altre moto di piccola cilindrata, dal Galletto, originalissimo ibrido fra scooter e motocicletta, allo Zigolo, motoleggera di 98 cc, alla Lodola 175 cc, l'ultimo progetto firmato da Carlo Guzzi nel 1956. Nelle cilindrate maggiori la ormai vecchia GTV 500, poi Astore, viene sostituita, nel 1950, dal Falcone 500, la moto che ha rappresentato l'oggetto del desiderio per gran parte dei motociclisti degli anni Cinquanta. Nel 1949 si svolge la prima edizione dei Campionati mondiali di motociclismo e la Moto Guzzi, che correrà fino al 1957, sarà capace in questo decennio di stupire tutti gli appassionati con una serie impressionante di vittorie realizzando, quasi senza soluzione di continuità, progetti e macchine innovative sempre vincenti.
La squadra corse vede ora lavorare accanto a Carlo Guzzi, tecnici di altissimo calibro come Umberto Todero ed Enrico Cantoni e un progettista divenuto leggendario: Giulio Cesare Carcano. Giunto alla Moto Guzzi nel 1936, a lui si deve la realizzazione della sensazionale Guzzi 500 Otto Cilindri. Considerata da molti la più straordinaria macchina a due ruote di sempre, la Guzzi Otto Cilindri con il suo motore a V di 90°, presenta il frazionamento della cilindrata più spinto che sia mai stato realizzato, e dimostra il grandissimo livello tecnico raggiunto nel reparto progettazione degli stabilimenti di Mandello. Già nel 1955 nella sua prima uscita ufficiale durante le prove del Gran Premio del Belgio, la Otto Cilindri, lascia intravedere grandissime potenzialità e l'anno seguente, con i suoi 72 CV di potenza e 275 kmh di velocità, viene messa ufficialmente in pista dove ottiene i primi successi. Il ritiro dalle corse deciso di comune accordo tra i produttori italiani nel 1957 impedisce l'ulteriore sviluppo di questa moto spettacolare.
1967-2003
Gli anni Sessanta portano cambiamenti importanti nell'azienda. Con la scomparsa prima nel 1955 di Giorgio Parodi e poi, nel 1964, di Carlo Guzzi, e in concomitanza della pesante crisi che in quegli anni colpisce il settore motociclistico, la Moto Guzzi viene rilevata dalla SEIMM. Sono anni durante i quali l'azienda punta sulla motorizzazione leggera con i ciclomotori Dingo e Trotter, molto richiesti dai giovanissimi, e sullo sviluppo di un nuovo motore bicilindrico a V di 90° progettato da Carcano che diventerà il simbolo della Moto Guzzi fino ai giorni nostri. La Guzzi V7, presentata nel 1967, è la prima a montare il bicilindrico a V di Carcano con cilindrata 703 cc. Il successo è notevole e dopo la V7 Special con motore da 750 cc, viene presentata, nel 1971, la mitica V7 Sport, una moto che per l'eleganza della forma e l'eccezionale stabilità ottiene un successo straordinario. Per il mercato americano sono invece allestite le versioni Special, California e Ambassador. Passata nel 1973 nel gruppo De Tomaso inc, la Moto Guzzi inizia la realizzazione di una serie di motori a 4 cilindri che raggiunge il suo apice nella Guzzi 254, per poi riconcentrare la produzione intorno allo sviluppo del motore bicilindrico a V, sempre molto apprezzato dal pubblico che ne riconosce il carattere distintivo della Casa di Mandello.
Telaio e motore tipo Sport vengono adottati progressivamente su tutte le successive versioni della V7, giungendo, poi, nel 1977 ad adattarlo a cilindrate più piccole come nelle Guzzi V35 e V50, due modelli da cui si sviluppa poi la gamma Guzzi degli anni Ottanta, particolarmente accurata nel design dei veicoli. Le moto degli anni Novanta, dalla serie California, alla Nevada, alla V11 Sport, ritornano più radicalmente allo spirito Guzzi, presentando recentemente la nuovissima V11 Sport Rosso Mandello, una moto frutto di quella ricerca tra tradizione e innovazione che ha sempre caratterizzato i prodotti dell'aquila di Mandello dando vita ad un mito ineguagliato nella storia del motoclismo. Oggi la Moto Guzzi riconquista un ruolo da protagonista tornando a conciliare tecnologia, impegno e passione attorno alla carismatica guida imprenditoriale dell’ingegner Ivano Beggio, fondatore dell’Aprilia. Acquisita dalla casa di Noale nel corso del 2000, la Moto Guzzi entra così a far parte a pieno titolo nel progetto avviato dall’ingegner Beggio per la costituzione di un grande polo motociclistico che, forte della tradizione italiana ed europea, saprà competere sui principali mercati internazionali.
Ed ecco un pò di foto relative alla storia della Moto Guzzi. Cliccaci sopra per ingrandirle.