Bentornati
cari lettori amatissimi. Innanzitutto buon anno e scusate il ritardo,
ma sono da poco rientrato dal Brasile dove sono rimasto così a
lungo per porgervi sul solito vassoio d'argento una notizia bomba.
Prima un breve antefatto. Mi ritrovavo il 30 di dicembre senza alcun impegno
degno di nota, per festeggiare l'ultimo dell'anno, quando alle 22 e 30
del medesimo, ricevevo un messaggio in segreteria, dei miei fidatissimi
Ciccio Bastardo e Frank Marocco. Si trovavano entrambi in Brasile sulle
tracce di figli illegittimi di Ronaldo, quando, come mi dissero nel messaggio,
si erano imbattuti in uno scoop, degno del mio nome.
Noncurante della spesa da affrontare, che comunque avrei poi addebitato
alla redazione di Fantanapoli, mi sono precipitato a festeggiare il capodanno
tra i focosi Carioca (non i pennarelli chiaramente).
Al mio arrivo, mi ritrovo davanti sia Frank che Ciccio, travestiti da
taxisti brasiliani.(in seguito mi hanno spiegato che la pista seguita
era molto rischiosa e hanno dovuto travestirsi in quella maniera per poter
uscire indenni dal paese)
Dopo un'ora di viaggio nel taxi, mi ritrovo, accaldato e stanco dal fuso
orario, in una lussuosa villa nella periferia di San Paolo. Non essendo
amante dei cani, obbligo i miei prediletti, ad entrare lungo il viale
con il taxi, fino ad arrivare al cospetto del nostro amato ospite.
Guardo stupito il mio interlocutore, e non capisco il motivo di tanta
fretta per poterlo intervistare.
Ed ora di seguito riporto il nostro dialogo.
P&P: Dato che la nostra rivista è telematica, le posso chiedere
il suo nome?
H.L.: Luciano
P&P: Il famoso giocatore del Chievo conosciuto come Heriberto, che
ha scontato una lunga squalifica per aver nascosto la sua vera identità.
H.L.: Esatto.
P&P: Come mai questa intervista, voluta così di fretta?
H.L.: Perché io hay deciso di rivelare la mia vera identità.
P&P: Ma non aveva già chiarito tutto? Non si era già
sbottonato davanti ai lettori ed ai giornalisti di tutt'Italia rivelando
la sua vera identità?
H.L.: Si, ma non l'ho chiarita completamente.
P&P: In che senso scusi?
H.L.: Nel senso che il mio vero nome non è Luciano ma LUCIANA.
P&P: Prego?
H.L.: Si. In realtà Cinquini non mi ha portata in Italia per giocare
al calcio, ma perché si era innamorato di me.
P&P: Non la seguo.
H.L: Le spiego meglio. Quando Cinquini venne in Brasile per trattare un
altro giocatore che poi non venne al Bologna, nei momenti di riposo dalle
trattative, si rilassava nell'hotel nel quale io lavoravo, e quindi mi
ha conosciuto lì.
P&P: Posso chiederle che lavoro faceva?
H.L.: Accompagnatrice. Cinquini si era trovato talmente bene con me, che
mi propose di seguirlo in Italia. Mi informai da qualche amico italiano,
che avevo conosciuto nella stessa maniera, e mi disse che lui mi avrebbe
potuto mantenere. Quindi partii.
P&P: E come mai si ritrovò a fare il calciatore?
H.L:Una volta da voi restai un mese in casa sua a fargli compagnia, a
lui e a Gazzoni, poi ritornò la moglie e per giustificare la mia
presenza, le disse che ero un nuovo giocatore del Bologna, molto giovane
che lui doveva aiutare ad ambientarsi.
Miei cari
capirete quindi il mio stupore, e il mio ritardo nel pubblicare per evitare
denuncie, quando appresi questa storia. Luciana mi disse in seguito, che
nell'operazione di "mercato" rientrava anche Campedelli ai tempi
compagno di camera di Cinquini e attuale presidente della nostra accompagnatrice.
Mi spiegò infine che lei si allenava molto poco e nei ritagli di
tempo continuava a svolgere il suo lavoro. Motivo per il quale tutt'ora
Luciano/a è molto ambito su tutto il mercato calcistico italiano.
Carissimi un beso dal vostro beneamato sempre alla ricerca per voi di
una chicca per farvi baluginare i vostri occhietti affamati di scoop.